Il titolo riflette un gioco di parole, anche se solo una parte dei moglianesi (per ragioni anagrafiche) può di fatto comprenderlo.
Perché fino agli anni Ottanta la nostra città disponeva di due cinema: il cinema Centrale, pubblico, capace di accogliere un’ampia platea; e il cinema Busan, parrocchiale, più contenuto e indirizzato a un pubblico prevalentemente cattolico. Poi il palazzo del cinema Centrale venne ristrutturato, il cui progetto prevedeva di ospitare due sale di visione nuove di zecca, invece (per motivi criptici) accolse successivamente gli uffici del Comune e il Busan rimase solo, unico cinema a Mogliano.
Prospettive magre dunque per i cinefili, anche perché la programmazione del Busan era generalmente limitata ai fine settimana e chiaramente orientata a un pubblico selezionato.
Ma in anni recenti – ci sia concessa l’immagine – è avvenuto il miracolo! Con la nuova gestione il Busan ha cambiato completamente pelle, è diventato un cinema-teatro e altro ancora di assoluto rilievo per tutti i moglianesi e di riferimento anche per fette di pubblico che orbitano nell’area veneziana come in quella trevigiana. È così che il Busan è via via diventato il nuovo cinema Centrale di Mogliano.
È una storia significativa, dunque, che merita di essere raccontata in modo disteso e in tutti i suoi passaggi. Quella che leggete è la prima puntata.
Ciak, si svolta!
Ne parliamo con Nicola Frasson e Giulio Giovannini, i due operatori e coordinatori che gestiscono come dipendenti la programmazione del Busan (tanto per ricordare che la cultura produce anche occupazione, è un fattore fondamentale della nuova economia).
È stata un’impresa difficile questa trasformazione? gli chiediamo.
Più che difficile, è stato un cambiamento necessario, per poter mettere a frutto tutte le potenzialità del Busan e rilanciarlo come cinema rivolto a tutti i cittadini. Dobbiamo dire che questo passaggio è avvenuto anche grazie al contributo della precedente gestione, che ha provveduto, ad esempio, all’ammodernamento della sala e alla fondamentale transizione al digitale, con un rilevante impegno economico. In ogni caso, i volontari di allora continuano ad essere presenti, assieme a quelli nuovi, soprattutto giovani, che sempre più ci danno una mano a tutti i livelli. Dunque, possiamo dire che tutto è avvenuto nel migliore dei modi, che questa evoluzione è stata compresa e accompagnata con un atteggiamento positivo di tutta la comunità.
Quali gli ingredienti di questo successo, per certi versi sorprendente?
A nostro avviso, l’essere riusciti a creare un’esperienza originale, che ha saputo ritagliarsi una propria reputazione distintiva. Ciò è potuto accadere perché la nuova direzione ci ha accordato piena fiducia, non è mai intervenuta ponendo limiti o censure. Ci siamo subito trovati d’accordo nella linea da seguire, proponendo film non per provocare ma per far pensare. Questo ci ha consentito di creare cartelloni, sia a livello cinematografico sia teatrale, che i cittadini hanno subito apprezzato, non solo riempiendo la sala, ma partecipando alla sua programmazione con commenti ad hoc e molti consigli.
È un aspetto interessante questo del rapporto fra la nuova gestione e i suoi utenti, che approfondiremo nel prossimo articolo.
Appuntamento a venerdì 26.