– Una storia di Natale –
“La notte è un momento di oscurità, di immaginazione, i sensi si affannano” ha scritto il gesuita Georg Sporschill, autore assieme al cardinale Carlo Maria Martini del libro Conversazioni notturne a Gerusalemme – Sul rischio della fede – (Mondadori 2007 pag.124).
Manca una manciata di minuti alla mezzanotte, e me ne sto comodamente seduto in poltrona nello studio di papà, contemplando le decine di libri che affollano la stanza.
Libri le cui pagine profumano di arte, storia, letteratura.
Un foglio, probabilmente stanco del mio filosofare, mi scivola chissà come sulle ginocchia.
– E tu chi sei? – domando seccato per questa interruzione.
– Sono una poesia scritta tanto tempo fa da Gabriele D’Annunzio.
– Ah! E ti pare il momento d’interrompermi mentre me ne sto a ragionare sui grandi temi della vita?
Non ricevendo risposta, inizio a leggere ad alta voce:
IL PRESEPIO
A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La sera io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla nonna con dir: “Stanotte L’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra’ i guanciali.
Chiudo gli occhi, e mentre i versi della poesia, iniziano a danzare nella mia mente, duemila anni fa come stanotte, alcuni pastori, intenti a vegliare alle loro greggi, videro un angelo del Signore presentarsi a loro.
“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore (..)” [1].
[1]Lc 2, 10-11