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Cari amici
Scusatemi se Vi invito a continuare a riflettere sulla situazione storica attuale.
Credo importante e doveroso su un piano civico essere attenti osservatori
L’altro giorno una mia classe del Liceo Classico Antonio Canova ha presentato, presso Palazzo Bomben Fondazione Benetton a Treviso (che ringrazio per questa opportunità), un bellissimo lavoro di riflessione e di analisi sulla vicenda tragica del conflitto tra lo stato d’Israele e Hamas. La classe è stata invitata a questa testimonianza dall’AUSER di Treviso che ringrazierò sempre per questa occasione di confronto tra generazioni.
Il lavoro della classe è stato organico. La questione è stata affrontata a trecentosessanta gradi, geografia, storia, politica, cultura e religione, economia e attualità. Tutto è partito dal fatto che i miei studenti sono abituati a leggere i giornali e l’attualità tutte le settimane per i tre anni di liceo. Durante questi mesi la questione palestinese era emersa in tutta la sua assurdità…ma anche in tutta la sua complessità. Ecco allora la necessità di un approfondimento serio. Venti ore in classe e venti ore a casa, da soli e assieme, per gruppi. In classe assieme discutendo intorno ad un tavolo ovale guardandosi negli occhi. Il tutto per domandarsi come raggiungere la pace. Ecco allora un confronto aperto e franco per ipotizzare delle soluzioni e ipotizzare una risoluzione. Un lavoro di grande valore civico e istruttivo. La classe è arrivata ad una soluzione dove c’era però sia una maggioranza ma anche una minoranza…entrambe rispettose delle reciproche idee e posizioni.
Studiando, dibattendo, riflettendo abbiamo imparato che in una guerra c’è sempre un terzo attore (non solo i due contendenti), che è o che sono, coloro che guardano, i famosi spettatori attivi o passivi…che possono osservare, ma anche potenzialmente intervenire pro l’uno o pro l’altro, oppure ‘super partes’ mettendosi in mezzo per far finire la contesa.
Gli studenti nel caso della guerra in atto in Palestina avevano fatto emergere questi “terzi” attori, gli USA, la Lega Araba, la Turchia, la Cina e il Papato. Avevano escluso l’Europa ormai appiattita su scelte altrui e non più autonoma e capace di esprimere con vera autorevolezza un proprio pensiero capace di costruire un possibile canale di pace.
Ed è qui che intervengo con una nuova riflessione che spero aiuti a credere che sia possibile ancora una reale strada che porti ad una nuova pace.
Son sempre più convinto che ci sia un terzo attore capace di fermare questa guerra e anche le altre guerre presenti nel nostro pianeta.
Mi ricollego alla riflessione precedente dove andavo a mettere in risalto l’ormai non ruolo, l’incapacità d’incidere concretamente delle Istituzioni Internazionali come l’ONU, la NATO e chiaramente l’Europa.
Ma se gli Stati no…le Istituzioni Internazionali no…chi allora può veramente diventare un freno a questa escalation verso una guerra globale? L’unico attore che può fermare questa tragedia annunciata… è l’economia. L’economia figlia della nostra globalizzazione degli ultimi trent’anni.
Le Banche, le Assicurazioni, le multinazionali soprattutto quelle del settore tecnologico possono fermare questa corsa agli armamenti e alle conseguenze inevitabili.
Questi volti dell’economia che da anni governano veramente il pianeta, andando oltre gli Stati e le Istituzioni, se vogliono possono fermare il processo storico in atto.
Si devono domandare… vale di più un’economia militare di guerra o un’economia di produzione/consumo com’è stata fino ad ora? Da che parte state? Cosa scegliete?
Ecco…farei di tutto per realizzare una conferenza sulla pace con tutti questi volti che rappresentano l’economia reale e l’inviterei a decidere da che parte stare.
Non chiamerei gli stati in conflitto, e neanche delle Istituzioni sterili ed incapaci…ma chiamerei i veri re e regnanti della società attuale. È triste doverlo ammettere per tanti motivi…ma senza soldi e senza tecnologia/armi è difficile pensare e realizzare delle guerre. Pensiamoci!
Treviso 16 04 2024 – Grazie di questo contributo…