In attesa di conoscere in che modo l’Amministrazione comunale ha speso e come spenderà i soldi che le sono arrivati e che le arriveranno grazie al Recovery Fund, e di capire su quali idee e progetti si sta impegnando per il futuro della nostra città (sinceramente: non mi era chiaro prima, ancor meno capisco adesso), mi permetto di suggerire cinque modeste proposte per ricominciare (come direbbe, più o meno, Giuseppe Berto).
Io comincerei innanzitutto costruendo in centro città la Casa delle Storie. Sì, un piccolo spazio magico dove raccontare, ascoltare, vivere, abbracciare storie di vita del mondo intero. Dove? La farei accanto al delizioso arboreto proposto da Maurizio Zenga al posto del vecchio edificio sul Terraglio, riferimento di varie associazioni nel passato (recentemente abbattuto), da ovest verso est, di fianco al palazzo che oggi ospita gli uffici della Cultura, Pubblica Istruzione e Urbanistica. La realizzerei a guisa di serra o maxi-gazebo, frutto di una progettazione interdisciplinare (diciamo, per semplificare: un architetto, uno scenografo, un designer, attrici e attori, lettrici e lettori, insegnanti e genitori, e soprattutto un gruppo di bambine e bambini: gente che se ne intende di storie). Ci metterei dentro altre piante e fiori perché, come ci invita a fare lo scienziato Stefano Mancuso, purificano e rallegrano la vita. Ci metterei anche alle pareti qualche vetrata colorata di Angelo Zennaro, artista di originale valore e presidente del Centro Piranesi.
Una piccola casa-gioiello (mettiamo per 50 attivi fruitori-spettatori) che darei in gestione al Busan, chiedendo al regista Vittorio Emiliani e al burattinaio Gigio Brunello (artista che abbiamo in casa, di spessore internazionale, prima o poi si dovrà parlarne come merita) di presiederla sotto il profilo artistico, coinvolgendo i molti gruppi teatrali e di lettura (e i numerosi artisti moglianesi in genere) nella programmazione del calendario delle iniziative.
Potrebbe ospitare un sacco di appuntamenti (burattini e marionette, letture animate e spettacoli teatrali, fumetti e video, laboratori creativi e artigianali, ecc.) e diventare un punto di riferimento per piccoli e grandi (di Mogliano e oltre) nei weekend e per le scuole negli altri giorni della settimana.
Comincerei da qui, da questo inserto poetico nella vita della nostra città. Perché, come dimostra l’uso oggi dilagante della parola “narrazione” (ormai la ripetono sempre anche nei telegiornali quando commentano i fatti di cronaca o le cronache sportive) di tante storie e di molta poesia abbiamo bisogno per ritrovare un. nuovo sguardo sul futuro.