È degli ultimi giorni l’acceso dibattito sull’adesione al progetto “Carriera Alias” all’interno degli istituti superiori di secondo grado. La discussione è nata da una lettera inviata dai consiglieri del partito di Fratelli d’Italia del Comune di Venezia, Anita Menegatto e Andrea Barbini (delegati del partito per i dipartimenti “Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili” e “Istruzione”) al dirigente scolastico del Liceo Classico, Artistico e Musicale Marco Polo di Venezia, Maria Rosaria Cesari.
Va ricordato che la “Carriera Alias” è un progetto che prevede la possibilità da parte degli studenti e studentesse che lo richiedono di utilizzare all’interno dell’ambito scolastico il nome che meglio li rappresenta. Si tratta di un nome utilizzato esclusivamente all’interno dell’ambito scolastico e non nei documenti ufficiali. La modifica del nome e del sesso nei documenti ufficiali è un potere che spetta solo al Tribunale e solo a seguito di una richiesta ufficiale con annessa documentazione.
Questo estratto dal Regolamento per la gestione di una Carriera Alias del Liceo Marco Polo di Venezia chiarisce questa questione:
“Tale modifica del nome costituisce eventuale anticipazione dei provvedimenti che si renderanno necessari al termine del procedimento di transizione di genere, quando la persona richiedente sarà in possesso di nuovi documenti anagrafici di identità personale a seguito di sentenza del Tribunale che rettifichi l’attribuzione di sesso e di conseguenza il nome attribuito alla nascita.Il nome dell’identità elettiva sarà l’unico visibile internamente a tutti i servizi didattici dei docenti e dello/a studente, costituendo di fatto l’unico nome a cui ricondurre la persona.” (Art. 4)
L’Articolo 5 dello stesso regolamento infatti ribadisce che tutta la documentazione ufficiale rilasciata dalla scuola presenteranno il nome anagrafico dello studente:
“Tutte le certificazioni ad uso esterno dal Liceo alla persona richiedente fanno riferimento unicamente all’identità anagrafica.” (Art.5)
L’adesione al progetto è avvenuta tramite una votazione da parte di tutto il corpo docente e ha riscosso particolare successo tra gli istituti di tutto il Veneto (in particolare nelle province di Padova, Venezia e Verona) e tra le famiglie. E’ un progetto che va in contro alle esigenze dei ragazzi e degli adolescenti che sentono il bisogno di esprimersi e di manifestare un disagio interiore e psicologico in aumento. La possibilità di utilizzare anche solo in classe un nome diverso rispetto a quello anagrafico permette a questi studenti di vivere meglio il periodo scolastico, di sentirsi accettati, accettarsi e in parte di limitare il fenomeno dell’abbandono scolastico.
La richiesta di inserimento in questo progetto avviene a seguito di una richiesta da parte dei genitori dell’alunno se minorenne o dell’alunno stesso se maggiorenne “mediante comunicazione firmata con la quale il richiedente dichiara di riconoscersi in una identità di genere diversa da quella assegnata alla nascita, con indicazione del nome elettivo differente da quello anagrafico e dei pronomi scelti.” (Art. 2, Regolamento per la gestione di una Carriera Alias)
Della lettera colpisce molto, non solo il contenuto della lettera, ma come immediatamente sia stata sottolineata l’autonomia d’azione dei due consiglieri veneziani. Sia il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sia il sottosegretario all’istruzione Paola Frassinetti (Fratelli d’Italia) prendono le distanze dalla loro posizione.
Nella lettera i due consiglieri “invitano” la preside a sospendere il progetto facendo leva su alcuni articoli del Codice Civile e Penale (ogni persona ha il diritto a il nome che gli è stato attribuito per legge e non sono permessi cambiamenti e modifiche (Art. 6) e su un’ordinanza della Cassazione del 17 febbraio 2020 che ribadisce la corrispondenza tra sesso di nascita e nome e che solo il Prefetto ha il potere di modificare nome e cognome a seguito di una richiesta formale. Inoltre, sostengono che i docenti possono essere perseguiti per “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici” nel momento in cui attribuiscono un nome diverso agli alunni nel registro di classe.
La preside dell’istituto conferma la decisione presa dal Collegio dei Docenti del Marco Polo e in più interviste ha ricordato il fatto che il “regolamento alias” è in uso dal 2021 a seguito di un parere favorevole di tutto il corpo docenti, che ha riscosso particolare apprezzamento tra le famiglie degli alunni. Inoltre, ha denunciato pubblicamente il tentativo di interferenza di esponenti di partiti politici nella vita scolastica andando a violare il principio di autonomia d’azione interna acquisito dalle varie scuole. Tutto il corpo docenti, le famiglie, gli esponenti politici dell’opposizione sostengono la causa della preside che conferma l’adesione del progetto affermando che comunque si allinea alla tendenza della città di Venezia all’apertura.
-L’argomento, che tocca questioni complesse e che riguardano la sensibilità e il benessere dei ragazzi, avrebbero bisogno di una riflessione libera e franca senza condizionamenti ideologici e rispettosa del disagio che la Carriera alias mette in evidenza e a cui cerca di dare una risposta.