Martedì 31 maggio, alle ore 21 presso il Centro Sociale di Mogliano Veneto, si concluderà il ciclo di conferenze dedicato al viaggio del “cibo dalla terra al piatto” con una serata d’eccezione, dedicata al racconto di tre aziende impegnate a sviluppare un’agricoltura sostenibile nella salvaguardia dell’ambiente.
Breve riassunto delle puntante precedenti:
- ad inaugurare la rassegna è stata Cinzia Scaffidi, docente dell’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo (con lei abbiamo parlato delle modificazioni prodotte dall’agricoltura industriale e delle tante voci inascoltate che ci avevano messo in guardia: bello il suo libro “Il profitto e la cura”, Slow Food editore)
- il secondo incontro ha avuto per protagonista Stefano Minin, vicepresidente di Coop Friuli e da anni impegnato ne mondo della cooperazione (con lui abbiamo affrontato le problematiche della Grande Distribuzione, in particolare ci siamo soffermati sui prodotti a marchio che la Coop mette in campo per assicurare ai consumatori il controllo globale della filiera produttiva)
- di grande interesse anche il terzo incontro, nel quale Carla Xodo, docente di pedagogia dell’Università di Padova ha parlato delle nuove prospettive degli agriturismi e delle fattorie didattiche, proponendo un articolato progetto pedagogico (mancava: ci voleva! Utilissimo il suo libro “agricoltura contadina e lavoro giovanile”, sia per gli operatori agricoli sia per gli insegnanti) importante anche per sviluppare nuove opportunità lavorative per i giovani
Ultima puntata:
martedì prossimo, dunque, la rassegna si concluderà con il racconto di esperienze “sul campo” di aziende agricole impegnate nell’agricoltura sostenibile. Protagonisti d’eccezione saranno la contessa Ninni Collalto per l’azienda agricola “Borgoluce” che si estende sulle dolci colline di Susegana; Nicola Donadel, dell’azienda agricola “Ca’ Donadel” di Campocroce di Mogliano Veneto; Federico Bulegato, dell’azienda agricola “La zucca vuota” che opera nelle terre di via Cortellazzo, sempre a Mogliano Veneto.
Avremo modo di sentire dalla loro viva voce le scelte che hanno fatto in questi anni a livello colturale e di allevamento, i metodi praticati per eliminare i prodotti di sintesi (dal biologico al biodinamico), gli accorgimenti messi in atto per salvaguardare l’ambiente e ripristinare la biodiversità dell’agricoltura promiscua.
Un’altra serata da non perdere, anche perché avremo modo di concluderla con l’assaggio di qualche loro prodotto, a testimonianza della loro qualità produttiva, accompagnata da un buon calice di vino.
Un “sursum corda” corale, come nelle migliori tradizioni.