Anche a Mogliano come in altre centinaia di località quest’anno si è ripetuta la ormai tradizionale pastasciutta antifascista”. Una sorta di rievocazione della vera pastasciutta offerta ai compaesani da parte dei fratelli Cervi l’indomani della caduta del regime. Purtroppo, tutti sappiamo cos’è avvenuto loro successivamente.

Complimenti e congratulazioni quindi all’ANPI locale. Un successone. Duecento persone sedute in attesa della pastasciutta stracciando il record di Treviso città che si è fermata a 160. Un po’ di merito e competitività a sinistra non fa male. Scherziamo naturalmente.

L’occasione è ghiotta non solo gastronomicamente ma è pure, per molti concittadini, un modo di ritrovarsi, di chiacchierare e commentare la recente sconfitta elettorale. Molte teste grigie e bianche, poche tinte, ma anche moltə ragazzə.

In parte sono quellə di Officina 31021, vera sorpresa delle ultime vicende politiche. Giovani che si impegnano, che organizzano un Festival, che invitano lunedì Luca Mercalli a parlare di cambiamento climatico, che pazientemente fanno finta di ascoltare i nostri saggi consigli. Beh, dove li trovi ragazzə così?

Però il nostro interesse è su un altro fuoco, la nostra curiosità è verso il libro che viene presentato proprio mentre viene servita la pasta. Tra parentesi filologicamente coerente con quella dei Cervi, bianca al formaggio senza tanti fronzoli. La presentazione del libro deve combattere contro la distribuzione golosa ma le due autrici riescono a catturare l’attenzione degli avventori con…

No prima un po’ di informazioni. Il titolo per esteso Partigiani a tavola. Storie di cibo resistente e ricette di libertà. Fausto Lupetti Editore. Le autrici sono Lorena Carrara ed Elisabetta Salvini.

presentazione del libro: “Partigiani a tavola. Storie di cibo resistente e ricette di libertà

Riesco a parlarci un attimo. Emiliane, simpatiche e ironiche lavorano con la storia maiuscola però fatta di piccole cose come i cibi scadenti e scaduti ingurgitati dai partigiani per settimane e da quelli sognati. Citano Meneghello in cui lui favoleggia di come massima aspirazione (perversione) del dopoguerra fosse una polenta cotta nel burro. Le due storiche mi dicono che insegnano ambedue alle medie (tutta la mia solidarietà umana) e comunque sono contento di trovare fuori regione delle estimatrici di Meneghello. E chi parla a sproposito di identità dovrebbe leggere e rileggere “Libera nos a Malo”, e imparare.

Torniamo alla loro opera, in un passaggio rievocano un brano dello scrittore vicentino che ogni volta mi fa cappottare. Si racconta di due giovani partigiani che si trovano davanti ad una busta di cibo paracadutata dagli alleati in loro soccorso “…Lelio e un ragazzo di Roana si fecero forza e si misero a mangiarsela con le mani. Lelio ne mangiò una manciatella e poi si fermò; il ragazzo di Roana mangiò tutto il resto e ci bevve sopra una borraccia d’acqua perché impastava la bocca. Poi si sentì male, e gli altri si misero a fargli bere dell’altra acqua per rianimarlo. Quando entrò in coma, lessi cosa c’era scritto in inglese sul pacchetto: “Polvere ad altissima concentrazione, 100 uova di gallina canadese, mescolata con l’acqua riacquista il volume naturale”.

Il ragazzo di Roana era più in là che di qua. Mi dissi: tutto dipende dalla velocità di fermentazione. Fu infatti una gara di velocità: ora pareva che vincessimo noi, ora la fermentazione. Alla fine, avevamo vinto noi e il Ragazzo di Roana si riprese. In seguito, bastava dirgli “Coccodè” per farlo svenire”.

Fame umorismo e resistenza.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

2 COMMENTS

  1. Complimenti Otello, come al solito bellissimo articolo.
    Giovedì sera si respirava aria di condivisione e di comunità.
    Grazie a tuttə

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