Mi fa veramente piacere iniziare una presenza in “ILDIARIOonline” scrivendo alcuni miei pensieri ed idee.
Mi è parso quindi giusto dare un titolo a questa collaborazione e ho scelto “DI LATO”.
Le ragioni sono semplici.
Da una parte vi è certamente il desiderio di dire la mia opinione, ma questa non deve far presupporre un protagonismo che non c’è.
Mi sento “di lato”, con forse la capacità di guardare a quel che accade e di elaborare pensieri.
Dall’altra sono conscio della storia che mi accompagna da oltre 40 anni sia nella dimensione della politica che in quella dell’imprenditorialità.
Bene, posso dire che sono sempre stato da una parte precisa dello schieramento e cioè con una posizione precisa che ha sempre cercato però di essere aperta, discutibile, confrontabile.
Avevo scelto la parte con cui stare, non ero desideroso di perdermi in altre esperienze, anche qui stavo “di lato“.
Ma non era mai una posizione da osservatore estraneo e ci tengo a dirlo.
Se volete ho percorso la strada di chi è stato sempre “parte” del pensiero, delle riflessioni e delle scelte che il movimento operaio ha rappresentato in maniera più o meno bella, più o meno chiara, più o meno riuscita nel corso degli anni.
E in questo quadro non ho mai sopportato sia l’indifferenza, che il pensiero che raccontava che tutto è interpretabile da più parti e in più modi.
No, lo dico sorridendo ma deciso: sono proprio “di lato”.
Infine, l’essere veneziano mi ha insegnato camminando per le calli e guardando i paesaggi, che non si vede mai sempre la stessa “cosa“.
Ma non perché la “cosa” è cambiata.
Perché lo sguardo dei tuoi occhi cambia e spesso da un particolare poco apprezzato, non considerato, non visto, si colgono invece aspetti importanti che hanno valore assoluto o generale.
Ecco, anche qui sono “di lato”.
Mi piace la visione generale ma amo quel particolare, quella chiave di pensiero o di valutazione che consente di scoprire mondi nuovi, di cambiare idea, di stupirsi, di dare vita alla meraviglia.
“DI LATO” quindi sono convinto che vi siano aspetti sconosciuti con cui fare i conti.
Nella mia vita ho cambiato tre grandi lavori.
Per 12 anni dal 1968 al 1980 ho fatto politica attiva in quella che considero una delle scuole di formazione civile più importante del 900: il Partito Comunista Italiano.
Poi per 10 anni, dal 1980 al 1990 ho partecipato al governo di una città come Assessore.
Si trattava di Venezia e i miei compiti erano molteplici dal Carnevale reinventato al turismo, dai problemi del lavoro a plateatico, dai problemi della gioventù al commercio e al Casino’.
10 anni in cui ho cercato di dare il massimo ma in cui ho ricevuto certamente di più come esperienzialità, come vita, e come qualificazione.
Infine, per 30 anni, e ancor oggi, ho fatto l’imprenditore culturale occupandomi in particolare dei Musei e dei Beni Culturali mobili e immobili e non avrei mai potuto farlo se non avessi avuto le esperienze precedenti.
Ora tutto quello che è passato lo vedo, per fortuna, stando “di lato” e pur essendo completamente innamorato di ciò che ho fatto riesco anche – spero – a distaccarmene con una certa capacità di giudizio anche autocritica.
Dal prossimo mio scritto entrerò nel merito lasciando ogni premessa a ciò che ho già detto e scusandomi ancora per la lunghezza di ciò che ho voluto dirvi.
Infine, essere “di lato” vuol dire essere pronti a mettere al centro le opinioni, le valutazioni, le idee di chi pensa che io abbia torto o ragione, di chi ritiene che quanto ho cercato di dire sia importante oppure inutile.
Ogni Vostro intervento, quindi, sarà sempre importante per me.
Con tutto il cuore buon lavoro e buon giornalismo, Maurizio… ne abbiamo bisogno come il pane.
Giorgio