Caro Lettore, cosa ne pensi di una rubrica, magari quindicinale, su temi di tipo ambientale-naturalistico-ecologico?
Ti sembrerà certo un’idea strampalata e anche per chi scrive e ne sarà l’autore, l’impressione è abbastanza simile alla tua. Per una ragione molto semplice: della Natura e delle sue leggi, che poi guarda caso riguardano anche noi, umani, mortali (e per nulla divini) non interessa nulla a nessuno.
Anche per questo, tuttavia, la sfida si presenta interessante; anzi, appare quasi provocatoria.
Se ci pensi bene, se fai mente locale, infatti, realizzerai che mai come in questa fase storico culturale e politico sociale, nonché economica, siamo stati più distanti dal tema. Oh, sì, è vero, non si fa che parlare di green (che poi non si capisce bene cosa significhi e non si capisce perché, ogni volta, si debbano scomodare gli Inglesi per dire qualcosa in italiano), di auto elettriche, di bici (a pedalata assistita, ovviamente), di piste ciclabili, di abbattimento della CO2 (con la contraerea collaudata nella guerra russo-ucraina), di piantumazione di alberi ovunque e a migliaia (mentre nel frattempo ne bruciano centinaia di milioni), di energie rinnovabili, di difesa dei ghiacciai mediante teli di protezione (!!!), di pale eoliche sopra ogni altura e persino del ritorno, sempre in chiave green,delle centrali nucleari. Raramente, invece, si parla della Biodiversità (che non sia quella dei fagioli o delle zucchine) e della sua conservazione, dell’educazione alle regole base dell’Ecologia, della rinaturalizzazione dei fiumi, dell’ampliamento delle aree protette, del contenimento del consumo di suolo, della messa al bando dei pesticidi pericolosi (praticamente tutti!) ecc. ecc.
Ecco la nostra, timida e perdente sfida si prefigura proprio come un tentativo di invertire la tendenza. Di tentare un approccio diverso ad una realtà in fase di profondo e spesso irreversibile mutamento. Di tentare – come esempio banalissimo – di interessare i cittadini al proprio giardino e a considerarlo un piccolo, ma prezioso contenitore di vita selvatica, prima che di piante sempreverdi che non perdono le foglie, non fioriscono e dunque non “sporcano”.
C’è in noi una componente di sottile masochismo? Forse; o forse no.
Forse siamo semplicemente persone che credono in un concetto di Bellezza che non ha l’uomo al centro, né l’arte sacra come perno fondamentale.
Forse siamo soltanto missionari di una cultura assai più nobile di quella, spesso esportata con la violenza, di un improbabile “vero Dio”.
Forse siamo soltanto eretici che credono che la Pietà di Michelangelo, ineguagliabile capolavoro artistico dell’Umanità, valga infinitamente meno di un’Erba scopina. Sì, perché abbiamo chiamata con questo nome ridicolo una nobilissima pianta delle paludi oligotrofiche, il cui nome scientifico fa Hottonia palustris. Un delicato capolavoro estetico ed ecologico dell’evoluzione vegetale, che si è estinto nei primi anni Duemila nella congestionata, inquinata, trafficata, tecnologica e ricca Pianura Veneta.
Servirà questo nostro, modestissimo sforzo, culturalmente suicida, a convertire qualche mente desiderosa di usare i propri neuroni per fini nobili?
Dubitiamo di riuscire a convertire qualcuno che inneggia a tale Salvini e al “sole padano”, qualche negazionista climatico o qualche esponente dell’attuale governo, oscurantista ed eletto dagli astensionisti al voto, ma abbiamo eroicamente deciso di provarci.
E intanto ti ringraziamo di averci letto.
Bella idea e sano proposito! Ingenuità? Non importa!
gutta cavat lapidem… io leggo, cerco di capire meglio che posso, forse posso far circolare idee e proposte. Proviamoci!
leggerti questa sera non è stato poi tanto faticoso ne, tantomeno, noioso.
La realizzazione del tuo progetto sarà un buon viatico x tornare a farsi ri-accompagnare in umide vie d’acqua di laguna e di barena….Quando cominci?
Ottima proposta. Sono sicuramente tra i favorevoli e spero di poter leggere presto altri articoli.
R.F.