I “Ribelli all’estinzione” dichiarano guerra alle banche (fossili). Proprio così, la campagna sta iniziando. Abbiamo le nostre ragioni. In realtà si tratta di autodifesa: le grandi banche da anni – anzi decenni – stanno lanciando attacchi continui, subdoli, a volte inavvertibili, contro di noi. E qui “noi” non sta per “ noi ribelli all’estinzione”, s’intende, ma “ noi specie umana”.
Queste aggressioni che stiamo subendo, in cosa consistono? Principalmente, il minare le basi della stabilità mondiale finanziando guerre, sfruttamento… e anche le le aziende che provocano la crisi climatica. Letteralmente: grandi banche investono quantità spropositate – centinaia di miliardi – in attività dannose per il Pianeta e per le comunità. E questi soldi sono i nostri soldi, i soldi di tutti i cittadini, che vengono elargiti quotidianamente alle multinazionali di carbone e petrolio, alle industrie belliche e ad altre attività che ci stanno trascinando verso un futuro distopico.
Qua a Mogliano Veneto sono oltre quindici le sedi e le filiali di varie banche; dunque il nemico è in casa: per essere più precisi, è in via 4 novembre, in via Terraglio, in via Marocchesa… qua si trovano le guarnigioni più armate.
Mettiamo da parte la metafora. Che cosa abbiamo intenzione di fare? “Campagna di disinvestimento” forse dice poco. Lo scopo è convincere più persone possibili a togliere i propri soldi dalle grinfie delle banche che definiamo “fossili” (cosa si intende per banche fossili?), chiudendo (o svuotando) il proprio conto, per trasferirlo in banche che aderiscono alla finanza etica (cioè banche che ci danno qualche garanzia che il nostro denaro non vada a finanziare una nuova miniera a carbone in Bosnia o le trivellazioni nell’Artico…).
Di certo non si arriva a questo obiettivo dall’oggi al domani. Noi pensiamo di raggiungerlo attraverso una campagna che seguirà tre fasi ricorrenti. Prima di tutto, sensibilizzare le (molte) persone che non sanno quasi nulla del problema, attraverso flash-mob, manifestazioni, volantini…e invitarle alle presentazioni della campagna (la prima si è svolta questo venerdì); poi, inviteremo a disinvestire, cioè a spostare concretamente il proprio denaro in altre banche. Infine, condividere: chi compie la scelta di disinvestire dovrebbe parlarne con i conoscenti, parlare della propria esperienza, dare consigli…
Abbiamo detto “auspichiamo di essere convincenti”: e in che modo? Mettere mano sul proprio conto in banca non è qualcosa che facciamo a cuor leggero. Eppure, le buone ragioni sono molte, e non si basano “solamente” su considerazioni etiche. Vi ricordate delle solidissime banche venete che sono fallite e che hanno trascinato nel naufragio i risparmiatori? Tutti sanno che ogni tre o quattro anni le crisi finanziarie razziano e distruggono i piccoli risparmi. Mentre la finanza etica, investendo in progetti sostenibili sia per la società che per l’ambiente, contribuisce al bene dell’economia locale (e reale). Per questo essa risulta, negli anni, una scelta realmente vantaggiosa, anche in termini di puro rendimento. Informatevi e confrontate i dati: è proprio così.
*un ringraziamento a Stefania e Otello per il supporto