Ho lavorato per contribuire ad una riflessione sul voto e sui suoi esiti.
È un materiale lungo che mi immagino interessi solo ad alcune persone ma ritengo lo stesso utile metterlo a disposizione.
Sono materiali diversi con citate le fonti.
* L’affluenza alle urne nel 1948 fu del 92,2%. Alla fine del secolo scorso nel 1996 – e cioè 48 anni dopo – si ridusse di poco, all’ 82,9%. Nel nuovo secolo in 22 anni si è ridotta al 63,8%.
L’astensione è un fenomeno di questo secolo.
* Negli ultimi 4 anni, tra il 2018 e il 2022 Il calo maggiore dell’affluenza alle urne è stato del Molise con il -15%. Seguono a doppia cifra tutte le regioni del Sud: Campania -14.9%, Calabria -12,8%, Puglia -12,5%, Basilicata e Sardegna -12,3%, Abruzzo -11,3%.
Solo la Sicilia cala meno. Quindi l’astensione dal voto è fortemente radicata fondamentalmente nel Sud Italia.
* I motivi dell’astensione dal voto sono importanti.
2 milioni di persone non vanno a votare per oggettivi impedimenti di natura fisica o di salute.
9 milioni di persone non vanno a votare per scelta e fanno quindi una sorta di espressione politica negativa sulle elezioni.
5 milioni di persone non vanno a votare senza che vi sia una loro diretta ed oggettiva responsabilità di scelta. Sono fuori sede e non possono votare.
* Le donne che non votano sono di più degli uomini che non votano. Quasi il 5%.
* Il non voto a livello di scolarità è chiaro: va di più a votare chi è laureato, segue chi è diplomato e segue chi non ha istruzione o ha solo le elementari. Tra il primo gruppo e l’ultimo vi è una differenza in percentuale quasi del 15%.
La sfiducia è parallela alla mancanza di istruzione.
* I ragazzi vanno a votare e non si astengono.
* L’età che contraddistingue maggiormente i non astenuti e cioè i votanti è quella che va tra i 58 anni e i 76 anni.
* Il ceto popolare è quello che si astiene di più: oltre il 44%.
* Il ceto medio pur con le sue diversità si astiene di meno: oltre il 30%.
* Sempre valutando le astensioni si capisce che chi si astiene di più sono i disoccupati, le casalinghe e gli operai.
* Chi si astiene di meno sono gli imprenditori, i commercianti, gli insegnanti e gli studenti.
* le astensioni sono ben distribuite tra i votanti. Solo una parte degli astenuti dichiara quale sia il suo credo politico. E cioè solo il 40%. Di questo il 55% si colloca a destra e il 45% si colloca al centrosinistra.
* il motivo del non voto è fortemente legato a sfiducia, rabbia, disprezzo per la politica, inutilità del voto, delusione e così via.
* la Regione in cui Fratelli d’Italia ha la percentuale più alta è il Veneto con il 32,7%. La Regione in cui Fratelli d’Italia ha la percentuale più bassa è la Campania con il 17,4%. La media del voto di Fratelli d’Italia in Italia è il 26%.
* la Regione in cui la Lega ha la percentuale più alta è il Veneto con il 14,5%. La Regione in cui la Lega ha la percentuale più bassa è la Campania con il 4,4%. La media del voto della Lega in Italia è l’8,8%.
* la Regione in cui Forza Italia ha la percentuale più alta è la Calabria con il 15,6%. La Regione in cui Forza Italia ha la percentuale più bassa è il Trentino-Alto Adige con il 3,4%. La media del voto di Forza Italia in Italia è l’ 8,1%.
* le Regioni in cui Noi Moderati hanno la percentuale più alta sono la Liguria e la Sardegna con il 2,1%. La Regione in cui Noi Moderati ha la percentuale più bassa è l’Umbria con lo 0,4%. La media del voto di Noi Moderati in Italia è lo 0,9%.
* la Regione in cui la Coalizione di Centro Destra ha la percentuale più alta è il Veneto con il 56,3%. La Regione in cui la Coalizione di Centro Destra ha la percentuale più bassa è il Trentino-Alto Adige con il 31,2%. La media del voto della Coalizione di Centro Destra in Italia è il 43,8%.
* la Regione in cui il Partito Democratico ha la percentuale più alta è l’Emilia-Romagna con il 28,1%. La Regione in cui il Partito Democratico ha la percentuale più bassa è la Calabria con il 14,4%.La media del voto del Partito Democratico in Italia è il 19,1%.
* la Regione in cui l’alleanza Verdi Sinistra ha la percentuale più alta è il Trentino-Alto Adige con il 5,9%. La Regione in cui l’alleanza Verdi Sinistra ha la percentuale più bassa è la Calabria con l’1,8%. La media del voto dell’alleanza Verdi Sinistra in Italia è il 3,6%.
* la Regione in cui +Europa ha la percentuale più alta è il Piemonte con il 4,1%. La Regione in cui +Europa ha la percentuale più bassa è la Calabria con il 1,1%. La media del voto di +Europa in Italia è il 2,8%.
* la Regione in cui Impegno Civico ha la percentuale più alta è la Campania con l’1,8%. La Regione in cui Impegno Civico ha la percentuale più bassa è il Veneto con lo 0,3%. La media del voto di Impegno Civico in Italia è lo 0,6%.
* la Regione in cui la Coalizione di Centro Sinistra ha la percentuale più alta è l’Emilia-Romagna con il 36%. La Regione in cui la Coalizione di Centro Sinistra ha la percentuale più bassa è la Sicilia con il 16,4%. La media del voto della Coalizione di Centro Sinistra in Italia è il 26,1%.
* la Regione in cui i 5stelle hanno la percentuale più alta è la Campania con il 34,6%. La Regione in cui i 5stelle hanno la percentuale più bassa è il Trentino Alto Adige con il 5%. La media del voto dei 5stelle in Italia è il 15,4%.
* la Regione in cui Azione e Italia Viva hanno la percentuale più alta è la Lombardia con il 10,3%. La Regione in cui Azione e Italia Viva hanno la percentuale più bassa è La Calabria con il 4,1%. La media del voto di Azione e Italia Viva in Italia è il 7,8%.
* Nei collegi uninominali il Centro Destra prende parlamentari in tutta Italia. I 5stelle solo in alcune zone del Sud e il Centro Sinistra prevalentemente solo in Emilia-Romagna e zone vicine.
* Un dato fondamentale è il seguente.
Tra il 2001 e il 2008 Il Centro Destra varia in Italia da un minimo del 43% dei voti ad un massimo del 50,3%. Il Centro Sinistra similmente nello stesso periodo varia tra un minimo del 42,7% dei voti ad un massimo del 49,8%.
Due forze che si equivalgono.
Invece dal 2018 al 2022 cambia tutto.
Nel 2018 le componenti divengono 3: Centro Destra con il 37,8%, Centro Sinistra con il 27,8% e 5stelle con il 32,7%.
Nel 2022 le componenti divengono 4: Centro Destra con il 42,9%, Centro Sinistra con il 26,6%, Centro con il 7,8% e 5stelle con il 15,4%.
A livello politico, non di voti, si può dire con chiarezza che:
il Centro Destra cresce in maniera evidente e diviene una forza elettorale stabile nel corso degli anni pur mutando al proprio interno le percentuali per i singoli partiti. Il Centro Sinistra invece, dopo un calo pesante con la nascita sei 5* rimane sostanzialmente fermo ma tutta l’area non di destra si divide sostanzialmente in 4 parti: i Verdi e la Sinistra che rimangono sempre stabili, il PD che non varia molto nelle ultime elezioni, il Centro che compare con forza solo nel 2022 ed i 5stelle che divengono componente del Centro Sinistra con il dimezzamento dei loro voti.
* Se si guarda una cartina del voto appare chiaro che il primo partito al nord (esclusa l’Emilia Romagna) ed in buona parte del Centro appartiene quasi sempre al Centro Destra e al Sud invece ai 5stelle.
* Analizziamo meglio il voto ai partiti di Centro Destra.
Se analizziamo Forza Italia ci rendiamo conto del trend: in Italia nel 2006 era il 36%, nel 2008 il 37,4%, nel 2013 il 21,6%, nel 2018 il 14% e nel 2022 l’8,6%.
In soli 16 anni un cambiamento di voti che nel secolo scorso sarebbe stato impensabile.
* Se analizziamo la Lega nel 2006 prese il 4,6%, nel 2008 l’8,3%, nel 2013 il 4,1%, nel 2018 il 17,4% e nel 2022 l’8,8%.
Qui il calo è molto più rapido. Si dimezzano praticamente i voti negli ultimi 4 anni.
* Se analizziamo il voto a Fratelli d’Italia scopriamo un indice opposto a quello di Lega e Forza Italia. Dal 2% del 2013 al 4,4% del 2018 per volare al 26% del 2022.
Anche questo aumento di voti sarebbe stato impossibile nel secolo scorso.
* Guardiamo ora meglio ai voti del Centro Sinistra.
Se analizziamo il voto al Partito Democratico vediamo una modificazione molto più lenta ma assai significativa. Nel 2006 è il 31,3%, nel 2008 il 33,2%, nel 2013 il 25,4%, nel 2018 il 18,7% e nel 2022 il 19,1%. È un calo continuo dal 2006 che si arresta solo nel 2022 con un risultato che però non recupera quanto lasciato per strada in passato.
Se nella cartina d’Italia il Movimento 5stelle appare un partito meridionale e Fratelli d’Italia un partito settentrionale, il PD consolida la propria definizione di Partito che incrocia prevalentemente l’Emilia Romagna, la Toscana e parte di altre regioni confinanti oltre ad alcune presenze prevalentemente urbane.
* L’alleanza Verdi Sinistra può confrontare il proprio voto solo con il 2018. E non segna cambiamenti radicali.
* Guardiamo ora fuori degli schieramenti tradizionali ed in particolare al voto del Movimento 5stelle.
Il grande salto di qualità dei votanti avvenne tra il 2010 e il 2013. Dal 4,4% al 25,6%. Nel 2018 il voto fu confermato in buon aumento giungendo al 32,7%. Il crollo nel rapporto tra 2018 e 2022. La perdita della metà dei voti con il 15.4%.
* Sempre fuori dagli schieramenti classici vi è il voto ad Azione e Italia Viva.
Un voto del Centro Nord, se si guarda la cartina dell’Italia. Infatti se la media Italiana è il 7,8% le regioni sopra l’8,5% sono Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Toscana. Mentre quelle sotto il 6% sono Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise.
* Molto interessanti i voti per grandezza demografica. Fanno capire molte cose.
Fratelli d’Italia ha una percentuale del 29,5% nei comuni fino a 5.000 abitanti e il 22,8% nei comuni sopra i 100.000 abitanti.
La Lega per le stesse situazioni passa dall’11,8% al 5,7%.
Forza Italia per le stesse situazioni passa dal 9,6% al 6%.
Il Centro Destra ha quindi una caratteristica comune. Viene votato nei piccoli comuni molto di più che nei grandi comuni italiani.
* Sempre per quanto riguarda la grandezza demografica il Partito Democratico ha una percentuale del 16,3% nei comuni fino a 5.000 abitanti e il 22,9% nei comuni sopra i 100.000 abitanti.
Alleanza Verdi e Sinistra per le stesse situazioni passa dal 2,8% al 5%.
Medesimo trend per il Movimento 5stelle che passa nelle stesse situazioni dal 12% al 16,2%.
La sinistra e i 5stelle quindi sono più partiti metropolitani e di grandi comuni piuttosto che di piccoli.
* Decisivo è il ragionamento sulla provenienza dei voti.
Per Fratelli d’Italia essa è prevalentemente legata alla perdita di Forza Italia e della Lega con una componente non indifferente che proviene dai 5stelle.
Il Movimento 5stelle invece pesca i voti da se stesso, dagli astenuti e in piccola parte dalle sinistre.
Azione e Italia Viva prendono i voti fondamentalmente dal PD, da +Europa ed in parte minore da Forza Italia.
* La permanenza della fiduciarietà di voto al PD è alta: quasi il 70% e la maggiore fuoriuscita è per Azione.
Interessante questo dato perchè leggendo fb si aveva una sensazione diversa e cioè di travaso di voti dal PD ai 5stelle.
Invece è avvenuto esattamente il contrario come vedremo.
* Il voto ai 5stelle segnala invece una fiduciarietà molto più bassa, al 55% e le fuoriuscite sono per l’astensione, per Fratelli d’Italia e per il PD.
* Il voto a Forza Italia per oltre il 20% è andato a Fratelli d’Italia mentre solo per il 6% ad Azione.
La fiduciarietà è bassa, poco sopra il 50%.
* il voto alla Lega è migrato verso Fratelli d’Italia per più del 40%.
* Le donne votano di più degli uomini per la Lega, il PD, i Verdi e Sinistra.
Il 27% delle donne vota Fratelli d’Italia contro il 26% di voti in generale, il 21% delle donne vota per il Partito Democratico contro il 19,1% di voto generale.
* Gli uomini votano di più delle donne per Fratelli d’Italia, e Azione Italia Viva.
* È interessante il voto dei giovani.
Calcolando i nati tra il 1981 fino dopo il 1996 si ha che nella preferenza giovanile il Movimento 5stelle rispetto ad un voto complessivo del 15,4% prende tra i giovani tra il 20,6% e il 21,6%.
Azione Italia Viva rispetto ad una percentuale nazionale del 7,8% prendono tra i giovani tra il 5,7% ed il 9,1%.
Verdi Sinistra rispetto al loro 3,6% prendono tra il 5,1% e l’8,2%.
Forza Italia rispetto al suo 8,1% prende tra i giovani tra il 7,6% e l’8,8%.
La Lega rispetto al suo 8,8% prende tra il 4,3% è il 9,2%.
Fratelli d’Italia rispetto al suo 26% prende tra il 13,8% e il 21,2%.
Il Partito Democratico rispetto al suo 19,1% prende tra i giovani tra il 15,5% ed il 18,8%.
L’unico partito che si stacca in positivo nel rapporto con i giovani appare il Movimento 5stelle.
* Va aggiunto che il voto degli studenti si divide in pratica per tre partiti: Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Movimento 5stelle.
* Il voto degli operai è particolarmente significativo. Supera il 30% per Fratelli d’Italia, supera il 13% per la Lega, supera il 16,4% per il Movimento 5stelle.
Questi tre partiti hanno un risultato molto forte tra gli operai che complessivamente arriva al 64% di quel corpo elettorale.
Invece è interessante notare come la sinistra prenda tra gli operai solo il 13,4%.
Va solo notato che a proposito del voto degli operai diverge parzialmente l’interpretazione di SWG che invece attribuisce a Fratelli d’Italia il 21% del voto operaio, alla Lega il 13%, a Forza Italia l’11%, al PD il 18%, ai 5stelle il 21%, a Azione e Italia Viva il 5%.
In questo quadro solo la Lega, Forza Italia e i 5stelle hanno una percentuale di voto operaio superiore al voto espresso.
* Interessante è il voto per i pensionati. Due sono i partiti che hanno un voto dei pensionati superiore al voto generale e cioè Forza Italia e il Partito Democratico mentre gli altri partiti hanno in genere un voto assolutamente simile nelle percentuali.
* Particolarmente strano è il risultato (elaborato da SWG) del voto del ceto medio: mentre in tutti i partiti equivale al voto generale è superiore del 2% per Fratelli d’Italia e inferiore del 2% per il PD. Questo elemento sembrerebbe in contraddizione con la definizione del PD come partito ZTL.
* Molto interessante è invece l’analisi del voto di chi ha difficoltà economiche. I due partiti penalizzati sono il PD che prende il 14% dei voti di questo segmento contro il 18% generale e dall’altra Azione e Italia Viva che prendono il 2% contro l’8% generale.
Sempre due sono i partiti che invece guadagnano dal voto di chi ha difficoltà economiche: Fratelli d’Italia con il 29% rispetto ad un 26% generale ed i 5stelle con il 23% contro un 15% generale.
Tutto ciò è dimostrativo delle diverse analisi politiche: il PD non viene ritenuto difensore delle fasce disagiate mentre il Movimento 5stelle viene ritenuto punto di riferimento di tali fasce.
* Qualche dato interessante viene dall’esame del rapporto tra i partiti e i social.
Diamo un riferimento su come i leader dei partiti sono stati presenti.
Nel dibattito elettorale Renzi comincia in tono minore e conclude in tono minore; la Meloni inizia molto debole e termina fortissima; Letta inizia in tono minore, cresce in alcuni picchi e termina in tono minore; Conte inizia in tono minore e termina molto forte; Calenda inizia fortissimo e chiude debole; Salvini inizia debole, ha grandi picchi di forza e chiude non male; Berlusconi inizia con forza e chiude in ribasso.
Su Twitter il più forte è Calenda ed il più debole Salvini.
A pari merito con Calenda, Meloni, Letta e Fratelli d’Italia.
La presenza totale su Facebook premia come primo Conte seguito da Meloni e Salvini. Letta è all’ultimo posto.
* Nel Veneto l’affluenza alle urne vede in testa Padova con il 72,5% (nel 2006 89,3%) seguita da Vicenza con il 71,5% (nel 2006 89,2%), Treviso con il 70,7% (nel 2006 87,3%), Verona con il 70,6% (nel 2006 88,1%) Venezia con il 67,6% (nel 2006 86,3%, Rovigo con il 67,4% (nel 2006 87,3%) ed i fine Belluno con il 63,6% (nel 2006 82,4%).
* Tra il 2018 e il 2022 la variazione della partecipazione al voto è ovunque negativa con il primato di Belluno e i picchi negativi di Venezia e Rovigo.
* Interessante è riepilogare i voti reali avuti dai partiti nel Veneto nel 2022:
Fratelli d’Italia 821.583 32,7%
Partito Democratico 409.001 16,3%
Lega 365.190 14,5%
Azione e Italia Viva 210.720 8,4%
Forza Italia 175.057 7,0%
Movimento 5stelle 146.319 5,8%
Alleanza Verdi Sinistra 83.426 3,3%
+Europa 77.238 3,1%
Noi Moderati 51.278 2,0%
Impegno Civico 8.741 0,3%
Altri partiti diversi 163.328 6,5%
* L’area di Centro Sinistra aveva nel Veneto il 40,4% alle regionali del 2005, il 40,2% alle politiche del 2006, il 34,9% alle politiche del 2008, il 34% alle europee del 2009, il 29,3% alle regionali del 2010, il 24,8% alle politiche del 2013, il 42,3% alle europee del 2014, il 24,1% alle regionali del 2015, il 23,7% alle politiche del 2018, il 26,3% alle europee del 2019, il 18,2% alle regionali del 2020 ed il 23% alle politiche del 2022.
Il voto del Centro Sinistra è quindi stabilizzato dal 2013.
* L’area di Centro Destra aveva nel Veneto il 47,7% alle regionali del 2005, il 49,1% alle politiche del 2006, il 57,6% alle politiche del 2008, il 59,6% alle europee del 2009, il 61% alle regionali del 2010, il 32,4% alle politiche del 2013, il 33,2% alle europee del 2014, il 60,3% alle regionali del 2015, il 48,6% alle politiche del 2018, il 63,2% alle europee del 2019, il 78% alle regionali del 2020 ed il 54,2% alle politiche del 2022.
Il voto del Centro Destra risulta avere superato l’episodio 5stelle ed è quindi stabilizzato dal 2015.
* il Movimento 5stelle aveva nel Veneto il 2,6 % alle regionali del 2010, il 26,3% alle politiche del 2013, il 19,9% alle europee del 2014, il 10,4% alle regionali del 2015, il 24,4% alle politiche del 2018, l’8,9% alle europee del 2019, il 2,7% alle regionali del 2020 ed il 5,8% alle politiche del 2022.
Il voto del Movimento 5stelle appare quindi più definito dopo il 2019.
* L’area di Centro non ha raffronti credibili prima del 2022 dove si colloca all’8,4%.
* Nel Veneto più che altrove appaiono evidenti i dati di differenza tra Centro Destra a altre forze politiche.
Il Centro Destra è al 54,2%. PD con Verdi Sinistra, Movimento 5stelle e Azione con Italia Viva raggiunge sempre nel 2022 il 37,2%.
* Le motivazioni nazionali del voto sono interessanti da valutare. Indichiamo per partito in maniera sintetica le regioni del voto:
Fratelli d’Italia sempre coerente 40
proposte valide 31
Giorgia Meloni 30
mai governato 22
Lega proposte valide 28
Matteo Salvini 19
sempre votata 15
Forza Italia proposte valide 27
moderato a destra 24
ha governato bene 19
Partito Democratico ere destra 30
europeista 25
sempre votato 21
5stelle Giuseppe Conte 49
vero di sinistra 23
proposte valide 18
Azione e Italia Viva proposte valide 30
no irrealizzabile 24
competenti 23
Appare chiaro come venga premiata la coerenza di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni.
Come la Lega venga scelta per alcune sue proposte chiaramente di parte (migranti). Come il PD sia scelto per il suo slogan sul battere la destra che si rileva però ed evidentemente insufficiente.
Come Calenda appaia capace e propositivo.
Come il Movimento 5* abbia fatto bene a rompere il governo Draghi divenendo così riferimento obbligato di una sinistra insoddisfatta e ribellista.
* i militanti della Lega non danno a Salvini la colpa della sconfitta.
I militanti del PD interpretano il risultato non come una stagnazione del Partito ma come una sconfitta e danno la colpa al loro Segretario Letta.
68% elettori PD per le dimissioni di Letta
25% elettori PD contrario alle dimissioni di Letta
7% elettori non si esprimono.
17% elettori Lega favorevole a dimissioni Salvini
70% elettori Lega contrario a dimissioni Salvini
13% non si esprimono
* il risultato elettorale è considerato insoddisfacente dai giovani.
In particolare dai più giovani (18 – 24 anni).
* Interessanti sono i dati post elezioni e relativi alle sensazioni del popolo italiano.
Inseriamo i raffronti sulle sensazioni tra prima e dopo il voto.
Giorgia Meloni provoca curiosità (prima 18 dopo 25); amarezza (prima 17 dopo 24); speranza (prima 11 dopo 14); paura (prima 30 dopo 13); indifferenza (prima 17 dopo 13); soddisfazione (prima 7 dopo 11).
* Le aspettative sul Governo Meloni: molto positive 13, abbastanza positive 26, abbastanza negative 20, molto negative 25, non saprei 16.
Complessivamente quindi negative: 45 contro 39.
* I dati sulla provenienza del voto a Fratelli d’Italia confermano quanto già citato:
16% conferma il voto, 30% del voto viene dalla Lega, 20% del voto viene da Forza Italia, 17% del voto viene dai 5* e 17% dagli astenuti.
* I dati sulla provenienza del voto al Partito Democratico confermano quanto già citato:
61% conferma il voto, 10% del voto viene da altri partiti di sinistra, 15% del voto viene da 5stelle, 4% del voto viene dal Centro Destra e 10% dagli astenuti.
* Fondamentale è la composizione del voto ai 5stelle e cioè la collocazione che i votanti dichiarano.
La indichiamo nel 2018 e nel 2022 per far vedere le modificazioni.
Centro Destra 2018 12% 2022 4%
Centro Sinistra 2018 29% 2022 49%
Centro 2018 15% 2022 16%
Non collocati 2018 44% 2022 31%
* Fondamentale anche la composizione del voto di Azione e Italia Viva.
Esso proviene per il 35% dal PD, per il 26% dagli astenuti, per 13% dai 5*, per l’8% dalla Lega, per il 7% da +Europa, per il 6% da Forza Italia e per il 5% da altri partiti del Centro Sinistra.
Dati questi molto interessanti che sembrano motivare in parte il comportamento post elettorale del PD che avverte come la sua componente centrista sia fortemente diminuita.
* Sempre su Azione e Italia Viva vale la pena di riflettere sulla collocazione politica del loro elettorato. 40% di Centro Sinistra, 35% di Centro, 12% di Centro Destra e 13% di non collocati.
*** le riflessioni qui esposte sono di mia unica responsabilità. Le analisi sono in buona parte riferite ad un lavoro di Paolo Feltrin dell’ottobre del 2022. Fonte dei dati spesso è l’Ipsos con una sua analisi quadro delle elezioni. Una riflessione sui social è invece riferita a Sociometrica AIDAMonitoring dell’ottobre 2022. Altre riflessioni provengono da materiali esaminati e prodotti da SWG.
Treviso 13 11 2022 – Complimenti per questa analisi molto approfondita… Gianni Milanese
Manca il dato sugli Italiani all’estero: Molti aventi diritto non hanno votato. I dati sugli astenuti dovrebbrero evidenziare il dato, fornendo il dato totale e quello degli astenuti residenti all’estero.