Perché un libro sulla storia della SOMS?

Questa è una domanda che mi hanno posto in molti, alla quale voglio rispondere attraverso queste pagine che mi ospitano.

In ogni caso, un libro è uno “spazio” dove il tempo ritrova un senso. Il libro sulla SOMS ci permette di scoprire il nostro passato, la storia da cui proveniamo, le esperienze di chi ci ha preceduto e ce le ha lasciate in dono, ci invita a immaginare il futuro senza ripetere gli stessi errori.

Raccontare i centocinquant’anni della SOMS è importante per preservare la memoria di un’organizzazione chiave nel tessuto sociale ed economico della comunità. È una storia che riflette i cambiamenti della società e valorizza un patrimonio culturale che mantiene vive le tradizioni e le esperienze passate. Trasmette alle nuove generazioni i valori fondamentali di solidarietà e cooperazione e può ispirare nuove forme di supporto reciproco. Rafforza il senso di identità e appartenenza tra i membri, passati, presenti e futuri. Analizzare questa storia permette di riflettere sui bisogni sociali e affrontare le sfide contemporanee, mettendo in luce i contributi della SOMS alla società e investendo nel futuro.

Ma come nasce la SOMS di Mogliano?

Dopo i sanguinosi e falliti moti repubblicani del 1848-1849, la Diocesi di Treviso, guidata da mons. Giovanni Antonio Farina, è caratterizzata da una popolazione povera, afflitta da malattie e carestie e oppressa da padroni egoisti. Mons. Farina, soprannominato “vescovo dei poveri” per la sua attenzione alle ingiustizie sociali, promuove collette per i casi più disperati, ma spesso i suoi progetti sono ostacolati dai benestanti e dai conservatori, anche all’interno del Capitolo vescovile.

Mogliano, un paese povero e socialmente sbilanciato, vede nel 1852 l’assegnazione di don Pasquale Molena come nuovo parroco, scelto da Farina per realizzare l’impegno sociale della Chiesa trevigiana nel territorio moglianese.

Dopo l’annessione al Regno d’Italia, Mogliano affronta profondi cambiamenti economici e sociali. La parrocchia è il centro di riferimento, nonostante una minoranza anticlericale e una classe dirigente ancora filoasburgica i cui interessi sono più legati a Venezia che a Mogliano.

Il paese soffre la crisi dell’agricoltura per il deprezzamento dei cereali, avverse condizioni meteorologiche e l’inasprimento fiscale. La miseria è diffusa, con abitazioni precarie e condizioni igieniche pessime. Malaria, colera e pellagra affliggono la popolazione e l’analfabetismo è diffuso.

La Congregazione di Carità è sostenuta da offerte dei benestanti, essenziali per compensare l’insufficienza dei fondi comunali.

Ogni mattina, il sagrato della chiesa è gremito di braccianti in cerca di lavoro. Tra il 1874 e il 1876 iniziano le drammatiche emigrazioni verso il Brasile.

(Società di Mutuo Soccorso degli Operai pel Comune di Mogliano Veneto 1874-2024 – Ennio Tortato – SOMS aps)

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