La requisitoria degli avvocati dei denunciati dalla donna stuprata tendeva a dimostrare la presunta connivenza della vittima che avrebbe avuto atteggiamenti sconvenienti e passivi tali da giustificare l’accaduto.
Dall’arringa pronunciata dall’avvocata che difendeva la giovane donna che aveva denunciato gli stupratori, Tina Lagostena Bassi
“E questa è una prassi costante: il processo alla donna, La vera imputata è la donna. ….. è solidarietà maschilista, perché solo se la donna viene trasformata in un’imputata, solo così si ottiene che non si facciano denunce per violenza carnale…. E io non sono il difensore della donna, io sono l’accusatore di un certo modo di fare processi per violenza, ed è una cosa diversa.”
Sono passati più di 40 anni, ma la situazione non è cambiata e la posizione assunta da Grillo lo ha dimostrato.
- Infangare la vittima, in modo da limitarne la capacità reattiva
- Affermare che la vittima probabilmente è una poco di buono
- Colpevolizzare: Come eri vestita? – Perché non ti sei ribellata? – Qualche cosa hai fatto sicuramente per sedurli! – Te la sei cercata.
- Insinuare che la vittima fosse consenziente
L’obiettivo è quello di trasformare la vittima in colpevole.
Molto più che un padre che difende il figlio, Grillo è un maschio simbolo di una cultura patriarcale. Sono le donne le colpevoli. Come mai non ha denunciato subito? Grillo sfrutta la sua posizione politica e la sua visibilità sui media per mettere dubbi sulla denuncia della giovane, avrebbe aspettato troppo a denunciare…. Ricordiamo che il Parlamento ha raddoppiato i tempi entro cui si può sporgere denuncia (un anno, prima erano sei mesi) in considerazione del fatto che il trauma subito può provocare incertezza e paure in chi ha subito la violenza.
Del resto, da chi ha assunto come slogan “Vaffa……” chiara affermazione omofoba dispregiativa, indice di un pensiero discriminate e sessualmente denigratorio, cosa ci si poteva aspettare?