La loro sede è in una serra, circondata dalla campagna, in via Cortellazzo. Ma il loro sguardo vola lontano, abbraccia il mondo intero (perché del mondo intero si tratta). Incontriamo qui, in una bella mattina di primavera, i rappresentanti di Fridays For Future & Extinction Rebbellion di Mogliano Veneto, un gruppo di giovani (un bell’insieme di ragazze e ragazzi, oggi rappresentato da Cesare, Luigi e Samuele) che della lotta per salvare il pianeta hanno fatto la loro ragione di vita.
In loro c’è una limpida consapevolezza: continuando così, il genere umano rischia l’estinzione. Che tutti ne prendano coscienza, è dunque il loro primario obiettivo. “Viviamo in tempi straordinari, in un sistema tossico che negli ultimi decenni, con una accelerazione spaventosa, con il suo modello di sviluppo sta distruggendo le risorse naturali e provocando un catastrofico cambiamento climatico. I disastri che sta provocando sono all’ordine del giorno, anche nel nostro territorio, serve altro per farsene una ragione?” esordisce Cesare con un timbro di voce che la dice lunga sulla radicata indocilità del suo impegno. Samuele riassume le forme di questa battaglia: “abbiamo scelto la via maestra della non violenza come forma di lotta, di denuncia e mobilitazione: flash-mob, presìdi, assemblee, perché pensiamo che una vera svolta possa avvenire solo attraverso il dialogo e la partecipazione. Recentemente abbiamo partecipato alle iniziative globali del movimento Friday for Future, altre ne abbiamo organizzato a livello locale, con scenografie per la salvaguardia del patrimonio arboreo e contro il consumo di suolo”. La conversazione è incalzante, ci sono tanti argomenti che si mescolano, ma il filo conduttore è sempre lì a guidarci e le loro parole hanno la forza profetica dei primi fieri avversari di un sistema di consumo suicida, come lo furono, a livello poetico, Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise. “Questa scelta” precisa, infatti, Luigi “non deve essere fraintesa, quasi a suggerire atteggiamenti accomodanti, se non arrendevoli. Al contrario, la consapevolezza che è arrivato il tempo di cambiare è una condizione che alimenta il nostro spirito di ribellione, è giunto il tempo delle parole ferme, non equivocabili, non inquinabili, adesso, ora, perché non ci sono giorni da perdere se vogliamo invertire la rotta e scongiurare l’estinzione”. Ci è chiaro che la loro anima giovanile percepisce con più forza il mayday mayday che la terra madre sta lanciando agli umani, sollecita una nuova visione per il futuro. “È un percorso che richiede tutta l’energia dell’utopia, la forza di grandi aggregazioni fra gli uomini, una vita che dovrà privilegiare lo spirito della comunità, come lo è stato in altri frangenti della storia” osserva Luigi con quella concentrazione che non ammette interruzione. Noi, che questo sistema l’abbiamo vissuto per gran parte della nostra vita, sentiamo il peso di un modo di esistere che abbiamo combattuto (ma forse non a sufficienza) e che mai avremmo voluto lasciare in eredità. “Noi, come vedete, abbracciamo nuovi stili di vita, ricicliamo, recuperiamo, lavoriamo per un’agricoltura capace di fornire cibi biologici rispettando i cicli della terra” interviene Cesare, a compimento della nostra chiacchierata “c’è tutto il nostro impegno personale. Ma questo non basta! Non è sufficiente! Occorre ritrovare quella grande, irruenta onda degli uomini che sola può cambiare il corso della storia, andando contro a interessi consolidati che provocano ricchezza per pochi, povertà per molti, distruzione per tutti. La nostra ribellione va in questa direzione: perché siamo noi quelli che stavamo aspettando”.
Anni fa un grande maestro, Mario Lodi, scrisse un libro dal titolo “C’è speranza se questo accade al Vho”. Lo parafrasiamo dicendo “C’è speranza se questo accade in via Cortellazzo”: ospiteremo e ci uniremo volentieri alle loro parole, riflessioni, proposte. Per il bene di tutti e per il loro futuro.