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A un mese dalla vicenda del parco di via Meucci, un’altra zona di riferimento della comunità marconese verrà resa edificabile e venduta.

Un luogo che non fallisce mai nel compito di ricordarmi del periodo in cui frequentavo le scuole medie alla Malipiero è il Centro Civico. Questo perché, oltre a essere una parte fondamentale di via della Cultura, era la meta prediletta dai docenti per gli incontri con la Croce Verde nella sala del Consiglio Comunale. Forse anche questo, insieme alla presenza della vicina piazza Donatori di Sangue, mi porta a vederlo come un simbolo della sua zona.

Difficilmente avrei pensato, quindi, di vedere una proposta per rendere edificabile ed alienare un’area del genere a così poco tempo da una proposta simile ma riguardante il parco in via Antonio Meucci. Questa volta a opporsi non sono stati dei residenti delle vie adiacenti, ma dei membri di passate amministrazioni del Comune di Marcon, tra i quali 5 ex sindaci (Bellio, Dalla Tor, Davanzo, Follini e Marton).

Le motivazioni di chi si oppone sono chiare e dritte al punto. In primo luogo un cambio di destinazione d’uso della zona fa pensare alla probabile costruzione di una struttura residenziale, che toglierebbe la possibilità di riqualificare l’edificio per sfruttarlo in maniera differente (magari come punto di ritrovo per i giovani). Questo, tra le altre cose, sposterebbe in secondo piano piazza Donatori nel contesto urbano marconese. Alienare il Centro Civico, che da più di 50 anni è un punto di riferimento istituzionale, significherebbe inoltre rinunciare a un fabbricato ben mantenuto in cui le amministrazioni hanno investito fondi nel corso degli anni. Basti pensare che la via su cui sorge venne nominata “della Cultura” perché sarebbe dovuta essere l’anima culturale (e quindi civica) della città di Marcon.

Lascio al lettore eventuali considerazioni finali sulla situazione, sperando che, come nel caso del parco di via Meucci, il tempo non tardi a farci sapere come questa storia andrà a finire.

Alessandro Vinciati
Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’ età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

3 COMMENTS

  1. Passo per Marcon meta il Bosco di Mestre a Dese e incessante vedo il lavoro di sparizione di suolo per nuovi capannoni. Il nuovo cantiere è a bordo strada dove via Treviso si instrada in via Pialoi, vi si prevede una nuova attività produttiva. Dal cavalcavia della tangenziale i piloni di un nuovo grande insiediamento produttivo, mentre a ridosso del grande svincolo della tangenziale l’enorme cantiere che porterà l’innesto ferroviario all’aeroporto. Chissà se a Marcon si salveranno le Cave di Praello e quelle di Gaggio, magari qualcosa di produttivo e non di inutile ambiente umido potrebbe stimolare ulteriori iniziative!

  2. Una testimonianza: io c’ero.
    Il Centro Civico Aldo Moro ha segnato un cambiamento importantissimo per il Comune di Marcon. Costruito negli anni settanta per rispondere concretamente ai bisogni della comunità marconese, è diventato in brevissimo tempo un polo di attrazione e di erogazione di servizi culturali, sanitari e sociali ai cittadini.
    Trovarono una prima sede accogliente e funzionale per quei tempi: la Biblioteca di Marcon che già allora si definiva “biblioteca di comunità”, graditissima e frequentatissima; il primo distretto sanitario con annessi alcuni ambulatori specialistici; l’ambulatorio del primo medico di base a Marcon; la direzione didattica e l’ufficio di collocamento, ma soprattutto la sala riunioni al primo piano, gestita dai servizi sociali e aperta a tutti. Successivamente questa sala diventerà anche sede del Consiglio Comunale
    In quella sala vennero allestite mostre (le prime in assoluto a Marcon!!); si svolsero eventi culturali di varia natura: incontri con autori (M.Rigoni Stern, A.Zanzotto, F.Tomizza solo per citarne alcuni…), laboratori di lettura, reading letterario-musicali per tutte le età; assemblee di discussione e confronto richieste dai cittadini o proposte dall’Amministrazione; laboratori didattici; rappresentazioni teatrali; concerti anche in collaborazione con il Teatro “La Fenice”; cineforum, ecc.
    Le amministrazioni che si sono succedute hanno arricchito questo edificio e il giardino antistante con opere d’arte e dediche riconoscendo l’importante ruolo aggregativo svolto e la memoria del cambiamento che questo immobile rappresentava per la comunità marconese.
    Col passare degli anni la popolazione è aumentata, alcuni servizi hanno trovato collocazioni più consone sia per specificità che per spazio, altri hanno chiuso per diversa organizzazione, nuovi uffici e servizi hanno preso il posto dei precedenti, ma il Centro Civico Aldo Moro non è mai stato vuoto e la sua memoria è innegabilmente parte integrante della storia culturale e sociale della nostra comunità.
    L’alienazione dell’immobile e il cambio di destinazione d’uso dell’area a quali reali bisogni dei cittadini marconesi rispondono? Perché eliminare un manufatto che una cinquantina di anni fa ha rappresentato un cambiamento così importante per il Comune di Marcon, che è ancora in ottimo stato e che può essere ancora utilizzato?
    Quello che sarà costruito al posto del Centro Civico Aldo Moro (un palazzo di una trentina di appartamenti), sarà altrettanto importante e significativo per la comunità marconese quanto lo è stato l’immobile alienato?
    Siamo veramente convinti che tutto sia monetizzabile… anche la storia recente e la memoria condivisa di una comunità? Nostalgia del passato? No, assolutamente no, piuttosto crudo realismo, quella volta il cambiamento puntava al miglioramento dei servizi per i cittadini e questa memoria è ben presente. Il cambiamento in corso meriterà di essere ricordato?
    Qualche idea…
    Richiamando l’intervento di Alessandro Vinciati, il Centro Civico “Aldo Moro” di Marcon potrebbe diventare – un punto di ritrovo per i giovani – ottima proposta! Potrebbe diventare anche la sede di un vero Centro Ricreativo per Anziani, polivalente, solidale e dinamico, in grado di offrire stimoli, servizi, ma anche spazi ai cittadini per ritrovarsi e confrontarsi. Qualche altra proposta?
    ornella novello

    • Grazie di cuore per questa Sua profonda e dettagliata testimonianza. Le chiedo il permesso per pubblicare questa Sua risposta sui social perché credo che sia davvero preziosa e meriti, quindi, di essere letta anche dai nostri concittadini che magari non hanno trovato questo articolo.

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