Mi parli un po’ di voi
Siamo un’associazione nata nel 1985 come Radio Stella, poi diventata Airone, iscritta all’albo e riconosciuta dalla Protezione Civile nazionale. Siamo partiti in cinque e, prima con Busson e poi con Minto come presidenti, abbiamo lavorato per ottenere la struttura attuale, formata da venticinque volontari su un massimo di trenta. È probabilmente il gruppo più giovane della città metropolitana di Venezia; ogni anno, infatti, facciamo lezione nelle scuole, spiegando la teoria e facendo provare quello che facciamo sul campo. Grazie a questo ci sono sempre nuove iscrizioni, anche perché la nostra forza sta nel fatto che Protezione Civile significa stare insieme, non esiste l’individualità, si lavora in gruppo. Abbiamo le squadre cucina, emergenza acqua-alluvioni, motosega-giardinaggio e fluviale. Ogni gruppo ha sempre il suo caposquadra, vorremmo formarne altri ma stiamo aspettando i corsi della regione Veneto che tardano ad arrivare. La protezione civile è molto piramidale: nazionale, regionale, provinciale e comunale. Noi facciamo parte delle città metropolitana di Venezia, siamo il settimo distretto, annesso a Quarto D’altino. L’Airone gestisce anche il magazzino della città Metropolitana, tutti i mezzi sono depositati da noi e sono sotto la nostra gestione. Marcon è sempre in prima linea. La nostra sede ha una stanza con i letti e una sala operativa, fulcro delle attività in caso di emergenza. Qualora ci sia un’allerta, qui si riuniscono il Sindaco, gli operatori ed eventuali forze di polizia chiamate in causa. Nella precedente amministrazione, quando era assessore Mauro Scroccaro, abbiamo creato un gemellaggio con i pompieri di Bovec in Slovenia. Questa bellissima collaborazione continua anche oggi: questa estate siamo stati lì tre giorni con il gruppo giovani, abbiamo montato l’attrezzatura, le tende e fatto esercitazioni nella ricerca delle persone. Quest’anno lì c’è stata una brutta alluvione, così li abbiamo aiutati portandogli i nostri generatori.
Da dove arrivano i fondi?
Abbiamo una convenzione col comune di Marcon, che ci dà un contributo annuale e una convenzione con la città metropolitana per la gestione del magazzino. Abbiamo delle spese elevate per l’assicurazione dei volontari e dei mezzi. Costa molto anche il vestiario, ogni volontario ha una divisa estiva e una invernale, più i dispositivi di protezione individuale. Indipendentemente dalla giunta, le relazioni con l’amministrazione comunale sono sempre state molto buone, d’altra parte non può che essere così. Il comune di Marcon sta rinnovando il piano comunale della Protezione Civile e, una volta attuato, vorremmo programmare delle esercitazioni per coinvolgere i cittadini e spiegare quali siano le vie di fuga e i punti di raccolta della popolazione, dato che Marcon è cambiata molto in questi anni.
Come si diventa volontario?
Accogliamo sempre chi vuole unirsi a noi come volontario. Anzitutto bisogna frequentare il corso della Regione Veneto per la Protezione Civile, in cui si apprendono le basi sulla sicurezza, l’interscambiabilità dei ruoli e sulla ricerca delle persone con GPS. Successivamente si affrontano sei mesi di prova e ci vuole una certa predisposizione. Non chiediamo un impegno rigido e tassativo, ci troviamo una volta alla settimana per fare formazione sulle emergenze. I nostri ragazzi garantiscono la presenza sempre, anche se chiamati all’ultimo momento e di sera tardi, sono molto puntuali e attenti. Siamo come una grande famiglia.
Com’è il rapporto con i cittadini?
Spesso i cittadini si accorgono di noi nei momenti di emergenza, questo vorremmo che cambiasse. Durante la pandemia eravamo presenti assieme alla Croce Verde in tutti i punti vaccinali e nel portare la spesa nelle case.