L’occasione è ghiotta. Poter conoscere la storia di una famiglia celebre come quella degli Stucky proprio nella villa Stucky a Mogliano. L’opportunità ce la offre l’associazione OMEGA aps nell’ultimo appuntamento con gli “Aperitivi Narrativi”. Giochiamo in casa.

Il libro è I principi di Venezia di Antonella Benvenuti.

Il sole di fine pomeriggio illumina netto la splendida villa e sfinisce il pubblico ma l’autrice è arguta e avvincente come la storia che racconta. Se siete golosi di saghe familiari e colpi di scena è il libro che fa per voi. Se siete moglianesi è un motivo in più per conoscerla e per scoprire che l’epilogo, abbastanza tragico, si è svolto forse proprio a pochi passi dalla conferenza.

Cominciamo. Stucky è svizzero ma riuscirà a diventare l’uomo più ricco di Venezia grazie al mulino costruito alla Giudecca. Una costruzione che sembra un pezzo di Nord Europa capitato per sbaglio in laguna. All’inizio del secolo scorso Giovanni Stucky è al massimo del suo potere e come molti veneziani vuole anche lui la sua villa in campagna e sceglie proprio Mogliano. Bella, accogliente, eclettica vanterà ospiti illustri come l’ubiquo Gabriele D’Annunzio e nientepopodimeno che Igor Stravinsky.

La bella storia si conclude nel 1910 sulle gradinate della stazione di Venezia. Un ex dipendente, non tutto a posto con la testa, con un affilato rasoio gli taglia la gola.

Giovanni muore tra le braccia del figlio Giancarlo e l’assassino viene catturato e quasi linciato. Era il signor Bruniera, di Carbonera, e passerà il resto dei suoi anni (pochi) in galera. Le sue dichiarazioni sono contraddittorie e ancora adesso ci sono varie interpretazioni di quel gesto. Una vendetta personale familiare? Un licenziamento precedente non digerito? Una paranoia violenta?

Di fatto però comincia l’eclisse degli Stucky. Il figlio Gian Carlo un po’ alla volta perde il controllo dell’azienda. È uno svizzero e non gli concedono i danni di guerra, poi c’è la battaglia del grano e le autorità fasciste l’ostacolano e poi c’è tutta una trama torbida dei suoi rapporti con gli amici (!?)Cini e Volpi, i veri padroni di Venezia. Riusciranno a strappargli sia il molino sia la residenza della famiglia che era Palazzo Grassi. Un intrigo velenoso che si concluderà con la morte dell’ultimo erede, Gian Carlo. Infarto, crepacuore, morte naturale o suicidio proprio nel parco della villa a pochi metri dalla riunione? Brividi degli astanti, il pubblico si avvicina, tutte le copie del libro vengono vendute e immediatamente gli spritz trangugiati in un solo sorso.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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