La Shoah e il suo orrore derivano diretti dalle leggi razziali che nel 1938 la dittatura fascista promulgò. Un poco invidiabile primato di cui purtroppo ci dovremo sempre vergognare.
Ed ecco la nostra storia. Il ricordo di una nostra concittadina moglianese che ha direttamente vissuto questa parentesi storica di intolleranza e crudeltà. La signora Ester Frezza Bizzarro Jacchia (tre cognomi che spiegheremo dopo) da ragazzina è fuggita dall’Italia assieme la sua famiglia perché suo papà Ermes era ebreo. Vicentino attivo, amico di tutti, commercialista e soprattutto editore. Bravo ma scomodo per i fascisti che avevano a suon di manganellate e arresti reso impossibile la vita a qualsiasi democratico lasciamo la parola ad Ester (intervista completa su ildiarioonline del 12/10/22).
Nel ’38 con le leggi razziali cosa vi succede?
Mio papà era già sorvegliato speciale, un antifascista e per di più ebreo. Per fortuna gli amici lo avevano protetto ma poi la situazione precipitò. Tramite un’amica del questore ottenemmo i passaporti e il primo gennaio del ’39 fingendoci turisti abbandoniamo tutto e via nel sud della Francia. Eravamo adesso stranieri poveri, io non sapevo il francese, ma sai da bambine si impara subito e divenne la mia nuova lingua in poco tempo. Mia madre si adattò e stirava per le famiglie del luogo. Mio padre venne assunto come contadino, in realtà faceva di nascosto l’amministratore di una società agricola di proprietà di un vicentino. A Montauban è dura ma anche da qui dobbiamo scappare. Nel ’43 i soldati nazisti occupano anche il sud della Francia. Me li sogno ancora. Dobbiamo fuggire e grazie al coraggio della mamma prendiamo l’ultimo treno riservato agli ebrei per l’Italia. Riusciamo ad arrivare a Vicenza ma dobbiamo ancora dividerci. Pianti e disperazione. Papà cerca di scappare verso gli Alleati che stavano avanzando verso il Po, lui come ebreo rischiava più di tutti. Niente da fare, non ce la fa ma riesce ad andare in Svizzera. Niente asilo dorato anzi, ti mostro le foto, sembra un campo di concentramento. Là, proprio lui che non aveva mai fatto niente di pratico (lampo di ironia negli occhi di Ester) è costretto a pulire le camerate, le latrine… Noi invece troviamo rifugio in una casetta a Marsan, vicino a Marostica. Vita dura specie per mia mamma e io devo ricominciare a studiare italiano ma grazie ad una maestra riesco a…
Scusi non ho capito ma lei Ester non era ebrea?
È un po’ complicato. I miei genitori avevano fatto una scelta molto moderna per quei tempi. Secondo loro avrei deciso a quale religione aderire da grande. Inoltre una legge fascista che aveva il compito di togliere di mezzo ogni residuo di ebraismo mi permise di assumere il cognome di mia madre, Bizzaro. Pensa che fui battezzata a undici anni. Una delle poche che ha partecipato alla discussione sulla scelta del proprio nome (altro lampo di allegria).
Cara signora Ester Bizzarro Jacchia il suo racconto per fortuna è a lieto fine. Il papà riesce a tornare e lei dopo verrà ad abitare a Mogliano e a sposare il signor Frezza. Una storia che lei ha raccontato nelle scuole con una vivacità e una ironia personale molto yiddish.
Ai ragazzi doveva ripetere che se ne era dovuta andare perché non era considerata italiana anche se era nata in Italia e frequentava la scuola italiana…
Ieri, oggi, domani.
Treviso 30 01 2023 – Grazie per questo contributo…