Gentilissimo Ministro Patrizio Bianchi,
mercoledì 14 luglio sono stati pubblicati i dati delle ultime prove Invalsi che credo sicuramente qualche suo efficiente collaboratore avrà posato sulla sua scrivania e lei avrà letto nella sua interezza e profondità. Me lo auguro davvero di cuore, Sig. Ministro.
Se qualcuno avesse avuto dei dubbi sugli effetti ed i risultati di un anno e mezzo di scuole aperte e chiuse e di didattica a distanza, l’ormai famosissima DAD, ci hanno pensato le prove Invalsi a sfatarli e a misurare con mano cosa sia stato l’apprendimento e il livello di preparazione della futura classe dirigente italiana. Due quattordicenni su cinque, con punte del 50-60 per cento al Sud, (ma poi a noi cosa importerà mai di questo Sud?) dopo l’estate entreranno alle superiori con competenze da quinta elementare. E ai loro fratelli maggiori che hanno appena tagliato il traguardo della Maturità va pure peggio: quasi uno su due è fermo a un livello da terza media, massimo prima superiore.
Leggendo i dati appare evidente che in questi due anni c’è stato un vero e proprio crollo degli apprendimenti, soprattutto alle superiori, che sono rimaste chiuse per la maggior parte del tempo. (ma non avevamo detto che la DAD è assolutamente uguale alla scuola in presenza? Che la scuola non si è mai fermata?) Certo adesso potremo tranquillamente crogiolarsi sul valore dello strumento Invalsi, fare sterile polemica sulle problematiche che affliggono la scuola da tempo immemore, ma la verità è che l’esplosione di questa situazione, raggelante a mio parere, e che la responsabilità sia quasi esclusivamente della DAD.
Che sia «colpa della DAD» lo dimostra il fatto che le due regioni che sono andate in assoluto peggio sono anche quelle che hanno tenuto i cancelli delle scuole chiusi per più tempo: Puglia e Campania e nel naufragio generale, l’unico segmento di scuola che tiene è quello delle elementari: forse perché sono stati di più in classe???? Chissà….
I dati sono inequivocabili: restituiscono un quadro disastroso particolarmente intenso alle superiori. La Dad e la scuola a singhiozzo hanno pesato sui risultati dei maturandi e cancellato anche quei progressi fatti negli anni scorsi per migliorare la preparazione complessiva. Due maturandi su 5 hanno competenze adeguate alla prima o al massimo alla seconda superiore (qualcuno è serenamente rimasto ai livelli di apprendimento da terza media). In Sicilia e Sardegna ad essere insufficienti sono addirittura 6 studenti su 10. Peggiora di dieci punti anche il Nord-Est, il famosissimo Veneto, la patria dello spritz, regione che voleva far partire il nuovo anno scolastico ad ottobre, che passa dal 23 al 33 per cento di insufficienti.
Nel mentre siamo a metà luglio: dal MIUR, che lei preside, tutto tace. Gli uffici scolastici regionali non hanno ancora ricevuto indicazioni su come organizzare l’anno scolastico di prossima partenza. I dirigenti scolastici modulano piano A, B, C, etc. i genitori chiedono, nessuno ha risposte da fornire. Si paventano nuovamente organici covid, si cercano fondi per finanziarli (lo sa vero che qualche docente covid è stato pagato dopo mesi di lavoro e nel mentre ha dovuto mantenersi in luoghi differenti dalla propria abitazione principale?) si chiede alle varie amministrazioni comunali lavori di miglioria ma si brancola nel buio più completo con un senso di frustrazione immenso ed una sensazione di sconfitta su tutta la linea.
Che ne sarà delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi? Chi colmerà questi gap di apprendimento? Come potranno presentarsi nel mondo del lavoro senza la consapevolezza di competenze e conoscenze adeguate?
Mi aspettavo di più, decisamente di più. I fondi del Recovery Plan perché non sono stati minimamente indirizzati alle scuole? Perché ancora si discute dei trasporti locali? Un piano di areazione per tutte le classi, per esempio, avrebbe permesso la certezza di una ripartenza in presenza. Trovare nuovi spazi? Ridurre le classi numerose? Stabilizzare i precari? (ha presente che significa un ciclo con numerosi insegnati a tempo?) Troppi soldi, già! Che senso di impotenza mescolato a rabbia! Si poteva fare qualcosa di più… decisamente…. e invece …
Invece siamo qui a sperare o pregare…il tutto senza considerare gli enormi danni psicologici ormai evidenti, certificati, visibili ad occhio nudo con uno scenario futuro che non porta nessuna sorpresa: sappiamo bene cosa ci aspetta.
Serve coraggio, molto coraggio e servono azioni autorevoli Sig. Ministro, per anteporre a biechi siparietti politici, quello che è giusto fare per il nostro futuro per le nostre ragazze ed i nostri ragazzi.