LEGGI ANCHE: America latina…
Si può essere straordinari anche continuando a essere persone comuni e raccontando le proprie incredibili storie in un libro. È proprio quello che viene raccontato nelle quattro conferenze dal titolo “Geostorie 2022: Mogliano incontra il mondo” organizzate dall’Associazione Omega aps di Mogliano Veneto. Il primo dei quattro incontri con gli autori, svoltosi martedì 15 novembre presso il Centro sociale di Mogliano, ha avuto come tema l’accoglienza. La seconda conferenza invece ha volto lo sguardo verso il Cile e ha avuto come punto focale il libro di un uomo che, partecipando a un progetto finanziato dai sindacati, ha cambiato le sorti di un Paese come il Cile schiacciato per 17 anni, dalla dittatura di Pinochet. Martedì 22 novembre è stata la volta di un libro riguardante Gino Strada dal titolo: “In ricordo di Gino Strada. La migliore cosa che possiamo fare”. Il ciclo di incontri si concluderà martedì 29 novembre con temi cari a tutti quali: il clima, la scienza e la politica. L’autore parlerà del suo libro: “I tempi stanno cambiando. Clima, scienza e politica“.
“Alborada”-La tipografia della libertà”
Ho avuto il piacere di conoscere personalmente l’autore di questo libro autobiografico, Tarcisio Benedetti, perché prendeva parte a un corso di inglese dove io avevo il ruolo di insegnante. Un uomo sorridente, ironico, sempre pronto alla battuta ma attento e partecipe alle lezioni. Non parlava molto della sua vita passata se non con brevi cenni fugaci. Sapevamo che era stato in Cile per un lungo periodo e che improvvisamente era dovuto fuggire con sua moglie e sua figlia nel ’78, ma non ci aveva detto il motivo della fuga. Poi, durante una cena di fine corso, ci ha narrato per filo e per segno la sua incredibile storia e io, allora studentessa di giornalismo, sono rimasta letteralmente a bocca aperta. Una storia di coraggio, di sacrifici e di amore verso una popolazione profondamente prostrata dalla sanguinosissima dittatura del generale Pinochet durata dal 1973 al 1989. Tarcisio si reca una prima volta in CIle nel 1974 per svolgere il servizio civile grazie a un progetto del Mlal (Movimento Laici per l’America Latina). Parte insieme alla moglie Alba Bontempi e decide di vivere in un Paesein pieno regime dittatoriale, per insegnare alla scuola professionale di Curanilahue. I due vi rimangono fino al 1978, quando sono costretti a lasciare il Paese in gran segreto, braccati dalla polizia del regime, per aver stampato bollettini clandestini da parte dell’opposizione democratica.
Il ritorno in Cile nel 1987 e la vittoria della libertà
Ritornato a Verona con la moglie e la figlia, Tarcisio ripensa spesso alla gente che stava lottando per la libertà. Riprende il lavoro alla Mondadori, dove rimane fino al 1987. Nello stesso anno parte nuovamente per il Cile grazie al Progetto Alborada, nato dalla collaborazione tra il sindacato cileno (la CUT) e quello italiano (la CISL).
Il progetto prevedeva la realizzazione di un centro grafico che fosse d’appoggio alla stampa d’opposizione da poco nata. La giunta militare possedeva infatti la quasi totalità dei quotidiani, delle radio e delle televisioni; per tale ragione, diffondeva l’immagine di una realtà ben diversa da quella presente nel Paese. Grazie alla stampa di due dei maggiori quotidiani d’opposizione : “La Epoca” e il “Fortin Mapocho” la popolazione ha potuto finalmente realizzare ciò che stava effettivamente accadendo in Cile: torture, sparizioni, omicidi, fosse comuni e la stampa completamente assoggettata al regime. E così ha deciso durante il Plebiscito del 1988 di porre fine al regno incontrastato di Pinochet e di ritornare finalmente alla democrazia. Il popolo ha scelto la libertà, ha scelto di poter nuovamente pensare, sognare, cantare, scrivere e vivere senza vincoli imposti. Tarcisio non ha potuto raccontare personalmente la sua incredibile avventura perché è prematuramente scomparso il 4 marzo 2021. In Cile non era solo, era affiancato da una compagna forte e altrettanto generosa, sua moglie Albina Bontempi.
Il racconto di Alba
Ci sono donne che per indole, cultura o scelta decidono di vivere un passo indietro rispetto al marito, altre invece che, nella vita, camminano a fianco del loro compagno e, osservandoli, non si riesce a capire dove finisce l’uno e inizia l’altro tanto è forte il legame. Questo è il caso di Alba e Tarcisio, due persone generose, energiche, l’uno la spalla dell’altro, ma entrambi impegnati su diversi fronti durante la loro permanenza in Cile. Alba ci racconta dell’avventura di Alborada e anche del suo ruolo di “infermiera” (nonostante lei sia una fisioterapista) sia a Curanilahue che a Santiago. Una popolazione poverissima che doveva essere curata e nello stesso tempo istruita su come crescere, nutrire e curare i bambini lontano dalle poco ortodosse credenze popolari. Accettata e amata dalla popolazione, era l’unica che poteva recarsi in certi quartieri di Santiago dove nemmeno la polizia si sognava di avventurarsi. Nella sala conferenze non volava una mosca e tutti pareva pendessero dalle labbra di Alba, una donna minuta e gentile, ma con la forza di una cascata.
Una serata in onore della generosità di due persone che non hanno avuto paura di sfidare la sorte per aiutare il prossimo, una serata arricchente, una serata in cui mi sono chiesta se, anch’io, un giorno potrò guardarmi indietro con altrettanto orgoglio.