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Il nuovo anno è appena iniziato e due libri, tra gli acquisti più recenti che tengo a portata di mano, ricordano nel loro titolo l’ombra che il nostro tempo complesso e addolorato stende sulla festa.
Del primo mi sono permessa di storpiare il titolo, in modo un po’ azzardato, per darne uno a questo scritto (etica e poetica hanno in realtà etimologia molto diversa). Si tratta di “Etica per giorni difficili” di Vito Mancuso (Garzanti, 2022), un corposo volume di filosofia scritto con l’inconfondibile ‘voce’ dell’autore: il suo stile limpido e carismatico in cui sembra di udire, alla lettura, il piacevole accento a cui ci ha abituato nelle sue innumerevoli conferenze. Quasi quattrocento pagine ci parlano – senza affaticare – del bene e del male, e del perché il bene dovrebbe essere preferito al male. Nella quarta di copertina si leggono queste parole: ‘L’etica, ben prima di essere qualcosa che dobbiamo fare, è qualcosa che ci custodisce, è la nostra dimora’. Lo è sempre, e ancor di più nei giorni difficili.
“Orfano di ideologie politiche e di fedi religiose in grado di dare unità, il nostro tempo ha urgente bisogno di ritrovare un criterio del bene e del male (nonché della bellezza, perché etica ed estetica vanno sempre di pari passo).” [pag. 259]
Del bene e del male parlano anche i versi di Violante Vibora, nella sua ultima raccolta: “Quaderni dell’amore e del pericolo”, (Ronzani Editore, 2021). Sta in cima a una pila di volumi di poesia – Luzi, Montale, Gualtieri, Bre, Biagio Marin… cito solo quelli che stanno sulla vetta in questi giorni – accanto al mio letto: mi basta allungare una mano per trovare cura per l’insonnia, energia di primo mattino, nutrimento e respiro, quando serve/quando non serve, abbraccio della sera. Poesia sempre, e ancor più nei giorni difficili.
Ai versi di Violante Vibora ricorro spesso, ne cito alcuni dal “Quaderno del pericolo”, senza commentare quanto dicano di questo nostro inquieto tempo di dolore e di lotta:
“Vorrei dire alla maniera di chi fa male ma il male si rivolta, si sente con un raschio, un peso sulle corde vocali non più risonanti all’incanto e tanto accresce quel peso anche la minuta distrazione di chi non sa anche assistere alle feste degli altri tutto l’essere divenuto corda d’arpa nuova sensibile e in attesa di un suono che lo richiami di un tocco qualsiasi, che prema un po’ meno.” [pag. 95]
E ancora:
“Tengo alto questa specie di orgoglio come se avessi il collo svettante e la lingua blu di una giraffa lo tengo alto a sbandierarsi al vento anche se vale solo poco più del mio sforzo anche se mi pare talora di reggere lo stelo reciso di una calla.” [pag. 105]
“Questo affacciarsi dalla scogliera questo bere vino tra le fiamme mentre la città gela…” [pag. 104]
Dice ancora Vito Mancuso: “Il cuore è l’organo dell’etica, ma il grande problema è che oggi non c’è nessuna educazione del cuore. Oggi si educa solo la mente cognitiva, il che è certamente doveroso, ma non è sufficiente […]. È l’educazione del cuore, unita a quella della mente, a generare il modo complessivo di essere e di stare al mondo di un essere umano all’altezza dell’ideale della humanitas.” [pag. 183]
Da “Quaderno dell’amore” di Violante Vibora:
“L’amore guarisce si ripete spesso in modo che il suono scenda dentro sé e fiorisca l’amore guarisce l’amore guarisce la sua lingua ripete ed è erba dopo la pioggia d’aprile.”
Se l’etica è la nostra dimora, la poesia è la vita che la abita. Insieme custodiscono la speranza. Un caro augurio di giorni meno difficili e senza pericolo, ovunque e a tutti nel mondo!
Treviso 03 01 2023 – Grazie della presentazione. Leggerò il Libro…