A dispetto di quanto vorrebbero i nostri amati governanti, la Biosfera è fatta per buona parte di migratori.

Essa è composta, infatti, di moltissime specie (animali e vegetali) che migrano, stagionalmente o almeno una volta nella vita. Tra gli animali migrano gli insetti, i pesci, gli anfibi, gli uccelli, i mammiferi e tra questi ultimi l’uomo. La “scimmia nuda”, infatti è tra i più grandi migratori in assoluto, fin dagli albori dell’Umanità, circa 250 mila anni addietro.

Come avremmo fatto, altrimenti, noi africani, di pelle scura fino a circa 15 mila anni fa, a giungere dall’Africa all’Eurasia e poi all’America? Tutti ricordano il racconto dei nonni – o almeno i più vecchi – che dicevano: “Ragazzo mio, è stata dura camminare per diecimila anni, ma alla fine siamo arrivati alla Terra Promessa: quella in cui ci si schiarisce la pelle e siamo diventati quello che siamo: belli, ricchi e stupidi”.

Sto scherzando, ovviamente, non si offenda nessuno; o meglio, solo tale Salvini è autorizzato a farlo. Anche perché sappiamo essere, lui, un assiduo lettore de Il Diario on-line.

Tornando alle migrazioni faunistiche va detto che esse si suddividono in verticali ed orizzontali. Esistono, cioè, movimenti migratori dalle profondità oceaniche alla superficie e dalle vette alpine alle basse quote, che si definiscono verticali, mentre quelle tra latitudini e tra continenti diversi si definiscono orizzontali. Ma esistono anche migrazioni tra habitat diversi, come quelle dei pesci eurialini (spinarello, anguilla, cefali, storione, ecc.), che dall’habitat marino migrano, per ragioni riproduttive a quello fluviale delle acque dolci.

Tra le più affascinanti vanno segnalate le migrazioni degli Insetti. Minuscoli volatori (falene, farfalle diurne, libellule, ecc.) superano distanze di centinaia e talvolta di migliaia di chilometri, sfidando i rigidi, giganteschi e metallici Boeing della tecnologia umana.

Interessanti anche quelle dei Pesci, cui s’è accennato in precedenza. Quella stagionale, che in autunno svuota la Laguna di Venezia per il fatto che legioni di pesci di specie diverse raggiungono il mare, dove si riprodurranno nella stagione invernale, è conosciuta da molti secoli. Essa è denominata Fraìma dai pescatori di laguna e dai vallicoltori ed è seguita da una migrazione inversa, la cosiddetta monta del pesse novelo in primavera.

Il fenomeno è dovuto al microclima temperato freddo (sub-atlantico) della stessa Laguna di Venezia, che essendo battuta direttamente dai venti di Bora, nell’inverno raggiunge temperature molto basse.

Ad incantare e far sognare l’Uomo, tuttavia, sono le migrazioni degli Uccelli. Organismi piumati di pochi grammi, ogni anno, sorvolano il Mediterraneo per raggiungere le savane sud sahariane. Ogni anno, per l’intera loro esistenza, con inevitabili perdite nel corso del loro svolgimento in andata e ritorno, dovute a burrasche o a scarsità di cibo. Gli Uccelli sono protagonisti, per questo aspetto di autentici prodigi che hanno stupito la Scienza. I giovani rondoni che lasciano il nido rimangono in volo per sei mesi; gli Albatros dei mari australi non toccano terra emersa per anni, mentre le oche indiane sono state osservate sorvolare l’Himalaya, ad oltre ottomila metri d’altezza, in condizioni di scarsità estrema di ossigeno.

Quanto ai mammiferi, tralasciando il fenomeno delle migrazioni umane, da sempre spinte dalla ricerca di nuove risorse e di nuove patrie, quella più imponente era quella degli elefanti africani. Migliaia di chilometri di migrazione attraverso il continente, resa attualmente impossibile da insediamenti umani, trasformazioni ambientali e altri ostacoli frapposti dall’uomo. Così come quella grandiosa dei bisonti americani, risolta dal civilissimo wascicu (l’uomo bianco, noi) con lo sterminio di sessanta milioni di individui. 

Nei decenni del nuovo Millennio, comunque, stiamo assistendo noi stessi a migrazioni importanti di mammiferi: dall’Istrice allo Sciacallo dorato, dal Lupo all’Orso bruno. Tutti a ricordarci che, in caso di necessità, migrare non si può, ma si deve.

Michele Zanetti
Michele Zanetti vive vicino alle sponde del Piave e di acque, terre, esseri viventi si è sempre occupato. Prima come "agente di polizia provinciale" e adesso come naturalista a tutto tondo. È stato il cofondatore di un attivo centro didattico "il Pendolino" , ed è l'autore di una cospicua serie di libri su temi ambientali di cui è anche capace illustratore. ha intrapreso anche la via narrativa in alcune pubblicazioni recenti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here