“Il racconto dell’ancella”, romanzo di Margaret Atwood (pubblicato in Italia nel 1988) narra di come in un futuro nemmeno tanto lontano, il gruppo politico che ha conquistato il potere, metta in pratica una serie di misure per asservire e sottomettere le donne assegnando loro solo il compito di fare figli per gli scopi dei dominatori. Racconto dell’oggi?
Quando la redazione de “il Diarioonline” ha deciso di porre in prima pagina l’inserto “Guerra alle donne” intendeva rendere testimonianza di quanto accade, giorno dopo giorno. E le notizie non riguardano solo le uccisioni, guerra senza fine, ma ogni azione violenta, sia sul piano culturale sia su quello politico, nei riguardi del mondo femminile.
In questi giorni la battaglia presenta un continuo inasprimento. Dal primo agosto 2021 al 31 luglio 2022, sono state uccise 125 donne, numero in aumento rispetto alle 108 dei 12 mesi precedenti, in media più di una ogni 3 giorni. Di questi, 108 omicidi sono stati compiuti in ambito familiare o affettivo, e in particolare 68 da un partner o ex. Sono ancora donne il 39,2% del totale delle vittime di omicidio volontario.
Da ferragosto, dalla comunicazione dei dati del Viminale, altre due donne sono state uccise e le violenze nei modi più brutali continuano: 19 agosto 2022 Nina Gryshak, una donna ucraina, che viveva nel Mantovano è stata uccisa ieri mattina a Umago, in Croazia. Era in vacanza con un amico, un italiano. A ucciderla sarebbe stato proprio lui, al termine di una violenta lite.
Di questo femminicidio pochi giornali hanno parlato.
23 agosto 2022 Alessandra Matteuzzi è stata massacrata a martellate dall’ex che aveva denunciato per comportamento persecutorio. Una donna ucraina 55enne è stata violentata da un richiedente asilo nel centro storico di Piacenza il 21 agosto. A rendere la violenza subita ancor più grave viene pubblicato in rete il video dello stupro. Per lei dalla destra nessuna solidarietà, ma un cinico utilizzo del fatto in funzione anti-migranti.
Linda Cerruti campionessa di nuoto artistico, otto medaglie agli Europei di Roma, pubblica in rete l’immagine di sé stessa mentre esegue una spaccata. Sulle gambe sono appese le medaglie conquistate. “Ho pubblicato una foto con la spaccata verticale: è il mio sport, per cui mi alzo alle 5 del mattino”. Riceve migliaia di insulti. Linda “Basta denuncio tutti. Fermiamo il sessismo sui social”
E la violenza si esprime in modalità molteplici: una occupazione femminile che raggiunge a fatica il 50%, (che significa meno indipendenza economica), stipendi e salari inferiori per la medesima funzione, scarsa presenza nei posti di comando, continua riproposta di immagini di donne come oggetto sessuale.
A livello mondiale, secondo l’analisi annuale del World Economic forum sul Global Gender Gap, nella graduatoria diffusa nel 2021, l’Italia si colloca al 63° posto su 156 Paesi.
L’indice tiene conto delle disparità di genere esistenti nel campo della politica, dell’economia, dell’istruzione e della salute. In questa statistica a penalizzare l’Italia è principalmente la difficoltà a raggiungere la parità di genere nel mercato del lavoro, come evidenziano i dati sull’opportunità per le donne di partecipare all’economia del Paese a cominciare dal tasso di occupazione.
Nonostante l’aumento della presenza femminile nelle istituzioni, appare però evidente che non si è ancora raggiunta la piena parità di genere. Basta guardare il numero di donne a capo delle commissioni parlamentari italiane: in 70 anni di Repubblica, quelle permanenti presiedute da una donna sono state 30 (su un totale di 450), di cui 8 (su 28) nell’attuale legislatura, 3 al Senato e 5 alla Camera. Disuguaglianze ancora più notevoli si possono riscontrare nelle amministrazioni comunali e regionali (la voce.info).
Le donne che si presentano nella competizione elettorale sembrano indifferenti. L’emergenza femminicidi sparisce dalla campagna elettorale. Il quotidiano “la Repubblica” del 26/08/2022 riporta: Dal Pd alla Lega fino ad Italia Viva: tutti riconoscono essere un problema da affrontare ma nei discorsi politici e nelle priorità dei partiti non c’è traccia.
Oltre alla colpevole indifferenza nei confronti di una situazione drammatica per sé e per le altre donne da parte delle parlamentari che hanno potere e che avrebbero i mezzi per contrastare questo disastro, con proposte di legge, attraverso lo stanziamento di fondi per le case che accolgono donne perseguitate, con la promozione di campagne di informazione nelle scuole e sui media…., c’è l’aggressiva propaganda elettorale di Giorgia Meloni, che propone un modello femminile in cui la famiglia naturale sarebbe il luogo ideale per ciascuna. Pochi diritti, misure di deterrenza per impedire l’interruzione di gravidanza (vedi regioni Umbria e Marche governate dalla destra. Nelle Marche il governatore è di FdI). Ricordiamo che in Italia il 60% dei ginecologi è obiettore.
Poche le voci di dissenso, citiamo Elly Schlein capolista alla Camera per il Pd nella circoscrizione di Bologna “C’è molta differenza fra leadership femminili e leadership femministe: non ce ne facciamo nulla di una premier donna che non difende i diritti delle altre donne, a partire da quelli del proprio corpo. Giorgia Meloni guida un partito che relega le donne al ruolo di welfare vivente: questo la rende una leadership inutile per le donne“.
Vero, non basta essere donne per avere una chiara visione del perché dell’oppressione, per proporre una politica che elimini ogni forma di discriminazione.
Così Meloni non è sola, appartiene a quella compagine femminile di cui i maschi si fidano perché dimostrano di avere le qualità necessarie a sostenerli e a sostenere questo stato di cose: non mettono in discussione la cultura patriarcale, si appellano a Dio Patria Famiglia, obbediscono, riconoscono l’autorità del capo, avallano proposte di legge o progetti che limitano i diritti civili e quelli delle donne, non solidarizzano con le altre, dimenticandosi di sé, della propria identità, per il potere. Un paese come questo non è un paese di democrazia pienamente realizzata, e quanto si sta profilando ci fa temere il peggio a meno che donne e uomini consapevoli, nell’urna, neghino il consenso a chi vuole l’altra metà del cielo emarginata e silente.
Grazie per questa analisi fatta in maniera competente ed obiettiva.
Brava Emanuela! Troppe nefandezze si accolgono come normali. Normale è vedere che donne e magari operai vedano in Meloni e Fratelli d’Italia la propria rappresentante: poveri disinformati.
Grazie per questa denuncia ad ampio raggio, concreta e drammatica, che deve mobilitare, anche sul piano politico, tutte e tutti .