La pronunciavamo così per esteso, ed era uno degli argomenti più dibattuti nei bar e nelle famiglie. Un centinaio di incidenti, forse di più, e per tutti era un simbolo di destino nefasto, una sorta di trappola moglianese. Ognuno aveva la sua storia da raccontare, il suo lutto da celebrare. C’erano i ragazzi morti dopo il diploma, c’era il figlio primogenito del conosciutissimo dentista del paese, c’era il tipografo, quello che abitava dietro la chiesa. Il fratello del barbiere. Anch’io ho perso lì un amico, Walter e c’era pure la povera Lucia con la sua biciclettina. Poi altri.
Era la curva della morte, il Baron Bianchi. Per gli incidenti chiedo a Gigi Scandolin. Lui ha tutti gli “Eco di Mogliano” e ci scriveva pure. Ha detto che mi porta tutti i nomi. Gli dico che è troppo triste, mi bastano un paio di foto. Era così in quegli anni. Il Terraglio era uno stupido rettilineo e si correva tanto, poi arrivava quella doppiamente stupida curva ed era il disastro. A quel tempo non c’erano le rotonde, i tralicci e i platani sì. C’erano ed erano tanti, solidi e finali, chi ci finiva in mezzo era salvo, ma non succedeva spesso.
Ecco perché ne parlo con Gigi, e rievochiamo l’ecatombe stradale di quegli anni. Già perché?
Perché non ce ne importa niente di fare i menagrami, però vicino a quella curva vogliono fare un supermercato che sarà grande, incasinerà il traffico, incasinerà la rotonda, incasinerà il Terraglio, incasinerà Mogliano.
Non fatevi illusioni. Per il carico-scarico dei rifornimenti, per i clienti, per il personale non sarà indolore immettersi ed uscire, non semplificherà il traffico già difficile, ad esempio, nel tardo pomeriggio in quella zona. Saranno code se va bene, saranno incidenti se va male. Basta guardare cosa è successo alle porte di Treviso dove hanno messo su un nuovo supermercato e una bella rotonda (come da noi), giusti, giusti a complicare l’accesso e l’uscita dalla città.
Come se mancassero centri commerciali vicini: ricordiamo sempre che la nostra zona detiene questo record nella distribuzione, impossibile nominarli tutti da Treviso a Mestre.
Ecco perché a volte la memoria ci può aiutare, e raccontare la brutta fama di quella curva può farci riflettere. Un bel libro? È un americano e si chiama Peter Cameron, il titolo è adatto a noi “Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile”. Beh, non è vero niente.