Dopo la bella serata con Cinzia Scaffidi di giovedì scorso, che ha riassunto le conseguenze, spesso disastrose, che il sistema industriale agroalimentare ha provocato al cibo e all’ambiente, nel secondo incontro della rassegna “In tavola! Il viaggio del cibo dalla terra al piatto” affronteremo un tema di grande attualità, che da decenni suscita grandi interrogativi e preoccupazioni in buona parte dei consumatori, e che tuttavia ne sono assidui fruitori: parleremo della Grande Distribuzione Organizzata, dei superstore dei prodotti alimentari.
Diciamo la verità: sono comodi, spaziosi, offrono un’ampia gamma di prodotti con contenuti di servizio che vanno incontro alla fretta del consumatore moderno (l’insalata la troviamo già bell’e pronta e lavata in scatole trasparenti), competitivi in termini di prezzo con un ricco ventaglio di offerte, così allettanti da far riempire il carrello della spesa.
Ma in molti (non in tutti) continua a sopravvivere una domanda irrisolta: quanto sono affidabili ì prodotti che acquistiamo in questi grandi templi del consumo moderno? Ciò che portiamo in tavola ha i requisiti del cibo “buono, pulito, giusto e sano”? Come mai la frutta è così bella ma non altrettanto buona? E via discorrendo.
Affronteremo questo tema con Stefano Minin, da anni impegnato nel mondo della cooperazione; attualmente riveste il ruolo di Coordinatore delle politiche e attività di sistema in Coop Alleanza 3.0 ed è anche Vicepresidente di LegaCoop del Friuli-Venezia Giulia.
Con lui faremo un viaggio nelle iniziative di Coop che parlano di ambiente, sostenibilità, salute, diritti di lavoratori e consumatori, parità di genere e lo fanno appunto attraverso ciò che i consumatori possono trovare ogni giorno sugli scaffali dei negozi Coop.
In particolare, parleremo del prodotto a marchio, esplorando quello a marchio Coop, la cui storia inizia addirittura nel 1896, quando l’Unione delle cooperative milanesi iniziò a produrre il primo panettone Coop, continuata nel secondo dopoguerra con la realizzazione di sapone, caffè, cacao, pasta, marmellata e altri generi di prima necessità per le famiglie, fino ad arrivare ai giorni nostri con un marchio più vivo e distintivo che mai, “perché i prodotti a marchio” afferma Stefano Minin, “ per Coop non rappresentano solo un modo per svincolarsi dai condizionamenti delle industrie produttrici, ma diventano un veicolo per affermare valori e contenuti”.
Una serata dunque di rilevante interesse, coinvolgente, che ci consentirà di entrare nei meccanismi della Grande Distribuzione e di comprendere, auspicabilmente, che c’è distribuzione e distribuzione.