Il dissenso non è tollerato minimamente   nel parlamento del giureconsulto iraniano, ma le gravi difficoltà in cui versa l’intero popolo dell’Iran, assolutamente sì.  

Un elenco di alcune condizioni reali presenti in Iran:

Uccisione di 47 bambini nelle manifestazioni, da due mesi in Iran.

Aumento esponenziale del prezzo delle automobili.

Aumento esponenziale del prezzo degli immobili.

La mancanza di medicinali e conseguente mercato nero.

Il caro vita di merci essenziale per la vita di tutti i giorni della popolazione.

La povertà assoluta di una percentuale elevata di popolazione.

Suicidio come dramma collettiva in vertiginoso aumento, soprattutto a carico delle donne e nelle città.

Ingresso nella guerra tra la Russia e l’Ucraina con l’uccisione dei civili grazie ai droni e missili di fabbricazione iraniana. Il governo del Velayat Faghih, non è la prima volta che sconfina il paese invadendo altre nazioni, vedi (Iraq, Siria, Libano e Yemen).

Una corruzione  pari all’enormità di 92.000 miliardi di tuman.

Aumento vertiginoso del rapporto di cambio tra la moneta iraniana e il dollaro (nel 1979 valeva 7 tuman, oggi 37.000 tuman).

Di fronte a tutti questi disastri economici e umani i 227 parlamentari sono rimasti in silenzio.

Mentre di fronte alle proteste di milioni di giovani in Iran (60% degli iraniani ha età inferiore a 30 anni), il parlamento rivendica la pena di morte!

Nel codice penale islamico, esiste un articolo, con una definizione in lingua araba: Mohareb (cioè nemico di dio sulla terra) per il quale viene punito l’accusato con la pena di morte.

Questi rappresentanti del popolo (227 parlamentari), hanno firmato un documento ove richiedono alla corte della Giustizia della sharia di procedere con la legge del taglione (Ghassas).

Attualmente sono 11 gli arrestati che rischiano la pena di morte in breve tempo.

In questo breve arco di tempo non vi è alcuna possibilità per questi imputati di essere difesi dai loro avvocati.  In realtà gli accusati sono tutti stati torturati e hanno dovuto ammettere reati non commessi, inoltre una parte cospicua degli avvocati si trovano in carcere per avere difeso i loro assistiti in ossequio delle carte costituzionale.

La portavoce della magistratura (apparentemente indipendente), completamente sotto il controllo dell’Ayatollah Alì Khamenei, ha rivendicato 1024 reati per gli arrestati, e ha rivendicato la massima pena per gli accusati. Il portavoce della Repubblica Islamica, ha dichiarato che ci sarà una punizione esemplare per i colpevoli.

Il manifesto dell’ONU sui diritti umani non ha alcuna affinità con le decisioni della Repubblica Islamica dell’Iran.

Non esiste la democrazia in Iran, è un regime del giureconsulto, unico esperimento religioso nel mondo, retto da un potere piramidale. Perciò il sistema politico non è retto da criteri democratici, il potere è nelle mani di una persona, la magistratura non gode di alcuna indipendenza e trasparenza. 

Chiediamo a tutti i democratici e ai difensori dei diritti umani di protestare inviando una lettera all’ambasciata iraniana a Roma e all’Onu contro la decisione del governo del giureconsulto.          

Padova li, 13.11.2022

Mohsen Hamzehian (UPDI)

2 COMMENTS

  1. Vergognoso attacco delle cosiddette autorità iraniane ne confronti della popolazione più fragile, donne e bambini, già provati da decenni di politiche antidemocratiche. Lottiamo in ogni modo in ogni forma possibile al fianco del popolo iraniano. Miriam Distefano

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