Il grande movimento popolare che il Coordinamento di Comitati NO INCENERITORE FUSINA è riuscito a promuovere sta ottenendo risultati significativi.

La mobilitazione del 27 maggio a Malcontenta (link) contro l’inceneritore dell’ENI ha ottenuto un grande successo: più di 800 residenti nella zona si sono presentati ai gazebo predisposti, con una percentuale di partecipazione senza precedenti, e il 99 per cento si sono espressi contro il progetto della multinazionale del fossile. La stampa locale ha dato notevole risalto all’evento.

Questo risultato è venuto dopo l’evento del 3 aprile, quando i rappresentanti dell’ENI hanno pensato di procedere con la obbligatoria presentazione al pubblico del progetto in una piccola sala di Malcontenta, nel pomeriggio di un giorno lavorativo, confidando in un passaggio indolore. Hanno visto, invece, arrivare 400 persone “armate” di cartelli e striscioni, e la presentazione si è trasformata in una grande manifestazione di piazza contro gli inceneritori e per la salute, alla quale i dirigenti ENI Rewind hanno dovuto assistere.

Non basta, nei giorni successivi una delegazione del coordinamento si è presentata alla sede VIA (Valutazione Impatto Ambientale) di Venezia, presentando più di 5.000 osservazioni sulle criticità del progetto ENI.

Il risultato è stato il rallentamento della corsa del progetto di almeno sei mesi, poiché la Regione Veneto si è vista costretta a chiedere integrazioni tecniche alla multinazionale, come si legge in un comunicato del coordinamento:

“Abbiamo letto attentamente le integrazioni richieste dalla regione Veneto a ENI Rewind, molte di queste corrispondono ai rilievi che abbiamo sollevato con le nostre osservazioni. Ciò dimostra una volta di più non solo le competenze tecniche che siamo in grado di mettere in campo, ma anche la superficialità, ovvero l’arroganza, con cui queste grandi società pensano di gestire l’iter di approvazione di impianti così pericolosi”.

Il 15 giugno la vertenza è arrivata anche in Consiglio comunale a Venezia, e anche lì è stato ottenuto un indubbio successo, perché è stata discussa la mozione di una consigliera, Sara Visman, che ha portato alla discussione del Consiglio una petizione sottoscritta da 411 cittadini (firme raccolte dal Coordinamento) e illustrata dal dottor Paolo Regini, presidente della sezione veneziana di ISDE – Medici per l’Ambiente. La sala consiliare era presidiata da decine di giovani con colorati e fantasiosi cartelli e striscioni. Per descrivere il risultato riporto il commento di Roberto Trevisan, presidente del Coordinamento NO INCENERITORE FUSINA:

“Il consiglio di ieri conferma che avevamo visto giusto mesi fa nel puntare sulla petizione per mettere alle strette questa amministrazione. Così è stato. Ieri siamo riusciti ad aprire l’ennesima breccia sul fronte tutela della salute in un Consiglio che all’inizio ha tentato la carta del muro contro muro per poi aprirsi al confronto dei Comitati, dei Consiglieri d’ opposizione, del dottor Regini che ha portato con autorevolezza le ragioni del diritto alla salute.

Quando si va in consiglio ci si va per portare a casa qualcosa. Nel nostro caso una “dichiarazione d’intenti” da parte della giunta che sposa le nostre ragioni di fondo per poi indicare dei passaggi che coinvolgono direttamente anche la Regione. Insomma, apriamo un ulteriore fronte, oltre a quello sui biomonitoraggi, sulla strada della prevenzione. Certo abbiamo la consapevolezza che per avere risultati concreti dovremo monitorare, osservare, pungolare l’amministrazione, perché la strada è lunga e le insidie tante, ma intanto godiamoci questo passaggio”.

Siro Valmassoni
Medico ambientalista, per 40 anni anche anestesista rianimatore

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