Facendo una ricerca sullo Zero, e sull’inquinamento che lo perseguita, vengo a scoprire che ci sono delle infiltrazioni di mercurio anche nelle falde vicine a noi. Rimango costernato, si dice così.
Il mercurio è il castigamatti dell’inquinamento, quella cosa che leggi sui giornali e immagini in siti desolati e lontani. E invece no, è qui sotto, qui accanto, a Preganziol. Faccio un paio di telefonate. Sì, è vero, dei pozzi di falda sono stati chiusi proprio perché sono state trovate tracce di mercurio. Me lo conferma il sindaco Galeano. Dispiaciuto e preoccupato.
Beh Preganziol è confinante con Mogliano. Voglio saperne di più e telefono ad Andrea Zanoni, Consigliere Regionale, sempre in prima fila in tutte le rogne ambientali delle nostre zone. Lui è di Paese. Troppo distante? No, e c’è un motivo ben preciso.
“Sì, il mercurio scende verso di voi. La contaminazione ha la forma di una piuma. Un plume inquinante è un termine che si usa nell’ecologia per indicare un inquinamento sotterraneo che si espande a poco a poco. E la punta sta raggiungendo le vostre falde. Le falde più profonde, perché è un metallo pesante…”.
Quindi c’è una bella probabilità, visto il percorso e la progressione, che arrivi anche a Mogliano.
A forma di piuma, quindi da qualche parte è iniziata e sembra proprio, ecco, dalle parti di Paese.
Le prime informazioni dello sversamento si hanno dalle parti e quando hanno smantellato una fabbrica che produceva armi.
“Inspiegabilmente” i rilevamenti e le analisi non sono riuscite a risalire all’origine del fenomeno.
Comunque il mercurio è partito da quelle parti, questo è sicuro. Non telefono più, ma ricorro all’intelligenza artificiale chatGPT:
“L’inquinamento da mercurio nelle falde trevigiane si sta diffondendo in una fascia che va da nord ovest a sud est, lunga circa 10 km e larga 2. Il fenomeno è localizzato a una profondità di circa 240 m e i valori rilevati di concentrazione di mercurio sono superiori al limite previsto dalla direttiva europea per le acque destinate al consumo umano.”
Nella fascia, oltre a Preganziol, si aggiunge, bontà sua, anche Casier.
Implacabile la chatGTP continua: “La presenza di mercurio nelle falde sotterranee può contaminare le fonti di acqua potabile… può avere effetti a lungo termine sulla salute, tra cui danni renali, problemi neurologici, danni al sistema cardiovascolare e danni al sistema immunitario.”
Mi fermo qui perché questa intelligenza artificiale mi innervosisce.
Quindi racconto una storiella, poco artificiale ma molto vera.
Quando eravamo bimbi giocando abbiamo rotto il termometro. Mio fratello, che era il più piccolino, restò affascinato dalle palline, sferiche e lucenti che uscirono dal termometro. Io, più grande, lo incoraggiavo ad ingoiarne una, ma le sferette rotolando finirono sotto un mobile e il fratellino non ingoiò il mercurio. E io non sono rimasto figlio unico.
Concludo questo articolo inquietante per il nostro territorio con una buona notizia: adesso mio fratello, vivente, usa un termometro digitale.
Otello, della vicenda mercurio se ne era discusso anni fa, Ass. all’Ambiente Oscar Mancini, e in incontri pubblici tra cui uno, molto affollato, a Preganziol con un deputato del M5S.
Stranamente poi la questione è sparita dai temi di attualità ambientale e, io spero, ciò sia dovuto al fatto che la presenza nelle falde di questo temibile elemento chimico si sia arrestata e chissà per quali motivi era arrivato così in profondità.