L’esclusivo Wine Creative Lab 47Anno Domini ospita la mostra “Segni plastici”, personale dell’artista trevigiano Valerio Pazzaia.
Nell’arco di oltre quarant’anni di attività, Valerio Pazzaia ha saputo elaborare un personale modus operandi in cui il pensiero creativo si combina con la continua sperimentazione tecnico-formale.
La forza costruttiva dell’immagine, l’immediatezza del segno, la libertà del colore restano gli elementi caratterizzanti della sua produzione, dalle forme plastiche del nudo alla forza dirompente della natura. Tale ricerca trova le sue radici nella matrice espressionista di diversi movimenti e correnti dell’arte contemporanea, in particolare dell’Informale, dell’Espressionismo astratto e del graffitismo americano degli anni Ottanta.
Le sue opere sono governate da forme possenti, mosse dal veloce dinamismo del gesto, che restituisce nella pura sintesi del segno l’andamento di tutta la composizione. Il ductus delle pennellate è capace di definire la forma e contemporaneamente esaltare il valore plastico del volume e la forza espressiva del colore.
Nelle serie recenti dei Nudi e delle Viti il gesto diviene simbolo dell’istinto creatore dell’artista e della capacità di cogliere nella dinamica dell’azione gli aspetti più intimi e profondi, le sensazioni generate dal mondo che lo circonda. Le figure si delineano con forme essenziali rese attraverso la pura sintesi del segno che determina l’andamento ritmico di tutta la composizione. L’azione dinamica e istintiva caratterizza anche i vigneti, completamente trasfigurati dal ritorno delle veloci pennellate che rendono l’intreccio dei tralci una composizione lineare al limite della figurazione.
Valerio Pazzaia dà voce formale al suo pensiero introspettivo che lui stesso definisce “divergente”, volto a indagare la realtà più intima e a cogliere le rivelazioni provenienti dall’infinita sfera del sentire. Come uno “psiconauta” penetra gli stati profondi della coscienza attraverso il fare creativo per esplorare l’esperienza e l’esistenza umane. Tale processo si attua solo nella spontaneità dell’azione, in cui l’artista lascia emergere la profondità del pensiero come una rivelazione.