Sul filo della cronaca, della storia e della memoria: è questo il legame tra i cinque incontri di questo ciclo di “Mogliano incontra la storia” dedicato agli “anni di piombo”, organizzato dall’Associazione OMEGA aps e che inizia venerdì 24 febbraio.
L’affresco generale di uno dei periodi più bui della storia della Repubblica lo fornisce Miguel Gotor che ripercorre quelle vicende in punta di penna, facendo parlare quella generazione nata dopo la guerra e che aveva fatto il Sessantotto con l’ambizione di cambiare il mondo. Lo storico, attualmente assessore alla cultura del Comune di Roma, ci illustra i momenti chiave di un decennio turbinoso, ove le contraddizioni della modernizzazione sono il basso continuo su cui si muovono la contestazione giovanile e quella operaia, e ancora la strategia della tensione, lo stragismo e la lotta armata, la solidarietà nazionale, il movimento del Settantasette e il femminismo fino al tramonto della guerra fredda.
Nel giro di pochi anni quella generazione si trovò a fare i conti con la caduta delle illusioni e – ce lo racconta Guido Panvini – con la strategia della tensione, con gli opposti estremismi, con lo scontro tra neofascismo e sinistra extraparlamentare, con lo stragismo di destra e il terrorismo delle Brigate Rosse. Un decennio tragico con i morti nelle piazze, con i sequestri, con la violenza politica. Per la prima volta queste forme di violenza sono restituite attraverso le voci dei protagonisti, le loro scelte e le loro culture. La logica della violenza è ripercorsa nelle reciproche dinamiche di scontro, che fanno emergere la diversità di repertori d’azione e le differenti strategie della violenza. Ma questa è anche una storia di contaminazioni e di rispettive influenze politiche, ideologiche e culturali, che ci invita a riflettere sull’Italia di oggi.
Saranno preziose la presenza e la testimonianza di Giuliano Turone, il magistrato che ha scoperto la loggia massonica P2 e indagato su alcune delle vicende più oscure di quel periodo: dal sequestro Moro all’omicidio di Mino Pecorelli, dalle attività illecite di Michele Sindona all’uccisione di Giorgio Ambrosoli, fino alla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Una sequenza impressionante di stragi, assassinii, complotti, tentativi di colpi di Stato. Un cumulo di fatti atroci maturati in un arco di tempo ristretto (1978-1980) e rimasti il più delle volte senza giustizia. Ci addentreremo negli anfratti di storie torbide e sconvolgenti che hanno come protagonisti criminali, terroristi e mafiosi ma pure uomini delle istituzioni, veri traditori della Repubblica. Ciascuno di essi, con responsabilità diverse, ha tramato contro la nostra democrazia. Come dimostra Turone, solo grazie al sacrificio di eroi valorosi tra magistrati, carabinieri, finanzieri e poliziotti, e all’impegno di alcuni politici tenaci e coraggiosi come Tina Anselmi, l’Italia è riuscita a rimanere un paese libero.
Alla fine lo Stato vince – ce ne parla Monica Galfrè – ma pagando un prezzo molto alto. Non senza scoprire che esistevano pezzi paralleli e deviati dello Stato che depistavano, tramavano, organizzavano dei golpe per sovvertire l’ordine costituzionale. Nelle parole dei protagonisti di quegli anni troveremo il racconto del pentitismo e della realtà scottante del carcere speciale, i movimenti e la legge sulla dissociazione, il potere acquisito dalla magistratura nei confronti della politica, il ruolo svolto dalla Chiesa e dal mondo cattolico nella riconciliazione, il processo di autocritica con cui gli ex terroristi hanno delegittimato l’omicidio e la violenza. Una normalizzazione complessa e tormentata, dopo eventi che hanno trasformato nel profondo le coscienze dei singoli e della società, facendo dell’Italia un caso unico in Europa.
Il ciclo si concluderà da dove tutto è iniziato, da quella bomba del 12 dicembre 1969 con cui l’Italia perse la sua innocenza, con un racconto civile affidato alle voci di Daniele Ferrazza e di quel Guido Lorenzon che, grazie alle sue rivelazioni, raccolte dai magistrati Pietro Calogero e Giancarlo Stiz, indirizzò le indagini sulla strage di Piazza Fontana verso l’estrema destra. Un racconto civile sulla vicenda che ha cambiato la storia d’Italia: una precisa regia per cambiare lo stato delle cose, una manciata di terroristi neofascisti, un gruppo di funzionari infedeli dello Stato, l’Italia del miracolo economico, un ballerino anarchico, un ferroviere, un commissario di Polizia, un presidente del consiglio che stava per dichiarare lo stato di emergenza. Ma a Treviso un testimone imprevisto, Guido Lorenzon, ha costretto a cambiare tutti i piani. La battaglia solitaria di un pugno di magistrati indipendenti e un drappello di giornalisti alla ricerca della verità. Una storia di amicizia e bugie, bombe e indagini deviate.