Come già annunciato, sarà Adriano Madaro ad inaugurare la terza edizione degli “Aperitivi narrativi” promossi dall’Associazione Omega aps, che ampio riscontro hanno registrato negli appuntamenti degli anni precedenti.
Possiamo sicuramente annoverare Adriano Madaro fra i maggiori conoscitori del pianeta Cina, cui ha dedicato larga parte della sua vita di giornalista, scrittore, esploratore, nel solco di un vivo interesse di veneziana memoria. Due anni fa abbiamo potuto ascoltarlo a Mogliano quando lo invitammo a presentare “Capire la Cina” Giunti editore, libro di ampio respiro e ancora oggi di grandissimo interesse per le sue argomentazioni svincolate dal pensiero dominante dell’occidente, spesso fuorviante.
Ora Madaro si presenta con la sua ultima affascinante opera: “Pechino imperiale” sempre pubblicata da Giunti editore. Questa nuova fatica è da ritenersi come il suo lavoro più impegnativo fra quelli pubblicati finora sulla Cina. Afferma Madaro: “Attraverso la descrizione di com’era Pechino alla fine del XVIII secolo ho compiuto un viaggio privilegiato nel tempo alla ricerca dell’essenza e dello spirito della mitica capitale del Celeste Impero”.
Un viaggio frutto di ricerche appassionate, sugli scaffali delle biblioteche ma soprattutto sul “campo” (ricordiamo che Adriano Madaro è stato in Cina per ben 253 volte) che ci consentirà di ritrovare l’anima di questo straordinario popolo, la sua topografia simbolica e culturale, con un’erudita ricostruzione del progetto dell’Imperatore Yongle della Dinastia Ming, che disseminò la capitale di palazzi e templi, arricchita poi di magnificenza di tre Imperatori Manciù: Kangxi, Yongzheng, Qianlong.
Ascolteremo dunque l’autore parlarci della Città Celeste, Interna ed Esterna; della Città Imperiale, con i suoi simboli e i suoi palazzi; dei dintorni e dei templi della Città Imperiale; della Città Interna o Tartara e della Città esterna o Cinese per esplorarla poi Fuori Mura, dalle Colline Profumate fino Alla Grande Muraglia.
Un consiglio spassionato: non perdetevi questo viaggio così profumato, ricco di colori, suggestioni, autentica cultura, condito anche con un po’ di pepe interrogando Adriano Madaro (ma solo in prossimità del terzo tempo) sulle dispute dell’attualità.