Il titolo può sembrare, in effetti, provocatorio. Ma come, si dirà qualcuno, combattiamo contro gli insetti trecentosessantacinque giorni l’anno e lo facciamo con presidi da guerra chimica (la peggiore) e ora, mentre siamo ancora sotto attacco quotidiano della micidiale e silenziosa Zanzara tigre, ci si viene a parlare di “insetti indicatori di qualità dell’ambiente”.
Caro Lettore, hai capito bene e mi dispiace per te se, come sospetto, consideri l’Uomo, la tua specie, come la sola avente diritto di ospitalità sul Pianeta. In effetti, se invece si considera l’Ecosfera e dunque il gigantesco e azzurro mosaico di Biomi planetario, gli insetti rappresentano una delle componenti più importanti. Per una ragione semplice semplice: essi si collocano alla base di innumerevoli sequenze trofiche (a scuola le chiamano “catene alimentari”) e garantisco risorse alimentari ad uno sterminato stuolo di organismi, invertebrati e vertebrati.
Per fare un esempio banale, se non ci fossero gli insetti tu non mangeresti pesce, non potresti ascoltare il canto dell’usignolo e fare il cascamorto con la morosa, osservare il volo delle rondini e sognare di viaggiare, non potresti ammirare il quadro cinquecentesco dell’annunciazione in cui l’angelo ha le ali di un Gruccione, non potresti mangiare miele, mele, pere, albicocche e così via, fino all’infinito.
Gli insetti, dunque sono importanti, anzi, fondamentali, per il funzionamento del gigantesco dispositivo ecologico del Pianeta di cui noi umani siamo soltanto un ingranaggio e pure sdentato, arrugginito e talvolta inceppato.
Tutto questo, caro Lettore, non per offenderti: ce ne guarderemmo bene (chi leggerebbe i nostri vaneggiamenti, altrimenti?), bensì per indurti a riflettere. Per essere più precisi, solo per fare in modo che tu possa riflettere sulle precarie condizioni in cui abbiamo ridotto non soltanto in Pianeta, ma il nostro territorio e il nostro ambiente quotidiano.
Ma torniamo al punto e concediamoci una banale verifica, magari percorrendo un argine fluviale o un parco urbano o la campagna del Prosecco, o quella del Mais. Potremo facilmente constatare, così facendo, che gli insetti (anche solo quelli simpatici e visibili, come le api, le farfalle) sono drammaticamente ridotti di numero, se non del tutto scomparsi. Si sono “volatilizzati”, si potrebbe dire e il danno appare evidente e gravissimo, anche solo considerando api, bombi e farfalle e non già quelli che, ad esempio, rendono vivo e fertile il suolo e migliaia di altre specie con ruoli diversi.
Se poi ci interroghiamo sul fatto di come questo sia potuto accadere, la risposta sarà facile: abbiamo avvelenato tutto e ci siamo avvelenati. Abbiamo “arricchito” il suolo, l’acqua e l’aria con molecole chimiche non biodemolobili e le nostre ceneri, dopo che saremo morti, non potranno neppure essere utilizzate come fertilizzante, tanti veleni contengono.
Ecco, questo volevo dirti: semplicemente che gli insetti sono indicatori preziosi di qualità dell’ambiente e che un ambiente vivo e pulito o, meglio, l’ambiente in cui tutti aspiriamo a vivere, non può assolutamente prescindere dalla presenza degli insetti.
Noi (plurale maiestatis) confidiamo ovviamente che d’ora in poi tu presterai un’attenzione diversa a queste “creature” (termine assolutamente improprio, da sostituire con “organismi”) e non sfuggirai disgustato l’ennesima cimice verde che si poserà sul tuo davanzale di casa.
Quanto bene fà, al piccolo mondo degli umani fruitori di questa pagina, comprendere (e far proprio) ciò che scrivi.
Dovremo ancora (ed ancora con tenacia) ri-cominciar a cercar e ritrovar “farfalle”
Intanto un grazie x averci aiutato in questo complicato,arduo ed ardito …compito⌛