Per prevenzione primaria si intende la cura dei fattori ambientali e degli stili di vita che evitano l’insorgere delle malattie.

Per quanto riguarda questo aspetto definirei “schizofrenica” la comunicazione mediatica: da un lato viene fatto terrorismo sul drammatico deterioramento dell’ambiente naturale aggravato dai disastri provocati dal riscaldamento globale, dall’altro lato viene operata una sorta di censura sul collegamento stretto che c’è tra questo deterioramento e il decadimento della salute pubblica.

Non viene mai detto che l’aumento della prospettiva di vita nel mondo occidentale negli ultimi decenni è dipeso soprattutto dal miglioramento dell’igiene ambientale, cioè l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e i cibi che mangiamo; altro fattore determinante è stato l’aumento del reddito e del tenore di vita dei lavoratori. Non viene mai fatto il collegamento tra il deterioramento di questi fattori e l’aumento dei casi di cancro in età sempre più precoci, soprattutto nelle zone dove il degrado è più spinto, e per degrado va inteso anche quello economico, con l’aumento vertiginoso delle disuguaglianze tra una élite di ricchissimi e una massa sempre più grande di “lavoratori poveri” che non possono permettersi alcun tipo di cura personale.

È per tutto questo che la curva della prospettiva di vita adesso è in discesa.

Il grande successo della ricerca in medicina non è stato quello che ha trovato farmaci miracolosi, che non esistono. Il progresso è dipeso dalla scoperta delle cause delle malattie, a partire dai microrganismi patogeni (ricordiamo Pasteur?). Da quel momento la sanità pubblica è stata indirizzata soprattutto verso programmi di igiene ambientale e di ricerca su quali comportamenti alimentari e “vizi” individuali sono dannosi, oltre che a organizzare servizi di base e ospedalieri gratuiti per tutti (e su questo l’Italia è stata all’avanguardia negli anni ’70 con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, che adesso è in via di progressivo smantellamento). Tutto questo ha prodotto lo spettacolare aumento della prospettiva di vita di cui sopra.

Si è evidenziato poi un conflitto: i programmi sanitari indirizzati verso la prevenzione costano poco e, soprattutto, non producono profitti e, siccome sono i magnati della finanza e del “mercato” che comandano sulla politica del mondo, questi programmi vanno banalizzati, come va banalizzato o negato l’impatto di un sistema produttivo che provoca degrado naturale, malattia e morte.

E di questo varrà la pena di parlare, e nel discorso entrano senz’altro anche gli inceneritori di rifiuti…

Siro Valmassoni
Medico ambientalista, per 40 anni anche anestesista rianimatore

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