Il Consiglio dei Ministri del 5 agosto 2021 ha sancito tramite un apposito decreto-legge l’avvento della certificazione verde Covid-19 obbligatoria per assicurare la ripartenza delle attività didattiche in presenza dal prossimo 1° settembre. Da tale data, pertanto, tutto il personale delle scuole e delle università e tutti gli studenti degli atenei dovranno possedere il Green Pass per poter partecipare alle attività in presenza.

Il mancato rispetto dell’obbligo di Green Pass verrà considerato come assenza ingiustificata e, per quel che riguarda il personale, dal quinto giorno vi sarà la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione. Ad oggi il dato medio dei lavoratori della scuola vaccinati almeno con una dose si attesta intorno all’86% con regioni virtuose come il Friuli, la Puglia, che sfiorano il 100% e regioni che evidenziano dati particolarmente allarmanti, vedasi il caso della Sicilia dove poco più del 50% ha attivato il ciclo vaccinale.

Da marzo del 2020 la scuola ha pagato il prezzo più alto in questa emergenza sanitaria che non ha risparmiato nessuno. I dati invalsi dello scorso maggio non hanno fatto che certificare deficit di apprendimento e scarse competenze acquisite dalla popolazione studentesca, in particolare per quella frequentanti le classi superiori (quelle che sono state per oltre un anno in DAD, per inciso) soprattutto nelle regioni in cui la DAD è stata l’unica forma di scuola possibile (vedasi il caso della Puglia e della Campania)

Se facciamo un piccolo passo indietro vale la pena ricordare che a maggio del 2020 quando tutte le attività riaprivano dopo diverse settimane di lockdown duro e i casi di contagi erano davvero minimi (una percentuale irrisoria rispetto a quelli di quest’anno nel medesimo periodo) la scuola non ha riaperto. I sindacati hanno esercitato una pressione importante evidenziando come la categoria insegnanti fosse la più anziana d’Europa e pertanto soggetta a grave rischio Covid più di altre categorie. La scuola a maggio del 2020 non ha riaperto e a settembre si respirava una preoccupazione davvero importante per una scuola in presenza. Chissà quanti contagi, quanti docenti infettati ci sarebbero stati.

Oggi la situazione è cambiata. I vaccini dal 27/12/2020 sono entrati nelle nostre vite e la campagna vaccinale prosegue ad un ritmo decisamente buono con evidenze scientifiche che denotano l’efficacia dei vaccini.

Mi chiedo a questo punto perché il green pass non dovrebbe essere obbligatorio per il personale scolastico? Perché la categoria insegnanti che di fatto eroga un servizio pubblico fondamentale per l’intera società, visto anche l’età media dei suoi componenti dovrebbe essere esentata da tale obbligatorietà? Che strumenti alternativi ci sono per garantire la scuola in presenza alla popolazione studentesca? Possiamo davvero pensare di tornare a richiuderci in casa condannando le ragazze ed i ragazzi ad una scarsa acquisizione delle competenze con enormi danni psicologici certificati dai maggiori enti di neuropsichiatria infantile e adolescenziale?

Per restare in classe tutto l’anno (perché non possiamo aprire e chiudere le scuole come una scatola) sono necessarie norme e indicazioni certe. E’ importante, anzi fondamentale che ci siano stabilità e punti fermi. Non bastano i fondi stanziati, che sono molti rispetto al passato, serve la collaborazione di tutti – famiglie, sindacati, personale della scuola e anche studenti – serve pazienza ma anche una guida e un controllo che non permettano che la situazione sfugga di mano come abbiamo purtroppo già visto. Il green pass è un primo passo in questa direzione: questa volta non si può più sbagliare.

Dominga Fragassi
Donna lavoratrice presso un’azienda della grande distribuzione dove coordina l’area Marketing e Comunicazione. Da anni impegnata in diverse associazioni del territorio in ambito sociale e culturale, in diversi comitati genitori e attuale Presidente dell’istituto comprensivo N. Mandela di Mogliano. Tra i tanti progetti attivati “RispettiAMOci,” un percorso di educazione alle buone pratiche delle relazioni messo a punto al fine di contenere le forme di prevaricazione, discriminazione e bullismo fra ragazzi e ragazze degli istituti comprensivi di Mogliano.

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