Forse i più anziani ricordano le “siepi di confine” della campagna dell’infanzia. Si trattava di autentici boschi lineari, che dei querceti di pianura, distrutti definitivamente tra Ottocento e Novecento, conservavano la struttura stratificata, le componenti biotiche e buona parte della funzionalità ecologica.
Ebbene quelle siepi appartengono ormai alla memoria storica e personale di ciascuno e il modello da esse ispirato è stato del tutto ignorato dai “costruttori di siepi” che hanno arredato i nostri giardini. Fossero essi architetti o vivaisti, sembra che il solo fine che intendevano perseguire fosse quello dell’isolamento visivo e acustico. In altre parole, quello di realizzare un “muro verde”, immutabile, compatto e a bassa manutenzione.
Va detto che tali obbiettivi non venivano colti se non in piccola, trascurabile parte, dato che il Lauroceraso (Prunus laurocerasus), arbusto a foglia persistente di origine pontica (intorno al Mar Nero) con cui le siepi venivano realizzate, non era né impermeabile ai rumori, né di crescita lenta.
Per di più, causa le ricorrenti e onerose potature, non fioriva ed appariva letteralmente immutabile in ogni stagione.
La ragione per cui proponiamo alla nostra esigua schiera di Lettori questo breve articolo si inquadra dunque nel nostro eroico sforzo divulgativo, volto ad incrementare la biodiversità urbana.
Ecco allora che affrontiamo il tema siepe, proponendo un modello della stessa barriera perimetrale degli spazi domestici, biodiverso, esteticamente gradevole e di speciale funzionalità ecologica.
La siepe che si propone è dunque una siepe mista, formata come tale da più specie di arbusti disposte in sequenza lineare. Possono concorrere a formarla arbusti ornamentali, a foglia caduca o persistente, se trattasi di siepe urbana. Arbusti che fioriscano e le cui foglie e frutti colorati ne estendano il pregio estetico in ogni stagione.
Le specie consigliabili in questo caso sono il Cotoneaster lacteus, il C. franchettii, il Viburnum opulus, il V. tinus, la Forsitia vividissima, il Philadelphus coronarius, l’Eleagnus x ebbingei, il Pyracantha yunnanensis e altre ancora. La loro fioritura primaverile sarà una festa cromatica prolungata, cui succederanno i grappoli di frutti blu, rossi o gialli.
Una siepe ornamentale, ma ricca di visitatori, quali insetti pronubi e passeriformi insettivori, dalla Capinera nella primavera al Pettirosso nell’inverno.
Se poi la siepe deve delimitare uno spazio relativamente ampio e magari al margine della campagna, le specie di arbusti potranno essere quelle ereditate dai querceti di pianura, con Prunus spinosa, Crataegus oxyacantha, Viburnum opulus, Corylus avellana, Cornus mas, Ligustrum vulgare, Cotinus coggygria, magari alternati con qualche sempreverde tipo Buxus sempervirens e Prunus laurocerasus.
Realizzando una siepe di questo tipo si sarà costruito un habitat per rane rosse, merli, capinere, pettirossi, scriccioli, usignoli, scoiattoli, moscardini, topi selvatici, donnole, ricci, crocidure e per centinaia di specie di insetti.
Quanto sopra semplicemente per affermare che la realizzazione di una siepe richiede un minimo di conoscenza naturalistica e un esercizio di fantasia, meglio se accompagnata da una certa capacità di osservazione dell’ambiente che ci circonda.
Da ultimo, se ci è concesso, vorremmo proporre qualche considerazione di tipo ecologico. Perché la siepe, in realtà, è un piccolo microcosmo e al tempo stesso un piccolo ecosistema forestale. Come tale, con tanto di apparato di produzione (le piante), di consumatori primari (gli animali fitofagi), di consumatori secondari (gli animali predatori) e di superpredatori. In questo caso lo Sparviere che verrà a predare il vostro amato Pettirosso in una luminosa mattina d’inverno.
Buona siepe a tutti.
Treviso 30 03 2024 – Grazie per questa erudita testimonianza assai interessante…
Bell’articolo utilissimo. Scritto con la consueta leggerezza competente.
Grazie davvero, mi sto giusto cimentando a realizzare una siepe di confine sulla terra della mia nuova casa in appennino, ne terrò conto dei suggerimenti per la piantumazione