martedì, 3 Dicembre 2024

Elisa Minari: viaggi, miraggi e dei vagabondaggi sui sentieri delle Sette Note.

Al grande pubblico è conosciuta come la bassista de: “I Nomadi” nell’ ultimo periodo d vita del grande Augusto Daolio e successivamente nella nuova formazione con Danilo Sacco e Francesco Gualerzi. Non meno importante è la sua militanza sempre in aera Nomadi nella Tribute Band i  “ Mai noi no”, ma  Elisa Minari con il suo basso  è orientata da sempre verso un tipo di ricerca e di sperimentazione che tende ad andare oltre gli standard propri della musica Rock, alla quale pur restando legata, non  disdegna affatto l’ orientarsi verso  forme sonore più vicine al  linguaggio del Cinema ( ha lavorato con Alfedo De Vincentiis al progetto di  rivisitazione in chiave musicale di importanti classici del cinema italiano e internazionale). Oppure a quelle non meno dense di coloriture etno- folk dei “Me- Pek e Barba”.  Per non dimenticare le collaborazioni con lo scomparso Leader degli Skiantos Roberto Freak Antoni e Francesco Baccini, L’abbiamo contattata per ripercorrere i momenti più significativi dello Spettacolo Teatrale tratto da: “Altri Libertini” di Pier Vittorio Tondelli.

Come è nata l’idea di scrivere un disco interamente ispirato   ad un romanzo? Abbiamo iniziato parecchi anni fa a casa Cervi un 25 luglio, durante la pastasciutta antifascista, nel corso della quale, con Nicola Pulvirenti e gli altri, suonavamo insieme per vari progetti già da allora, abbiamo perciò deciso di unirci per portare avanti un discorso musicale, che avesse qualcosa diciamo di più radicale e diverso da quello che facevamo prima e dal modo di intendere la musica che era sino ad allora diffuso tra noi ed altre formazioni. Poi sono entrata nei Nomadi e ho preso un’altra strada, ma senza perdere di vista questo progetto e continuando a lavorare con il batterista, Alfredo De Vincentiis, e poi di seguito con Nicola e il chitarrista Silvio Valli, avevamo pensato di mettere in musica un testo letterario, con dei risultati tutti ovviamente da vagliare, ma che nelle nostre intenzioni dovesse distinguersi  dalla solita roba, sia pur di qualità, che all’ epoca circolava.

E Avete pensato ad: “Altri libertini” di Pier Vittorio Tondelli.

Diciamo pure all’ unisono, new wawe noi? Sì e no, è stato un lavoro assolutamente sintonico, non abbiamo francamente ad essere o non essere new wawe, per lo meno non in senso stretto, Tondelli in quel libro nomina tanti gruppi musicali, dai Doors, a Bob Dylan a, Guccini, sino a cose più moderne, che so Joe Jackson, ma per noi è stato ed è tuttora importante trasformare in musica e basta le forme letterarie del libro. Ci siamo insomma detti subito, non poniamoci il problema che un pezzo debba per forza di cose suonare anni ’70 o ’80. Noi ci siamo semplicemente lasciati andare a quello che ogni racconto ci ha ispirato.

Un lavoro decisamente omogeneo e ricco di sfumature.

Abbiamo cercato di essere il collante di ciò che Tondelli ha trasmesso attraverso pagine, immagini, emozioni luoghi, la ciliegina è stato Nicola, che ha fatto veramente un grande lavoro sui testi, entrando quasi in apnea nel libro e riuscendo con dei testi ruvidi, lirici e originali al tempo stesso. Ci siamo divertiti esprimendo il nostro amore per Tondelli. Il resto è venuto da sè.

E quando un prodotto artistico viene definito in tanti modi significa che ha una sua originalità…

Sì, credo di sì… modestamente…!  Riguardo, ad esempio, ai due brani in inglese, che ho scritto io, uno dei quali è “2 mars”, è un pezzo che in elettrico è prog. Nella versione acustica alla quale stiamo ora lavorando le atmosfere sono ovviamente diverse, in ogni modo per finire il discorso sulla nascita dello spettacolo Il batterista Alfredo De Vincentiis conosceva il regista di Coreggio Gabriele Tesauri, con il quale siamo venuti a contatto e il resto è venuto da sé.  Molto importante è stato anche il contributo dell’etichetta discografica: “New Model Label” e dei suoi impresari che ci hanno dato la possibilità di avere incontri ed interviste, ma per il resto non abbiamo avuto nessun tipo di aiuto e sostegno che so, anche qui in terra nostra.

Mi dicevi che state lavorando ad una versione acustica dello spettacolo.

Sì, in questo buio in cui si è sprofondati, abbiamo pensato visto che lo spettacolo c’ è vorrei riproporlo con degli ospiti che sto coinvolgendo e sui quali per ora non faccio nomi. Ma…stiamo lavorando sodo. Io già da allora lavoravo con varie formazioni e in fase di produzione sono legata tanto all’ ambiente dei CSI, ma nel contempo abbiamo suonato tanto Deep Purple, Jimi Hendrix, Led Zeppelin, un mix assolutamente nostro come già detto. Un pezzo come “Boy” spazia dagli U2 alla West Coast. Anche se in acustico stanno ovviamente prendendo un’altra forma.  All’ epoca della prima versione solo basso, batteria e chitarre, microfonate senza troppi fronzoli, a parte il supporto di qualche base ed effetto elettronico, analogico.

Ossia?

Registrato col computer senza paura di sprecare, come nei tempi andati, nastro. Oggi abbiamo la possibilità di tagliare e cucire le registrazioni. Il nostro è stato registrato fondamentalmente col modo tradizionali. Mentre oggi ci sono gruppi che anche senza sapere suonare particolarmente bene, riescono ad ottimizzare i suoni con il computer.  È un po’ come la fotografia in digitale, che è diversa da quella fatta in rullino. In Italia va detto che noi questa tradizione ce l’avevamo già con tutti gruppi che ci sono stati Afterhours ecc…)

Parliamo dell’ultimo lavoro che avete fatto con il collettivo Mario Rossi.

E’ stata una bella esperienza, delle quale vorrei però che te ne parlasse Nicola Pulvirenti, per il resto siamo ancora in fase progettuale e stiamo lavorando sodo per non metterlo nel cassetto.

 

Gli “Emily Sporting Club, da sinistra: Alfredo De Vincentiis, Silvio Valli, Elisa Minari, Nicola Pulvirenti

 

Tondelli e la Prima Edizione del suo Romanzo
Stefano Stringini
Stefano Stringini
Docente di Lettere presso il Liceo G. Berto di Mogliano. Ha pubblicato alcuni libri di Poesie: “Emermesi” (Pescara, Tracce, 1986), “Breviari, Taccuini e Baedekers” ( Bologna, Andomeda, 1992), “Rimario d’ Oltremura” (Chieti, Noubs, 1997) e vinto qualche Premio, l’ ultimo è stato quello conferitogli dall’ “Istituto Italiano di Cultura di Napoli.” (2019) Ricercatore sonoro (rumori, parole e musica) è istruttore di Hata Yoga e tiene Workshop di scrittura creativa con i Tarocchi.

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Gwen Norton

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