Troppe cose cadono su Venezia.

La città rischia di essere travolta in un accumularsi di notizie, annunci e piani che sono tutt’altro che fatui, tutt’altro che racconti di fantasia.

La sintesi è semplice.

Venezia appare come un soggetto prezioso allo sbando, disponibile alla rapina, pronto ad un cieco consumo.

Non mi è mai piaciuto fare politica usando come “clava” la magistratura o la possibile notizia di reato e non comincerò certo ora.

Il mio ragionamento è diverso e mette insieme ciò che accade e accadrà nella nostra città con la disponibilità e l’autorevolezza di chi governa.

Qui è il problema.

Accade di tutto e si prospettano problematiche di grande rilevanza e chi dovrebbe difendere la città, la sua storia, i suoi cittadini è ingarbugliato in un incrocio di interessi e scelte che appaiono rendere la “mano” pubblica inerte e debole.

Il grande “masterplan” dell’aeroporto – che certo non può essere solo salutato con meraviglia ma va discusso a fondo nel suo impatto ambientale, nei suoi rapporti con il turismo e nella sua relazione con il complesso dell’economia veneta – può trovare dall’altra parte una città retta da un imprenditore che non ha nascosto la sua lontananza da queste scelte?

E ancora la vicenda del progetto complessivo sulle ridestinazioni delle aree portuali di Venezia e Marghera può vedere una città incapace nel suo governo di essere interlocutrice delle scelte che andranno a maturare?

Per non parlare del turismo che vede superata la soglia dei 50.000 posti letto di uso turistico nella città insulare ed un trionfo economico della monocultura di questo settore che viene negato a parole ma consentito nei fatti.

Può tutto ciò essere affrontato (e combattuto) non essendo credibili come Amministrazione?

Vi sarebbero molti altri esempi anche di discutibili o positive iniziative da considerare.

Ad esempio gli interventi al Lido, quelli che guardano all’area archeologica di Altino, ed ancora i progetti sulle nuove stazioni ferroviarie all’Aereoporto, a Mestre e forse anche a Venezia.

Per non parlare del fatto che in questa città gli investimenti strutturali sullo sport premiano gli sportivi “seduti” su quelli “praticanti” e soprattutto danno al “pubblico” una funzione sostitutiva del mondo “privato” assai dubbia e contestabile.

E infine vi è il tema centrale e cioè il fatto che una città vuole e deve avere un destino, una prospettiva, uno sguardo alto.

E questo a Venezia manca drammaticamente e sembra soddisfacente arrovellarsi sul quotidiano, nascondendoci che una capitale – come siamo solo storicamente – merita altre dimensioni di futuro.

Ecco perchè la vicenda “Report” mi interessa.

Perchè è l’immagine della caduta di credibilità che si è raggiunta.

Ma la risposta non può essere solo mediatica o di profonda lontananza.

La risposta starà nel progetto per la città e nel costringere chi la usa in modo così poco condivisibile a passare il testimone nel merito e non per altro.

Ogni possibile mutamento accadrà infatti solo sul disegno di futuro, questo bisogna saperlo.

Maurizio Cecconi
Veneziano, funzionario del PCI per 20 anni tra il 1969 ed il 1990. Assessore al Comune di Venezia per quasi 10 anni è poi divenuto imprenditore della Cultura ed è oggi consulente della Società che ha fondato: Villaggio Globale International. È anche Segretario Generale di Ermitage Italia.

3 COMMENTS

  1. la morte di Venezia è iniziata con il 1926 anno della annessione forzata di Mestre al Comune di Venezia. I tentativi di riportare le cose come sarebbe naturale sono state ostacolate in particolar modo dal PCI come quasi tutti i partiti politici che si sono alternati alla guida del Comune. Solo un ritorno all’autonomia delle due Città potrà tentare di portare al recupero.

  2. Ho appena postato un mio commento se FB.
    Ci sono bombe in grado di cancellare gli abitanti di una città rispettando gli edifici,Sindaco e Giunta…….

  3. Ma se tutto e solo sono gli aspetti economici e non vi sono aspetti sociali e culturali non c e città e progetto

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here