Nell’ultimo articolo abbiamo letto della giornata tipo di uno studente, si parlava di criticità nella sua quotidianità, di desideri e speranze.
Capiamo qualcosa di più. Immaginiamo una città in cui spostarsi sia semplice e rapido, dove i collegamenti con le aree circostanti siano frequenti, in orario e comodi, i mezzi di trasporto siano nuovi, efficienti e non inquinanti, le automobili poche ma i pedoni molti.
Una città in cui vi siano alberi e piante ad ogni metro, dove sia tutto verde e fiori di ogni colore spuntino da ovunque; grandi spazi verdi che si integrino con la città e le sue costruzioni, e che permettano momenti di pausa durante la settimana e giornate in compagnia nel week end; prati alberati che macchiano la città ma che, collegati tra loro da percorsi verdi, creino un unico grande parco dentro e fuori la città.
Un luogo in cui nella quotidianità si abbiano tutte le comodità di cui necessitiamo ma la serenità e l’aria pulita di una passeggiata in natura.
Immaginiamo una città in cui le persone possano far parte di associazioni di qualsiasi tipologia e che queste abbiano uno o più spazi per ritrovarsi; una città in cui siano fortemente sostenute e gli sia data la possibilità di crescere, creare e proporre; un tessuto sociale in cui i ragazzi crescano protetti e siano spinti a sperimentare e giocare con la propria creatività; luoghi che gli permettano di studiare ma non sterili e inanimate stanze, piuttosto attraenti cafè che stimolino la condivisione di idee, la mente e la voglia di conoscersi.
Pensiamo ad una città in cui si realizzino eventi di spessore, concerti, spettacoli teatrali, festival di ogni tipo, culturali, sportivi e inediti; una città in cui i servizi sanitari siano a portata di mano, vicini e accessibili, dove chiunque abbia bisogno sia seguito subito e con qualità.
Un’utopia a Marcon, l’ho sempre pensato anch’io.
È un paese di campagna, appena città, periferia e dormitorio. Però, ragionando sui vari punti che compongono la città di fantasia prima descritta, vediamo che, agendo su uno solo di questi, muoviamo anche gli altri. Sono interconnessi tra loro. Potenziare tecnologicamente e numericamente il servizio dei trasporti e scegliere mezzi ecologicamente più avanzati porterà la gente ad utilizzare meno l’auto e le permetterà di dirigersi più agevolmente presso i servizi sanitari.
L’aumento degli spazi verdi, grazie anche ad una minor necessità di parcheggi, contribuirà ulteriormente ad abbassare il livello di inquinamento, comportando una minore incidenza di malattie. Solo in Italia annualmente sono decine di migliaia le morti per inquinamento.
Una città meno trafficata e con lunghi percorsi verdi aumenterà il desiderio e la voglia di camminare, sviluppando una migliore salute fisica e mentale, con una conseguente riduzione dei costi della sanità.
Gli eventi delle associazioni nei parchi allieteranno, coinvolgeranno e divertiranno i cittadini, e al tempo stesso permetteranno alle associazioni di autosostenersi egregiamente. Sono solo alcuni degli esempi di connessione e dei vantaggi per il nostro benessere.
Certo potremmo ragionare riguardo le difficoltà pratiche ma questo pensiero enfatizzato vuole piuttosto essere uno spunto di riflessione da cui prendere ispirazione per far esplodere idee, progetti e posizioni.
Sono convinto che le difficoltà pratiche siano più che superabili dalla nostra capacità di creare a partire dalla nostra immaginazione. È quasi banale ma probabilmente non così scontato.
Ad oggi Marcon non sta andando in questa direzione, l’attuale amministrazione non ha la capacità di vedere tutto questo, così sembra dalle scelte miopi intraprese e dai valori perseguiti. Ha finora scelto lo sviluppo del cemento a scapito di quello ambientale, sostenuto la sanità privata al posto di quella pubblica e privilegiato aziende esterne private piuttosto che ascoltare le associazioni locali.
Dobbiamo avere una visione più elevata e ampia, essere ambiziosi, desiderare e pretendere che i nostri sogni si realizzino. Marcon ha un potenziale straordinario, è una città ancora in divenire ma con radici ben solide. Perciò, smettiamo di pensarla e costruirla come una comune e banale città, uguale a qualsiasi altra e senza un’anima.
Abbiamo la possibilità di realizzare qualcosa di meraviglioso, dobbiamo solo cominciare. Le nostre scelte, il nostro ascolto e la nostra partecipazione faranno la differenza.
Facciamo in modo che Marcon non sia più solamente una zona sulla mappa che si sceglie per convenienza ma un luogo dove si voglia vivere, i vantaggi sarebbero infiniti.
Benvenuti nel futuro! Ma si parte da qui, il presente.
bellissimo questo tuo intervento, un manifesto per i giovani non solo di Marcon, e un momento di riflessione per noi “vecchietti”