1) La fase di 70 anni di pace ci aveva illusi che potesse essere permanente. E’ finita. Si fondava sulla dissoluzione dei nazionalismi europei che avevano fomentato due terribili guerre mondiali. Gli stati Europei, che avevano dominato il mondo nei secoli precedenti, sono implosi, a partire dal 1939.
2) Il tracollo europeo ha permesso lo sviluppo della potenza americana, che eredita parte dello spazio dell’Inghilterra e aveva gettato le basi dello sviluppo anche della potenza sovietica.
3) Solo l’America è riuscita, sia pure in forte competizione con l’URSS, a mantenere a lungo il suo vantaggio imperiale, anche se il trumpismo dell’”America first” era un segnale di stanchezza da impero.
4) L’Urss, nel 1989 collassa, non raggiunge alcuno dei suoi obiettivi economici e geostrategici. Si dissolve anche la cintura di stati che la proiettavano verso ovest, la sua naturale direzione storica. Il Patto di Varsavia non offre, ai suoi aderenti, alcun vantaggio oggettivo perché si basava sulla forza militare. La Russia si è rivelata un territorio troppo grande, un esercito troppo elefantiaco e un’economia ingessata, in buona misura alimentata dalla rendita degli idrocarburi. Un PIL come la Spagna non è sufficiente per i sogni imperiali post URSS.
4) In questo quadro di reciproca debolezza, americana e russa, che ha alimentato la dissoluzione di stati assolutamente fragili, in Medio Oriente e in Africa, si è inserita la crescita economica della Cina, ponendo la novità storica di un dominio mondiale a tre.
5) Uno stato che ha una enorme forza demografica (oggi ci sono più cinesi di quanti fossero gli esseri umani a fine ‘800), una grande potenza economica (sorretta da ampi sbocchi sul mare) e una crescente forza militare.
6) In un tale quadro è inevitabile che si apra una fase che pone il dilemma di chi “comandi” nel mondo. La storia umana è, tragicamente, una sequenza di conflitti. Abbiamo, addirittura, assunto il detto che ” se vuoi la pace prepara la guerra”, affermazione delinquenziale, che priva ogni prospettiva di convivenza civile tra i popoli.
7) la guerra in Ucraina è un atto di questa nuova fase e non potrà terminare brevemente, perché in palio non è un pezzo di territorio, ma il nuovo assetto mondiale.
8) Non ho mai creduto che la causa della guerra attuale fossero le violenze ucraine in Donbass (che pur ci sono state). I tentativi di mantenere un governo filorusso in Ucraina si sono via via dimostrati inefficaci e la Russia, messa al sicuro l’area strategica della Crimea nel 2014, ha lasciato marcire la situazione nel Donbass, perché se fosse stata una priorità russa la condizione dei suoi cittadini russofili, avrebbero agito nel 2015 o poco dopo.
9) La grave colpa dell’Europa è stata quella di non aver capito che la dissoluzione dell’URSS era una grande opportunità per stabilire un forte legame con la nascente Federazione russa. Invece l’unica preoccupazione è stata quella energetica e non quella di una politica di inclusione. Un’Europa coesa senza una Russia connessa è un irrealizzabile. Ma oramai è accaduto. E oggi lo scontro che arde sconvolgerà il mondo come l’abbiamo conosciuto. Non siamo pronti. E il rischio è che ognuno si riarmi a modo suo, come ha cominciato a fare la Germania. l’Europa potrebbe non sopravvivere, non tanto a favore dell’America, ma a sfavore della sua potenzialità storica, a dimostrazione che fare due guerre mondiali implica pagare un prezzo di lunghissima durata. La guerra non è mai gratis e non se ne esce se non con visioni lungimiranti e non nazionali e nazionalistiche.