“Il fatto che gli uomini non imparino molto dalle lezioni della storia è l’insegnamento più importante che la storia può offrire.” Aldous Huxley
Alcuni anni fa, Vittorio Foa, intervistato per “la Repubblica”, a proposito delle celebrazioni del 25 Aprile, affermava: “Chi non crede al patrimonio di quella data faccia come niente fosse, non intervenga. … Il ricordo non è un obbligo giuridico, non possiamo imporre la storia. Se i giovani hanno voglia di sentire la storia di quei giorni, bisogna raccontargliela, assolutamente. E bene. Il ricordo più è libero e più vale. E questa è anche l’unica strada per farlo diventare un valore condiviso da tutti. La Liberazione può essere vista e vissuta in modo diverso. Dipende da tanti fattori, l’età, l’ambiente, le radici culturali, le idee”.
L’associazione Omega con la rassegna “Passato per il presente” si è proposta di fornire delle chiavi lettura di cos’è stato storicamente il fascismo e di come l’antifascismo abbia assunto un ruolo fondamentale soprattutto negli anni della Seconda guerra mondiale, chiamando ad una analisi dei fatti studiosi che per anni hanno indagato i documenti per capire come l’oggi sia legato a quanto accaduto prima, in particolare come gli anni della dittatura fascista, la lotta partigiana, la nascita della Repubblica, abbiano influito sulla realtà attuale, come questo si leghi alle scelte politiche attuali, al risorgere di ideologie totalitarie.
Anselm Kiefer, artista tedesco, afferma “La storia è come l’argilla, la si può manipolare” e la distanza dagli eventi nel tempo, può determinare stereotipi e contrapposizioni da cui è difficile liberarsi. Meglio quindi parlare di cantiere della memoria, una memoria che non per forza deve essere condivisa, ma illuminata dalla prova dei fatti e dalla libertà che solo un confronto dialettico può assicurare. Allora… dare voce a chi non ha imbracciato le armi ma ha tessuto la rete di collaborazione fra i resistenti, come le donne, ricercare le responsabilità di ciascuno durante il ventennio (metaforicamente lo abbiamo avuto tutti un nonno fascista? Dato che l’Italia non ha ancora fatto i conti con quel terribile passato?) offrire testimonianze, segnali, tracce con fonti “alla mano” per evitare l’uso distorto del passato, può essere un metodo.
Può sembrare che la storia non abbia insegnato nulla a guardare a quanto accade, ma è indubbio che la Resistenza, partita da un vincolo e da una tensione morali che hanno avuto come obiettivo il superamento della dittatura e l’uscita dalla devastazione della guerra, ha segnato un cambiamento nella mentalità e nella cultura italiana. Basta a ricordarlo la stesura della Costituzione.
Lo storico Greppi afferma e avvisa di come sempre di più arrivino dalle scuole richieste di intervenire per raccontare quanto avvenuto dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 e in particolare interessa le giovani generazioni il legame tra la storia e il presente.
E come raccontare ai giovani la Liberazione, la nascita della Repubblica, il promulgamento della Costituzione?
OMEGA, in collaborazione con le istituzioni scolastiche, l’assessorato alla scuola e alle politiche educative, il gruppo di lettrici “Quante storie” ha realizzato una serie di incontri su questi temi, cui hanno aderito 10 classi della scuola secondaria di primo grado “Levi Montalcini”.
L’iniziativa si è svolta in varie tappe: sono stati allestiti nell’atrio della scuola dei pannelli che riproducono opere pittoriche, ciascuna simbolicamente collegata ai primi dodici articoli della Costituzione . L’esposizione rimarrà visibile fino a giugno.
Nelle classi, preceduta dalle letture di “Quante storie” centrate su alcune parole chiave dei primi 12 articoli (uguaglianza, lavoro, cultura, paesaggio, pace) l’avvocata Silvia Manderino ha chiarito gli aspetti storici della nascita della Costituzione precisando le caratteristiche giuridiche dei vari articoli. Su questo studentesse e studenti stanno svolgendo un approfondimento. Il lavoro si concluderà a fine aprile con un incontro di restituzione da parte delle classi. Da maggio/giugno saranno presentati gli elaborati, valutando l’opportunità di favorirne la diffusione anche attraverso una piccola pubblicazione oppure in rete e, comunque, cercando di valorizzarli in occasione della Festa della Repubblica del 2 Giugno.
Recentemente anche giovani insegnanti, storici, artisti hanno trovato parole nuove per questa narrazione. Ci prova Alessio Mariani in arte Murubutu insegnante di Reggio Emilia.
Marabutto, nell’Africa sub-sahariana indica chi è in grado di guarire mali fisici e sociali, attraverso il potere terapeutico delle parole.
Tra le sue canzoni “La collina dei Pioppi”. E’ la storia d’amore di Laura e Dino ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale. Due giovani che partecipano alla Resistenza. Attraverso le parole del cantante emergono ideali che riescono a spiegare a chi non c’era il senso di una scelta.
Ed anche Stefano Mularoni in arte ZonaMC rapper e storico, con Storia della RAPubblica
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