Esce in libreria la storia del lungo rapporto fra la dinastia austriaca dei Bianchi e Mogliano Veneto.
Una vicenda che parte da Napoleone e arriva fino agli anni Venti.
Per una volta cominciamo dalla fine.
“A distanza di oltre due secoli quella proprietà non esiste più, dissolta in tanti appezzamenti, occupata da altre attività non sempre legate all’agricoltura, talvolta abbandonate alla speculazione. I coloni hanno lasciato le sudate terre, le case coloniche ripristinate con altri scopi o ridotte a solitari ruderi, la villa simbolo e luogo di tante vicende legate al territorio in completo abbandono”.
Si conclude con queste meste considerazioni la nuova fatica dello storico marconese Luigino Scroccaro, edita per i tipi di Cierre Edizioni con il titolo di BARONI E COLONI. La proprietà in questione è un territorio di ben duemila ettari tra le province di Treviso e Venezia acquistato dal barone austriaco Federico Bianchi tra il 1821 e il 1839 e rimasto di proprietà della famiglia fino agli anni Venti del secolo scorso.
L’avventurosa storia di questo personaggio, legata a filo doppio a quella di Mogliano Veneto come vedremo, risulta emblematica di un’epoca, tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, in gran parte condizionata dai fasti e dai guasti dell’epoca napoleonica. Nato a Vienna nel 1768, Federico frequentò l’Accademia e diventò nel 1788 ufficiale del genio dell’esercito imperiale. Qui raggiunse i gradi più alti della gerarchia distinguendosi da protagonista sui vari campi di battaglia europei (fu ferito cinque volte) tanto da essere inserito “tra i più famosi e degni generali guerrieri d’Austria” e meritare un posto permanente nel museo di storia militare di Vienna. I successi militari e le onorificenze ricevute gli fruttarono cospicui guadagni per investire i quali mise gli occhi sul Veneto che conosceva bene e dove la proprietà fondiaria determinava ormai il nuovo ordine sociale scaturito dal crollo dell’ancien règime. Da questo momento e per quasi un ventennio il barone non cessò di acquisire terre dalle più importanti famiglie nobiliari veneziane, dai Corner ai Tiepolo. La sua attenzione, in particolare, si puntò sulle campagne lungo il Terraglio.
“Topograficamente questa zona appariva ideale per investire delle risorse. Mogliano, il villaggio più importante, posto tra Mestre e Treviso, si trovava in posizione strategica rispetto ai centri più noti del Veneto; notevole era poi la fertilità delle terre in tutta quell’area.” scrive Scroccaro.
Il primo atto ufficiale, siglato il 18 maggio 1821, riguardò l’acquisto di una villa posta lungo il Terraglio (dove si trova tuttora) con annessi 56 campi e rispettive case coloniche. Inizia così lo stretto rapporto fra la famiglia Bianchi e Mogliano Veneto che durerà per un lungo e fondamentale periodo della nostra storia comprendente le campagne risorgimentali, l’annessione del Veneto al nuovo stato italiano, la Grande Guerra, le lotte agrarie e l’inizio del fascismo. Quasi cento anni raccontati magistralmente da Scroccaro con la consueta dovizia di dati e documentazioni raccolti negli archivi del territorio, ancora una volta miniere inesauribili di informazioni, preziosi custodi delle vicende dolorose nella secolare lotta delle classi subalterne per veder riconosciuti i propri diritti. Insomma, una storia di fatica e dolore ma anche di positiva intraprendenza visto che sue terre il barone Bianchi incentivò il rinnovamento dell’agricoltura introducendo tra l’altro la coltivazione del gelso, l’allevamento del baco da seta e la risicoltura. A ben guardare è la storia della trasformazione del nostro territorio e della nostra società, un processo ineluttabile del quale abbiamo in gran parte colpevolmente rimosso le tappe ma che rivive grazie a opere come questa.
Luigino Scroccaro
BARONI E COLONI
La tenuta Bianchi duchi di Casalanza tra Treviso e Mestre (1821-1924)
Cierre Edizioni 2024
Mio nonno materno lavora per loro. Io son cresciuta col loro latte…. Un burro…