Pochi lo ricordano, ma ci fu un tempo in cui gli auguri di Natale viaggiavano per posta. Riceverli era un piacere, spedirli una scommessa. Da anni non è più così, basta un messaggino e in un istante gli auguri arrivano, con tanto di foto, video, voce, meme o Gif. Tutto questo ha una storia: il 3 dicembre 1992 Neil Papworth ingegnere inglese non ancora ventitreenne, inviò il primo Sms. Il testo era brevissimo e recitava soloMerry Christmas’. Da allora, l’ascesa della messaggistica istantanea è stata inarrestabile. Dati univoci non ne esistono ma pare che ogni giorno vengano inviati 23 miliardi di messaggi, 270 mila al secondo. Numeri che aumentano e di molto nel periodo natalizio. Dietro ognuno di quei messaggi c’è un mondo sommerso, perché non c’è nulla di più collettivamente ‘materiale’ di quello che chiamiamo ‘virtuale’. Papworth non ha inventato nulla di nuovo: stava sperimentando un servizio per mandare brevi messaggi testuali fra telefoni con tecnologia Gsm [Global System for mobile Communications] e il telefono su cui stava lavorando era un Orbitel 901. Ma sviluppare l’idea erano stati nei primi anni ’80 due esperti in telecomunicazione franco-tedesci. Ci volle però parecchio tempo perché ci si mettesse d’accordo sugli standard tecnici necessari e, così, si arrivò  a quel fatidico 3 dicembre del 1992, quando Papworth inviò quelle due parole ‘Merry Christmas’ dal suo cellulare al direttore dell’operatore telefonico, la Vodafone, Richard Jarvis che si stava godendo la festa di Natale in ufficio. A quel messaggio, che poi ha fatto la storia, l’ingegnere non ricevette nessuna risposta. Raccontò più volte che: «per me fu un normalissimo giorno di lavoro» e il fenomeno fu inizialmente sottostimato. «Non sapevamo in che tipo di mostro si sarebbe trasformata la messaggistica di testo» ha dichiarato Papworth in diverse interviste. «Non ne avevo alcuna idea. Magari qualcun altro l’aveva, io al contrario lo vidi come una delle cose che dovevo fare durante la giornata: testare un nuovo possibile servizio e vedere se funzionava». Un anno dopo, nel 1993, la Nokia introdusse il ‘beep’, la suoneria per segnalare l’arrivo di un messaggio. Inizialmente, il testo aveva un limite di 160 caratteri ed è per questo che si diffusero le abbreviazioni come ‘Merry Xmas’ o ‘Lol’ [laughing out loud] e poi le ‘emoticon’.

Le parole e le immagini sui nostri smartphone, tablet o computer esistono grazie ad una rete di composti di silicio, fibre ottiche, minerali, metalli, plastiche, fili elettrici, cavi sottomarini, torri di trasmissione, satelliti, banche-dati ai quali i nostri dispositivi si collegano attraverso la ‘nuvola informatica’, depositata in macchine potentissime e grazie alla tecnologia del ‘cloud computing’. Mentre ciò avviene si consumano risorse e si producono rifiuti che bisogna imparare a gestire, perché è solo grazie ad un uso responsabile dei nostri dispositivi, che oggi sono alla base della maggior parte dei legami che ci tengono in vita, che continueremo a generare lavoro, piacere, libertà e bellezza.

Gianni Milanese
Sono nato a Mogliano Veneto nel 1946. Dopo una lunga carriera militare mi sono dedicato alla libera professione come Consulente di Direzione ed Organizzazione, attività che ancora oggi svolgo con grande passione nell’ambito dello Studio Milanese®. Scrivere rappresenta per me un hobby come il Nordic Walking, la Barca a vela, la musica Jazz e l’impegno nel Volontariato. Ho scritto alcuni racconti lunghi e numerose poesie. Ma, fondamentalmente, quando mi metto alla tastiera lo faccio per me stesso e per chi sa ancora accendere la miccia dei sentimenti cioè per coloro che soffrono o gioiscono e che, come me, nello scrivere vivono una seconda vita. In tale ottica la mia scrittura non può essere giudicata come scontata, perché l’esistenza non lo è mai. Secondo me un racconto per toccare le corde deve essere dolceamaro come appunto lo è la vita. Dal 2021 collaboro con il mensile di attualità, cultura e società L’ECO di Mogliano e con altri periodici [Trevisani nel Mondo, D&V…]. Vivo e lavoro a Villorba, ridente cittadina a nord di Treviso, nel comprensorio del Parco naturalistico del fiume Storga.

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