Divagazioni in attesa di un Mondo Nuovo

"Il mondo novo" di Giandomenico Tiepolo

Alleanze infide, quelle che infiammano la speranza degli ucraini nella guerra per procura della democrazia, contro lo strapotere dittatoriale russo e dopo due anni scoprono che forse è meglio lasciar perdere: gli americani trumpiani bloccano i finanziamenti; l’Europa tiene la barra diritta ma sempre con minore entusiasmo. In fondo avevano ragione loro, i pacifisti irriducibili: tanto vale nemmeno iniziarle certe guerre. Meglio lasciare i popoli al loro gramo destino fin da subito, se poi ci si stufa del giocattolo usato, perché come sosteneva Gandhi in fondo la coerenza è la virtù degli sciocchi. Alla fine tutti giù per terra e le delusioni sono tristissime. Tutto avviene secondo il copione già recitato in Afghanistan, solo temporaneamente salvato dai talebani.

E oltre il mare Mediterraneo tremano altre nostre solide certezze: oltre trentatremila morti a Gaza, molti dei quali civili, sono il risultato del comportamento di quello che viene considerato il paese più democratico del Medio Oriente: in un certo senso il nostro baluardo occidentale. Tanto esemplare al punto da distruggere completamente un territorio vasto 360km quadrati, senza rispetto per bambini, donne, cooperanti, in nome di un’idea folle per dimensione e proposito: lo sterminio fisico di Hamas. Il prezzo che sta pagando il popolo palestinese è immenso, la legge del taglione spropositata. Indicibile anche ciò che pagheranno gli israeliani di buona volontà, con i danni perenni alla convivenza: per legge di sentimento le vittime rimangono per sempre insepolte, dentro ai cuori, e per ogni morto inutile si accende una nuova promessa di vendetta.

In Italia cadono ad uno ad uno alcuni pilastri che hanno sostenuto i confini delle buone maniere, i capisaldi del vivere civile, se non basta lo sgretolamento delle convinzioni ideologiche: svalutato lo stato sociale sociale, imperversano aggressioni al personale sanitario, baby gang rancorose picchiano la gente. L’aura di rispettabilità che circondava alcune figure politiche istituzionali si ridimensiona nel comportamento borgataro dei leader. La credibilità dei telegiornali e la qualità della stessa Rai uno è sempre più minata dall’occupazione dei posti guida e da gestioni che strizzano l’occhio ai partiti dominanti, con poco pudore. Costituzione in bilico.

Nel fuggi fuggi sconfortante la gente si allontana dalla politica, come da un territorio indiavolato e apre varchi immensi a chi sa come sfruttarne la fragilità: il parlamento non osa estromettere nemmeno una ministra provatamente indagata per aver truffato i propri lavoratori e l’istituto INPS (Santanchè). La corruzione si infiltra a macchiare compagini che hanno fatto della legalità una bandiera (caso Triggiano e Torino).

Gli studiosi si titillano in tutti i modi le meningi per evidenziare con le statistiche la causa, già sotto agli occhi di tutti, per cui stiamo andando verso la distruzione della nostra assicurazione per il futuro: i figli. Lavoro precario, piani casa assenti, valore effettivo degli stipendi regredito. Landini, appassionata Cassandra costantemente in preda a motivati travasi di bile, conosce e riconosce dove sta il difetto strutturale. Eppure il proletariato di fatto, gli indigenti con un lavoro fisso, adesso votano –  se e quando votano –   per le forze tradizionalmente meno vicine alla propria ipotizzabile classe reddituale.

Il ringiovanimento necessario dello stato potrebbe essere almeno corroborato da giovani famiglie che premono dall’estero per venire a vivere in Italia e da quei cervelli, italianissimi, che sono costretti a lasciarla per impossibilità di un collocamento adeguato: 1300.000 ragazzi dal 2011 al 2021.   Invece non riconosciamo neppure i figli di stranieri nati nel nostro Paese, a meno che non siano osannabili negli stadi di calcio.  

Sono diventato anziano (vecchio non si dice più, in una società imbalsamata) sognando un esito diverso: una progressiva marcia verso l’affrancamento del popolo, affascinato dal pacifismo e sempre più solleticato dalla cultura, dalle arti e da una certa giustizia sociale. Invece assistiamo ad un analfabetismo di ritorno e alla relativizzazione dei valori condivisi. Del resto Il 57% degli italiani tra i 18 e i 54 anni segue un influencer o un brand editoriale tutti i giorni. Il cantante Fedez, che non è neppure il principale, colleziona ca. 14,7 milioni di follower. Per capirci nel 2022 Fratelli d’Italia, oggi principale formazione politica, ha conseguito per la Camera 7.302.517 preferenze. Non ci si avvicina neppure assommando i voti del Pd (5.356.180). I modelli a cui si ispira la gente si frazionano in un’infinità di rivoli solo occasionalmente canalizzati.

Restiamo forse in attesa di un vento di pulizia interiore che spazzi le incrostazioni di pregiudizio, purtroppo non immotivate. In fondo una rivoluzione incruenta un poco ce l’auguriamo tutti. Una rivoluzione che allontani da noi la follia del militarismo montante: se non è più tempo di fare l’amore e non la guerra, che ci risparmi almeno i richiami ad una patria di facciata e appelli buoni solo nei raduni. Che ci risparmi, scusate l’ardire, anche dai troppi monumenti che ogni anno vengono eretti per la pressione delle varie associazioni di ex alpini. Naturalmente non ho nulla contro gli alpini che svolgono ancor oggi compiti meritori di protezione civile. Basterebbe che, tra una penna ed un grappino, un saluto alla bandiera e una tromba, se proprio si devono erigere dei monumenti, lasciamo uno spazio anche agli uomini di cultura, agli scienziati, ai bravi maestri, alle donne intelligenti, ai lavoratori, ai seminatori di pace, a eminenze altrettanto preziose che meritano un ricordo e un riconoscimento. In fondo in altre epoche i monumenti e gli affreschi avevano anche una funzione didattica, specie per la popolazione meno acculturata. Facciamo che un mondo nuovo possiamo almeno immaginarlo, molteplice e arricchente, nella pietra o fuso nel bronzo, se la realtà vacilla.

Roberto Masiero
Roberto Masiero è nato da genitori veneti e cresciuto a Bolzano, in anni in cui era forte la tensione tra popolazioni di diversa estrazione linguistica. Risiede nel trevigiano e nel corso della sua vita ha coltivato una vera avversione per ogni forma di pregiudizio. Tra le sue principali pubblicazioni: la raccolta di racconti Una notte di niente, i romanzi Mistero animato, La strana distanza dei nostri abbracci, L’illusione che non basta, Dragan l’imperdonabile e Il mite caprone rosso. Vita breve di norbert c.kaser.

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