“So tuto bombo” bagnato, intriso di sudore. Dopo il “sofego” ecco un’altra elegante espressione che ben riassume l’accalorato periodo.

Vedere persone eleganti con la camicia bagnata, bomba, sotto le ascelle, è una bella soddisfazione, specie se queste desidererebbero farvi firmare un contratto vantaggiosissimo. Per loro. Professionisti incravattati che perdono il loro smalto tornano ad essere delle persone accaldate che volentieri starebbero in canottiera e con i piedi dentro una bacinella.

“Jero suà, mojo, bombo…” magari solo per aver sistemato due cose in terrazza.

“ Gaveo i nissioi bombi” anche questa è una bella e inevitabile esperienza. La striscia del letto da voi occupata è bagnata come se ci avessero versato sopra del the(tiepido) e ritornarci sopra dopo un risveglio notturno è impossibile. Come incomprensibile è tutto quel liquido sul lenzuolo stropicciato forse uscito dal vostro corpo. Come le tonnellate di muco dal naso durante un raffreddore, inspiegabili.

Una prova di coraggio? Rimettersi una maglietta “bomba” il giorno dopo. Il rancido (cagnon) si materializza e una sottile nausea vi accompagna e condiziona il vostro rapporto con gli altri. Diventate una persona riservata, discreta che sa mantenere le distanze. A poco a poco il   “cagnon” influenza anche la vostra “concezione del mondo” e approdate al nichilismo anche in politica.

Cultura. Sì, alziamo il termostato intellettuale di queste righe. Niente da fare per “Ecce bombo” di Nanni Moretti, e neanche il compianto Bombolo, protagonista di film indimenticabili, ha dei riferimenti vicini al nostro veneto sudore. Ecco Casanova sì, lui scrive che adorava l’odore di certi indumenti “bombi” e che… lasciamo perdere.

Domani nel nostro lessico incandescente arriviamo a “broà”.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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