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Non siamo più abituati a considerare Mogliano Veneto come una terra (e un cielo) di originalità. Negli anni che furono è stata la fucina di giunte azzardate, di esperimenti che anticiparono l’italica politica. Abbiamo avuto perfino uno stesso sindaco per due amministrazioni opposte, un attivismo culturale spesso più sfacciato delle ingombranti Mestre e Treviso. E con una punta di orgoglio un Collegio Salesiano e un istituto psichiatrico, molto diversi tra di loro ovviamente, ma ambedue famosi. Artisti come Toni Benetton, cantanti come Toti Dal Monte, scrittori come Giuseppe Berto; poi tutto ha cominciato ad appannarsi. Non è colpa di Sabrina Salerno per carità, né delle giunte che si sono succedute ultimamente, specchio fedele delle tendenze nazionali. Tutto positivo ma l’originalità… è un’altra cosa. E allora con un po’ di fantasia cerchiamo di dare (ridare) un tocco in più alla nostra cittadina, sforzandoci di trovare nella statistica e nella cronaca qualche soddisfazione.

Da dove cominciamo? Dai soldi.

Si parla ormai dell’aumento del costo della casa come di una sciagura senza uscite. C’è un calo demografico che non aiuta per niente, anzi. C’è il fattore super bonus che doveva essere a carico del pubblico (noi) e che invece ha fatto lievitare il prezzo degli immobili. Se siete una coppia che deve sposarsi e cercare il nido d’amore lasciate perdere e restate fino ai cinquant’anni dai genitori. Questi prima o poi muoiono. Scherzo, ma non scherzano i diagrammi dei prezzi per metro quadro. Dal 2020 salgono verticali e qua entra in gioco l’originalità di Mogliano. Perché? Tutti sappiamo che Treviso è una delle città più care impestate d’Italia con punte di 4.500 euro per metro quadro, dentro le mura. Se vi chiamate A. Benetton o De Longhi nessun problema. E attorno a Treviso? Ed ecco Mogliano con i suoi 2.128 euro per metro quadro, prima in assoluto nella esosa classifica. Si avvicina solo Silea, ma stracciamo i nostri vicini Preganziol e Casale. Orgoglio immobiliarista. Questo spiega il fervore di recinzioni e gru nella nostra ex perla del Terraglio. Rimane però perla per i costruttori e i consumatori di suolo. Uh, i soliti discorsi, che noia.

Passiamo al secondo record o quasi. Orgoglio ecologico. “A Mogliano in tre anni sono stati presentati cinque progetti di agrivoltaico che copriranno oltre 473.000 m² di suolo agricolo pari a 66 (sessantasei) campi da calcio”. Cercate di capire: la cintura verde che ossigenava (e abbelliva Mogliano) sarà cristallizzata da pannelli solari che con il loro lucido grigio circonderanno la cittadina. Non tutti così brutti ma sicuramente quello di via Cavalleggeri sarà il più… (educatamente si dice impattante). Maggioranza e opposizione perfino d’accordo su questo giudizio.

Bene usciamo dal lamentoso, tanto lottizzazioni e fotovoltaico (sui campi) avanzeranno lo stesso e raccontiamo un’altra storia che solo noi di Mogliano possiamo vantare.

Orgoglio musicale e religioso.

Spariscono da due chiese (San Trovaso e San Marco di Mogliano) delle canne da organo. Furto inspiegabile, difficili da sottrarre, difficili da piazzare. Poi il colpo di scena: vengono ritrovate dallo stesso organista però in un’altra chiesa, nella centralissima Santa Maria Assunta a Mogliano. E dove? Proprio dietro l’altare, in uno scatolone, quasi in bella vista. Perplessi i parroci, perplessi gli inquirenti e un po’ “romasi” lo sarete anche voi.

Siamo in ogni caso soddisfatti: Mogliano sta ritrovando grazie a questi tre, come chiamarli, fenomeni una sua personalità, unica in provincia. Speriamo non continui.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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