Ho chiesto con una e-mail all’amica Fabia, espatriata in Germania da parecchi anni, cosa pensasse dei risultati delle elezioni Europee 2024 da poco conclusesi. Mi ha risposto: “Ti scrivo queste righe una settimana dopo le elezioni e mi accorgo quanta più esperienza europea di vita vissuta serva ai nostri popoli perché ciò che per me è ovvio deve ancora diventare mainstream. A questa Europa, purtroppo ancora in divenire, dedico la mia breve testimonianza. Mi sento Europea e questa è la mia risposta alla tua domanda se sono più italiana o più tedesca. Tengo a precisare che io e mio figlio non siamo mezzi tedeschi e mezzi italiani, bensì siamo ‘doppi’, cioè siamo sia italiani e sia tedeschi. Per me una differenza semantica significativa che raddoppia l’arricchimento culturale personale e delle comunità in cui viviamo. Come sai, dopo vari espatri in paesi extraeuropei, dal 2008 risiedo stabilmente in Germania e mi considero un ‘ponte a doppia corsia’ tra questi due Paesi. Anche grazie a studi ed esperienze professionali ho affinato la capacità di analizzare le società in modo obiettivo, tanto che non mi considero una fan sfegatata né della Germania né dell’Italia, nemmeno in occasione delle partite di calcio. Ho vissuto sulla mia pelle esperienze positive e negative in entrambi i sistemi nazionali: malattia, disoccupazione, conflitti relativi al diritto di famiglia, problemi scolastici e non-sense burocratici, ma anche la formazione di alto livello, la carriera professionale, la maternità, lo sport, le amicizie, i viaggi, i paesaggi naturali, gli eventi culturali. In ogni circostanza ho colto l’occasione per studiare e capire, mettendo a disposizione di altri il mio patrimonio di conoscenze: ho collaborato come expat assistant per supportare gli stranieri con la burocrazia tedesca, sono stata delegata federale per l´Associazione tedesca delle famiglie monoparentali, ho fatto l’interprete alle udienze per i richiedenti asilo, ho erogato consulenze aziendali di marketing [il mio lavoro originario e principale] ed ho anche insegnato all’Università ‘Psicologia economica’. Attualmente sono anche Cultrice della Materia presso la cattedra di Geografia Culturale all’Università di Torino, dove analizzo e divulgo le best practices tedesche di sostenibilità ambientale: dalla politica dei trasporti pubblici al turismo, dalle mense scolastiche all’edilizia ed alla tutela del paesaggio [tra poco uscirà un mio libro su questo argomento]. Spero in una lunga vita in salute per potere ancora conoscere, vivere e testimoniare nuove realtà di pace e non solo. Un abbraccio a te…”

Gianni Milanese
Sono nato a Mogliano Veneto nel 1946. Dopo una lunga carriera militare mi sono dedicato alla libera professione come Consulente di Direzione ed Organizzazione, attività che ancora oggi svolgo con grande passione nell’ambito dello Studio Milanese®. Scrivere rappresenta per me un hobby come il Nordic Walking, la Barca a vela, la musica Jazz e l’impegno nel Volontariato. Ho scritto alcuni racconti lunghi e numerose poesie. Ma, fondamentalmente, quando mi metto alla tastiera lo faccio per me stesso e per chi sa ancora accendere la miccia dei sentimenti cioè per coloro che soffrono o gioiscono e che, come me, nello scrivere vivono una seconda vita. In tale ottica la mia scrittura non può essere giudicata come scontata, perché l’esistenza non lo è mai. Secondo me un racconto per toccare le corde deve essere dolceamaro come appunto lo è la vita. Dal 2021 collaboro con il mensile di attualità, cultura e società L’ECO di Mogliano e con altri periodici [Trevisani nel Mondo, D&V…]. Vivo e lavoro a Villorba, ridente cittadina a nord di Treviso, nel comprensorio del Parco naturalistico del fiume Storga.

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