LA MIA TREVISO – Passeggiate nella Marca –

Nella seconda di copertina del suo libro “La mia Treviso – Passeggiate nella Marca (pag. 175, edizioni Santi Quaranta, Anno 2016), Ferruccio Mazzariol, originario di Ponte di Piave, dov’è nato nel marzo del 1939, scrive:”Questo mio piccolo ed estroso viaggio, in Treviso, e nella Marca, non intende imitare le cosiddette Guide; è itinerario festoso, ricco di notizie, e curiosità, nato dal mio amore per Trevigi e il suo territorio”.

Amore, com’egli scrive nel primo capitolo, nato a poco a poco, il cui primo ricordo, risale ad una domenica di primavera del 1946, quando Mazzariol, allora un bimbo di sette anni, fu portato in visita alla città, dai Padri Giuseppini dello Scolastico filosofico.

“Il mio primo ricordo è della primavera del 1946 quando venni portato in Duomo dai Padri Giuseppini dello Scolastico filosofico. Era una domenica tetra e piovosa; mi restarono impresse le cupole della Cattedrale, ancora squarciate per il bombardamento del Venerdì Santo 1944 (il 7 aprile). Erano state coperte con una sorta di nylon pesante a strascico”, racconta.

Dopo aver dedicato un breve capitolo all’indole dei trevisani, “una dolce foresta mossa dal vento delle abitudini e dalla vita”, Mazzariol inizia il suo viaggio prendendo il lettore sottobraccio, attraversando i secoli del Medioevo, del Rinascimento, della Serenissima.

A seguire, gli anni bui della dominazione napoleonica, e asburgica, per arrivare infine agli anni dell’annessione al Regno d’Italia, della Grande Guerra, del Ventennio, della Seconda Guerra Mondiale, e del Dopoguerra, e ai nostri giorni.

Aiutato in questa simpatica impresa, da due ospiti d’eccezione, quali il Duca Alfonso Della Piave, e la sua consorte, la Contessa Maria Beatrice della Galea, l’autore, non disdegna qualche sosta nelle tipiche osterie della città, esaltandone le ghiottonerie.

La Treviso di Mazzariol, è anche quella dei suoi anni di scuola, trascorsi all’istituto Riccati, rievocando con un velo di nostalgia, alcuni professori a lui rimasti cari, e del fiorire di quell’attività culturale, che proseguirà negli anni a venire.

 A conclusione del volume, l’autore fa un resoconto di una passeggiata per le vie della sua “Trevigi”, “(..)senza uno schema stabilito (..) Liberamente, senza gabbie (..) disincantato, attento sì alla storia e all’arte, ma anche inventivo e persino sbarazzino”.

Porta Santi Quaranta, Porta San Tommaso, Borgo Cavour, la Chiesa di San Francesco[1], Piazza Pola, Piazza Giustiniani-Recanati, sono solo alcuni dei luoghi indicati dall’autore.

Un testo, quello di Mazzariol, che assomiglia più ad un vero e proprio Inno al capoluogo trevisano,

spingendo, chiunque ami questa città, a sentirlo un po’ suo.

A Ferruccio Mazzariol, va il mio, e nostro, più sentito “grazie”.


[1]luogo dov’è sepolta la figlia di Francesco Petrarca, morta a quarant’anni, di parto, nel 1384

Antonio Fabris
Ho quarantanove anni, da venticinque, dipendente della Confcommercio di Treviso. Vivo da sempre a Mogliano Veneto, e sono un appassionato di Storia locale. Fan di Giovannino Guareschi, lettore di libri sul Veneto, e sulla mia città, frequento, e collaboro, con il Gruppo Ricerca Storica Astori "Don Giuseppe Polo". Da un paio di anni a questa parte, mi sono appassionato anche alla storia del ghetto di Venezia, in particolare della letteratura ebraica (1558-1663), e dall'anno scorso, di storia dell'ex Jugoslavia. Ultimamente, o iniziato ad avvicinarmi alla storia dell'Albania, e mi piace il teatro d'improvvisazione.

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