Citazione obbligatoria: “Ancora oggi si stima che più della metà della popolazione mondiale vive a meno di tre chilometri da un fiume e che il 90% degli abitanti è insediato a meno di dieci chilometri da un corso d’acqua”.
È tratta da un libro che sembra fatto a posta per chi ha a cuore le sorti del nostro piccolo Zero avvelenato un paio di volte in questo mese e per chi vorrà partecipare alla marcia dedicata alle sue sorti.
Il libro è“Uomini e fiumi”. L’autore è Stefano Fenoglio, nessuna parentela con lo scrittore, piemontese dalle parti di Cuneo e professore universitario sempre in quella regione.
Togliamo subito il tappo allo scontato, non è né un trattatello accademico né il solito ritornello correttissimo ed ecologico. Sono storie, racconti e ragionamenti fatti da un saggio amico seduto su una riva.
Comincia così.
Il vero motore della nostra civiltà è l’acqua, siamo diventati agricoltori e non più cacciatori grazie all’irrigazione che è figlia del governo dei fiumi. Fenoglio dedica belle pagine ai Sumeri, agli Egizi e anche al nostro buon Cavour.Poi si occupa delle macchine, di come tirar su l’acqua senza scivolare e imprecare risalendo dalla riva. Una grande invenzioneè la Noria (una ruota idraulica che ha la funzione di sollevare acqua),e dopo cambia tutto: canali, pompe, rubinetti e docce.
Poi parla di fogne, è un capitolo bellissimo, non avevo capito che la grandezza di Roma deriva dalla “Cloaca Massima” il massimo appunto di ingegneria idraulica. Mi sono piaciute molto le pagine dedicate al Tamigi talmente pieno di feci da impedirne la navigazione nel 1886. Beh, non esistevano le fogne e in verità neanche i gabinetti. Finché il colera (conseguente) colpisce i poveracci non si fa niente, quando anche i lords si contagiano si provvede a costruire una fognatura. Il Tamigi ritorna a “fluviare” e Londra a prosperare.
Questo è lo stile del libro, lui, Fenoglio, ha una geografia tarata sulle Alpi occidentali, noi padani del Nordest siamo un po’ lontani ma neanche tanto. Per esempio, illuminante è il ragionamento sulle centraline elettriche che prosperano sui torrenti di montagna. Applico le sue obiezioni al nostro fiumetto Zero, tanti soldi per poche lampadine, ma finché ci sono gli incentivi…
Per i lettori del Diario e per gli arginauti dello Zero riassumo una sua divertente lezioncina. Fenoglio con i suoi studenti sta esaminando un torrente in Val di Fiemme, in Trentino.Stanno catalogando le comunità di organismi viventi: centinaia di piccoli insetti, minuscoli crostacei, anellidi e molluschi dimostrano la vita e la ricchezza di quelle acque alpine. Si avvicina un papà preoccupato che allontanando il figlio esclama: “Non pensavo che il fiume fosse così sporco…”.