All’età di 81 anni, ci ha lasciato lo scrittore e sinologo Adriano Madaro.
Nato ad Oderzo, per molti anni Madaro è stato un protagonista della cultura e dell’informazione trevigiana, dirigendo anche il Gazzettino di Treviso e sviluppando il suo amore per la Cina che frequentò assiduamente con oltre duecento viaggi e lunghi soggiorni, esplorandola in lungo e largo. Un amore ricambiato dai cinesi, che lo vollero nel consiglio direttivo permanente dell’Accademia cinese di cultura internazionale, in qualità di membro permanente, e aiutarono a realizzare le quattro grandi mostre promosse dalla Fondazione Cassamarca sulla storia della Cina e della sua cultura millenaria, di cui fu mirabile ideatore (2005, 2007, 2009, 2011).
Adriano Madaro era stato due volte ospite di Omega aps a Mogliano Veneto. Fu lui ad inaugurare la rassegna “Geostorie” nel novembre del 2021 per presentare il suo libro Capire la Cina, Giunti editore, dialogando con lo scrittore Gian Domenico Mazzocato: un incontro ricco di storia e di storie con lo sguardo rivolto al futuro. La seconda, nella primavera di quest’anno, all’interno della manifestazione “aperitivi narrativi”, per illustrare l’ultimo suo lavoro Pechino imperiale, pubblicato sempre da Giunti editore. Un’opera erudita scritta magistralmente, nella quale Madaro, dopo oltre vent’anni di rigorose ricerche, propone una ricostruzione dettagliata della vita all’interno dei “quattro quadrati”: dalla Città Proibita alla Città Imperiale, dalla Città Cinese a tutto ciò che stava oltre le imponenti mura tartare. Un viaggio alla scoperta dei significati nascosti, dei numeri magici e dei dettagli architettonici della capitale imperiale.
In questo doloroso e straniante momento, lo ricordiamo con affetto per la sua disponibilità ed eloquenza, il suo fine umorismo e capacità interlocutoria. Un piccolo ricordo personale: a villa Stucky, la scorsa primavera, gli regalai una foto che avevo ritrovato nel mio archivio: lo ritraeva al Centro sociale di Mogliano nel 1984 a fianco di Andrea Zanzotto e Cesare De Michelis quando moderò un convegno dedicato a Giuseppe Berto. Ne fu molto contento, mancava all’album della sua vita che stava preparando per i suoi familiari.