Verso le ventuno e trenta Mogliano è investita da una specie di tornado, per qualche minuto le raffiche di vento piegano e fanno ondeggiare ogni cosa. Un cambiamento repentino, neanche il tempo di riparare in casa che già la pioggia intensa riempie il cielo. Sono pochi minuti di confusione ed ognuno si impegna nelle terrazze o nei giardini a salvare tende, vasi, suppellettili e piante. Per fortuna dura poco, niente grandine e l’elettricità non va via. I lampi e I tuoni continuano ma si allontanano e nel paese comincia un formicolio di riparazioni, spostamenti, telefonate. Nessun disastro ma tante piccole rogne, dai duecento euro della tenda piegata all’incalcolabile danno di un albero secolare crollato per sempre e subito smembrato, come un pachiderma ingombrante, da seghe crudeli e da improvvisati boscaioli.
Beh, sprechiamo qualche parola per loro, per questi giganti buoni che si schiantano così, all’ improvviso, come se questo clima, bizzarro e violento, fosse diventato per loro impossibile. Un Requiem per il platano centenario caduto sul Terraglio. Un requiem per il cedro monumentale caduto nella villa Benetton alla Marignana.
Qualcosa non funziona più per questi alberi, qualcosa li rende fragili, qualcosa li fa cadere rompendo un’alleanza di ombre, di gradevolezza per gli occhi, di compagnia serena per noi tutti. Sì è vero platani sul Terraglio ce ne sono tanti, sì è vero cedri meravigliosi ce ne sono ancora nei parchi delle ville però ormai la loro fragilità è evidente. E anche la loro pericolosità non va nascosta, da noi non è successo nulla però, però….
Già il giorno dopo al posto del platano non esisteva più nulla, una buca neanche tanto profonda e una striscia appena tracciata sul Terraglio. Un altro buco senza rammendo su una delle strade più belle d’Italia, più antiche, più gloriose. Il Terraglio ombreggiato dal contorno agreste sarebbe in Francia, in Europa, considerato e valorizzato come monumento nazionale. Da noi invece ci fanno una rotonda per far spazio ad un bellissimo supermercato alle porte di Treviso. Mi ricordo anni fa che un politico sveglio aveva proposto di tagliare tutti i platani perché erano pericolosi per gli automobilisti. Un requiem anche per lui perché non è finita. Due giorni dopo il quotidiano locale sparava questo titolo virgolettato “bisogna tagliare gli alberi”. Niente manutenzione, niente potature intelligenti, niente cura del paesaggio. Zac! Seghe elettriche e tanto tanto cemento ed asfalto. Lo stesso quotidiano il giorno prima pubblica la foto di un assessore locale che sorride durante il taglio del platano in questione. Per carità azione lodevole, liberare la strada nella notte, ma quel sorriso stride lo stesso.
È stata una notte strana, tutti alle prese con rastrelli e scope. Poi mio fratello mi manda una foto di un muro crollato in piazza del mercato. Era il più brutto angolo di Mogliano, una sberla estetica alla cittadina. Ecco per lui niente requiem.